Si
è tenuto un vertice tra Prefettura, enti locali, Autostrade, Anas e
forze dell'ordine per fare il punto sulla delicata situazione degli
abitati di Gardelletta e Vado dopo la chiusura della strada
provinciale 325
Più
sicurezza per i cittadini di Gardelletta e Vado e supporto per
intervenire prima che arrivi l'inverno: è quanto hanno chiesto i
sindaci di Marzabotto e di Monzuno durante
il Comitato Operativo Viabilità convocato dalla Prefettura di
Bologna su richiesta della Regione Emilia-Romagna per voce
dell'assessore Paola Gazzolo
e dei comuni coinvolti. Obiettivo
dell'incontro: affrontare
il problema della viabilità comunale a Gardelletta (Comune di
Marzabotto) e Vado (Comune di Monzuno) dopo la chiusura, lo scorso
aprile, della strada provinciale 325, franata per un tratto di oltre
50 metri.
Dopo
la chiusura della strada provinciale il traffico si è riversato su
strade comunali che interessano i centri abitati di Gardelletta e
Vado, dove è stato necessario attivare un semaforo perché ci sono
due gallerie troppo strette per essere attraversate nei due sensi di
marcia. Sono apparsi subito evidenti i rallentamenti del traffico e
di disagi provocati da file chilometriche negli orari di punta. Senza
contare che con l'inverno e la neve la situazione non può che
peggiorare.
Autostrade
dal canto suo ha considerato ragionevole la richiesta di fornire
temporaneamente di telepass i residenti nella zona, consentendo loro
di usufruire gratuitamente del tratto autostradale tra Rioveggio e
Sasso Marconi: sarebbe una boccata d'ossigeno per la viabilità
comunale. Su questo fronte la Regione scriverà al Ministero dei
trasporti perché si attivi in merito.
Se
per gli interventi sulla segnaletica e la sicurezza dei centri
abitati è presumibile completare i lavori entro l'autunno, per il
ripristino della strada provinciale ci vorrà qualche anno. I tecnici
attivati dalla Città metropolitana hanno infatti ripulito il fiume
dai materiali che vi erano stati riversati dopo il crollo, mentre una
squadra di arrampicatori provvederà allo sfalcio delle piante e
degli alberi rimasti sospesi. A quel punto sarà possibile per i
progettisti elaborare un piano. Ad oggi la soluzione più plausibile
sembra essere quella di un ponte che colleghi i due tratti di strada,
ma le ipotesi sono diverse, dall'allargamento verso l'interno,
scavando nella roccia, fino alla creazione di brevi tratti di
galleria: è presto per dirlo, occorrerà analizzare la natura di
terreno e pareti rocciose e la presenza di eventuali movimenti
franosi prima di poter valutare.
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