“Ricorda che stai andando a
celebrare un grande uomo di Dio, mi ha detto il cardinale Caffarra nel
salutarmi sapendo che sarei venuto qui”. Con queste parole l’Arcivescovo di
Ferrara monsignor Luigi Negri ha iniziato l’omelia della Messa celebrata ieri sotto
la grande croce di Montevenere.
La cerimonia voleva infatti anche rendere
omaggio a don Dario Zanini, recentemente scomparso, che dell’installazione di
quella croce fu il promotore nei primi anni del dopoguerra per dedicarla a tutte le vittime delle guerre. Monsignor Negri ha
voluto rimarcare che don Zanini con quel gesto non voleva alzare steccati, ma
solo cercare di unire tutte le vittime in un unico grande ricordo perché a
tutti loro sia reso il dovuto omaggio.
La funzione religiosa ha chiuso il lungo
cammino da San Luca a Monte Venere che una quarantina di pellegrini ha voluto
intraprendere nonostante il caldo proibitivo.
Il pellegrinaggio di quasi è stato diviso in due tappe: quella di sabato
fino a Brento, dove hanno pernottato e una domenica, fino a Monzuno a piedi, dove sono stati ospitati dal direttore di Emil Banca, Daniele Ravaglia, al parco Bottonelli dove c'era la festa dei 120 anni dell'istituto bancario. Poi da qui, di fronte al
caldo insopportabile, l’ultimo tratto, la salita fino alla cima del monte, è stato percorso in bus.
Tra i camminatori anche il vescovo di Carpi
monsignor Francesco Cavina, che ha concelebrato la Messa di Montevenere, l’assessore di Monzuno Ermanno Pavesi e l’attore
Pietro Sarabbi, comico di Zelig e tra i protagonisti di ‘The Passion’ di Mel
Gibson, in cui interpretava Barabba. Egli ha raccontato il suo cammino di
conversione avvenuto proprio durante le lavorazioni del film. Sulle prime, ha
raccontato, aveva rifiutato la parte in quanto poco convinto del ruolo. Poi,
dopo una lunga conversazione con il regista, ha accettato. Travorsi dentro al
racconto della passione di Gesù è stato per lui così coinvolgente che lo ha
portato a riflettere e ad abbracciare con piena convinzione la fede cristiana.
Alla Messa conclusiva sulla cima di
Montevenere sono stati ricordati due martiri bambini, da poco
beatificati dal Papa, Rolando Rivi, torturato e ucciso nell’immediato dopo
guerra perché non rinunciava alla idea di farsi prete e morto dicendo ‘Io sono
di Gesù’ e il giovane messicano Josè del Rio, ucciso per non aver rinnagato la
propria fede cattolica e anch’egli morto urlando ‘Viva Cristo Re’.
Hanno partecipato numerosi fedeli fra cui i
sindaci di Monghidoro, Alessandro Ferretti e di Monzuno Marco Mastacchi che
hanno ufficializzato l’ultimo atto della giornata: l’apposizione alla base
della grande Croce dell’ultimo colletto sacerdotale portato da don Zanini. In questo modo più che mai la Croce sarà
legata al ricordo del sacerdote monzunese, per ben 58 anni alla guida della
comunità religiosa di Sasso Marconi.
2 commenti:
E il sindaco di Sasso Marconi dov'era?
Probabilmente non ha ritenuto opportuno essere presente.
Alla faccia della riconciliazione...
DI SASSO MARCONI NON ERA PRESENTE NESSUNO PERCHè NON NESSUNO LI HA INFORMATI Mi è stato detto che tutto era stato organizzato da molti mesi prima della scomparsa di Don Dario e non era previsto il suo ricordo
Posta un commento