martedì 19 febbraio 2019

San Benedetto Val di Sambro. Violenze e sevizie su anziani non autosufficienti, 4 misure cautelari

Immagine estrapolata da uno dei video dei Carabinieri

Da Ansa

Anziani maltrattati nella casa famiglia il Fornello di San Benedetto Val di Sambro. Lo hanno scoperto i carabinieri della compagnia di Vergato.
Tra le contestazioni, anche due episodi di violenza sessuale ai danni di un'anziana. La struttura è stata sequestrata ieri sera al termine di un blitz dei militari che da qualche mese avevano avviato indagini, anche con l'utilizzo di telecamere nascoste che hanno ripreso "immagini strazianti": anziani percossi, lasciati al freddo e con cibo insufficiente, derisi e umiliati.


A finire agli arresti è stato R.L., cittadino italiano di 52 anni, titolare della comunità di alloggio. Assieme a lui, ai domiciliari, anche tre operatrici sanitarie di 39, 42, e 53 anni dipendenti all'interno della struttura, di cui una la moglie del titolare. Il provvedimento è stato firmato dal Gip Alberto Ziroldi, le indagini coordinate dal sostituto procuratore Stefano Dambruoso. Il 52enne ora è in carcere, mentre le altre tre sono agli arresti domiciliari.


Lungo, secondo gli investigatori, l'elenco delle sevizie su una decina di ospiti, tutti anziani non autosufficienti, e in condizioni di inferiorità fisica e psicologica: sveglie nel cuore della notte, somministrazione di cibi scaduti o in alcuni casi con porzioni scarse. La notte il riscaldamento veniva spento e gli ospiti sarebbero stati abbandonati a loro stessi. Alcune volte le terapie farmacologiche non sarebbero state seguite, e chi aveva difficoltà ad andare in bagno sarebbe stato lasciato a se stesso.
Le indagini sono partite quando la voce ha cominciato a spargersi in paese circa quello che accadeva dentro alla casa di cura. Di qui l'inizio delle attività investigative dei Carabinieri di Vergato e San Benedetto coordinate rispettivamente dai comandanti Maurizio Ligi e Mirko Lugi, che hanno portato poi al quadro agghiacciante.


Lauti gli introiti per la gestione della casa di residenza, con rette da 2mila euro al mese. Gli anziani ora sono stati trasferiti in altre strutture, mentre tre di loro sono stati ricoverati per accertamenti in ospedale.

1 commento:

Giovanni ha detto...

Basta con questa privacy che protegge i delinquenti.
Nomi di questa gentaglia e nome della casa.
La gente deve conoscere con chi ha a che fare e mostrare il loro disprezzo a questi delinquenti.