martedì 16 agosto 2016

Il referendum divide. L'Anpi al Pd: "Vietato parlare, non andiamo alle Feste dell'Unità"

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Referendum, il rifiuto dell'Anpi al Pd: "Vietato parlare, non andiamo alle Feste dell'Unità"
Anna Cocchi, presidente dei partigiani bolognesi: "Dicono che non possiamo fare campagna per il No, problema di democrazia"


di SILVIA BIGNAMI
 
"Ci hanno invitato alla Festa dell'Unità, ma dicono che non possiamo fare campagna per il No al referendum nel nostro stand. Non possiamo distribuire volantini nè materiali. Secondo me a queste condizioni non c'è spazio per la nostra partecipazione alla festa del Pd di Bologna: non possiamo partecipare se ci sono dei veti su di noi".

Questa almeno è l'opinione della presidente dell'associazione partigiani bolognesi
Anna Cocchi, che appena rientrata dalle ferie convocherà un ufficio di presidenza dell'associazione per mettere la decisione nero su bianco: "Consulterò anche gli altri membri del direttivo, ma la mia opinione è questa. Se non ci viene data la possibilità di esprimerci non ha senso che siamo presenti col nostro stand".


Il Pd di Bologna, che sta preparando la festa cercando di dare la massima inclusione a tutte le anime del partito, aveva in effetti invitato l'Anpi, mettendo però paletti ben precisi:
non possono volantinare o diffondere i loro materiali per il No alla riforma costituzionale dentro la kermesse del parco Nord. Piuttosto, l'idea del Pd era quella di organizzare un dibattito con esponenti del Sì e del No, dove anche l'Anpi avrebbe potuto essere rappresentata. Ma la Cocchi scuote la testa: "Se stanno organizzando questo confronto io non ne so nulla". E comunque il tema è di democrazia, continua: "Non possiamo dirci totalmente democratici se non siamo capaci di aprirci anche alle ragioni di chi non la pensa come noi, come occasione di approfondimento. Certo - ammette - è vero che la festa è del Pd, e il Pd è per il sì al referendum. Io rispetto la loro posizione, ma loro devono rispettare la nostra. E se ci invitano, non possono porre dei veti".

Senza contare, aggiunge, "che ci sono anche all'interno del partito tanti esponenti che hanno posizioni critiche o addirittura contrarie al Sì al referendum. Se loro possono esprimerle, perchè noi non possiamo?". La decisione dunque potrebbe essere a questo punto quella di
rifiutare l'invito dem alla Festa Pd e non partecipare. "Del resto - aggiunge la Cocchi - non siamo stati invitati in diverse altre feste locali, a Bologna, e nemmeno a Bosco Albergati, la festa in cui è andato il presidente Renzi a fare un comizio, ci risulta ci fosse uno stand dell'Anpi".

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Non capisco il motivo della sorpresa dell'Anpi. Anche loro hanno preso la decisione di sostenere le ragioni del NO a maggioranza e tale decisione vincola tutta l'organizzazione. Se nello stand che vorrebbero avere nella festa dell'Unità permettono anche alla minoranza Anpi per il Si di fare propaganda allora hanno ragione a criticare il Pd per le limitazioni che ha posto, Altrimenti quella dell'Anpi mi sembra solo un pretesto per attaccare il Pd; perfettamente legittimo ma, per favore, lasciamo perdere la difesa della democrazia.

Anonimo ha detto...

NO NO NO NO NONO NO NO NO NONO NO NO NO NO NO NO NO NO NONO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO........................NO NO NO NO NO !!!!!

Anonimo ha detto...



X il PD X la festa dell' UNITA' x renzi e chi lo sostiene.... NO !!!!

Anonimo ha detto...

Care compagne compagni, dovete rendervi conto che il vostro NO a Renzi si potrebbe contestualizzare come una forma di “sifobia”, di discriminazione verso i siini o peggio di negazionismo della sovranità siina, bisogna essere cauti eh, non date questo dispiacere al vostro Presidente.
Poi magari di questo passo comincerete a dire no anche all'austerità, a dire no all'importazione di “migranti, no all'euro,no all'Europa, no al patto atlantico.....
Insomma seguite la linea, dai.......

santandrea ha detto...

C'è qualcuno che, gentilmente, senza parolacce e insulti, mi sa dire DUE MOTIVI DUE perchè nel 2016 debba ancora esistere un'Associazione come l'ANPI? Quali scopi si prefigge? Quali attività esegue oltre alle mangiate di "pastasciutta antifascista"?

Dante Franchi ha detto...

Però ANPI ci ha fatto un congresso e ha fatto una scelta. I militanti del Pd non hanno mai potuto partecipare a questa decisione. È stata assunta solo dal vertice.

Anonimo ha detto...

Qualcuno dovrà pur difendere la la riconquistata democrazia delle capre che non studiano.
Il suo commento è la migliore dimostrazione di quello che affermo.

Anonimo ha detto...

ma allora l'anpi è anpi o anpidi

Anonimo ha detto...

Allenare è come governare, ma senza il santo fardello della democrazia. Allenare chiama in causa la leadership, che è fatta di visioni e di gestione, di uomini e progetti. Eppure noi, così bravi a governare in panchina, annaspiamo nel trovare capi di partito e amministratori. Ci facciamo incantare da un parolaio che si veste da rottamatore. È un paradosso che inglesi, francesi e tedeschi ci rimproverano e non capiscono. Non li si può biasimare, perché quello che manca alla politica di questi tempi è soprattutto una visione, dare un significato concreto alle azioni di governo, immaginare mondi possibili. Manca questo e manca il coraggio. Manca il buon senso. Forse perché di questi tempi la politica attira e seleziona un'altra schiatta di antica professione, non i capitani di ventura, ma i cortigiani.

Dante Franchi ha detto...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/17/referendum-menapace-vietato-parlare-del-no-lanpi-non-e-a-disposizione-di-renzi-finito-il-tempo-del-pensiero-unico/2979085/

Anonimo ha detto...

L’ANPI come associazione di partigiani rappresentativa di quella comunità di donne e uomini che si sono battuti per la liberazione dal nazi-fascismo non esiste più. L’ANPI di coloro che si erano battuti per le libertà di tutti, fascisti compresi, è morta e defunta. Oggi al suo posto vi è una cricca talebana che si erge a difesa di una concezione paradossalmente anti-democratica della convivenza civile. Il rigore staliniano (purghe comprese) con cui persegue la linea politica contro la riforma costituzionale ne è soltanto l’ultimo conclamato esempio.