di
Carlo Soricelli
Ieri,
venerdì 30 agosto, sono stati 5 i morti sui luoghi di lavoro. Una
strage che prosegue nell'indifferenza generale che dovrebbe far
inorridire e a non pensare ad altro.
Le
morti:
un
operaio di 39 anni nel varesotto schiacciato dai rulli di un
macchinario
un
altro operaio, Marzio Bolsato, in
una fabbrica della provincia di Treviso: è stato travolto e colpito
alla testa da materiali
un
edile nel frusinate, Franco di
Palma, morto travolto da terreno franoso
dopo
25 giorni di agonia, è morto un operaio travolto in un cantiere sull'A12
mentre cercava d'aiutare un automobilista in difficoltà
Terribile
la morte di Cosimo Blasi,
avvenuta in un cantiere abusivo per una scarica elettrica. Non si sa
per chi lavorasse.
E'
un'Italia orribile quella che vediamo. Tra l'altro proprio
ieri l'INAIL ha
diffuso il numero di denunce che gli sono arrivate: sono state 599
(comprensivi dei morti sulle strade e in itinere) nei primi sette
mesi del 2019. In realtà occorre avere ben chiaro che queste sono
solo denunce e molte non verranno poi riconosciute. Tra l'altro, e lo
scriviamo da anni, le morti sono molto de più di quelle diffuse da
questo Istituto dello Stato: molte categorie di lavoratori non sono
assicurate all'INAIL come per esempio la stragrande
maggioranza degli agricoltori schiacciati dal trattore, già 102
dall'inizio dell'anno. In questo momento sono 952 i morti sul lavoro
complessivi, di questi 465 sui luoghi di lavoro.
Su
queste tragedie occorre la massima chiarezza. Abbiamo la speranza che
il nuovo governo ponga finalmente al centro della sua politica la
vita dei lavoratori. Speriamo non sia solo una speranza.
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