Alberto
Cuppini, presidente della Rete della Resistenza sui Crinali, ha inviato il testo integrale della lettera inviata
questa settimana da 13 associazioni al Ministro dello Sviluppo
Economico Zanonato e agli altri Ministri e Presidenti delle Commissioni
parlamentari interessati al problema del contenimento degli enormi aggravi in
bolletta cagionati dalle rinnovabili elettriche.
Al Ministro
dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato
Al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando
Al Ministro per i Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray
Al Presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti
Al Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Guglielmo Epifani
Ai Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci
Al Presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe F.M. Marinello
Al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando
Al Ministro per i Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray
Al Presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti
Al Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Guglielmo Epifani
Ai Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci
Al Presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe F.M. Marinello
Cari
Ministri, cari Presidenti delle Commissioni parlamentari (con richiesta
di estendere ai componenti delle commissioni), interveniamo a proposito del provvedimento
annunciato dal Ministro Zanonato per dilazionare parzialmente gli oneri che
gravano sulle bollette a causa degli incentivi alle rinnovabili elettriche.
Come
Associazioni Ambientaliste sensibili al territorio, ci siamo espressi fin
dall’inizio contro gli incentivi che hanno favorito la speculazione a
danno del paesaggio e della natura dei territori collinari e montani, in
particolare sui crinali appenninici e nel Mezzogiorno, senza portare alcuna
riduzione significativa, a livello complessivo, dei gas climalteranti.
Ricordiamo,
a titolo d’esempio, il nostro appello del marzo 2011 “per un radicale ridisegno
della strategia italiana per le rinnovabili finalizzata al 2020″, la lettera
inviata ai Ministri nel dicembre 2011 per la riduzione e la regolamentazione
degli incentivi all’eolico industriale, la lettera di osservazioni per
dirottare le risorse dalle FER elettriche ad altri settori della “green
economy” inviata al Governo in occasione della presentazione, nel novembre
scorso, del testo della SEN e l’appello ai partiti ed ai candidati delle ultime
elezioni politiche dal titolo “Ancora eolico? Basta così, grazie”.
Facciamo
notare che, se le nostre osservazioni fossero state accolte, non ci troveremmo
in questa grave situazione, al punto da richiedere l’assunzione di
provvedimenti, almeno in parte, retroattivi e con un territorio adulterato che
rischia di ricevere il colpo di grazia.
Provvedimenti
simili, adottati anche in altri paesi europei, sono, per loro stessa natura,
gravissimi e sottintendono che l’ammalato (l’economia e in particolare
l’industria italiana) non possa essere salvato se non con interventi drastici,
di natura eccezionale.
In Italia,
la malattia è rappresentata da quegli 11,2 miliardi di incentivi concessi negli
ultimi dodici mesi alle FER elettriche, come risulta dall’apposito contatore
costantemente aggiornato dal GSE, a cui si devono sommare altri 1,2 miliardi
annui di agevolazioni definite “implicite” dall’ Autorità per l’energia (AEEG)
ma che il contatore del GSE non riporta. Il tetto massimo di 12,5 miliardi (6,7
per il FV più 5,8 per le restanti tecnologie) di oneri previsto dai decreti
attuativi del luglio 2012, per la riforma dei sistemi incentivanti, è stato di
fatto già raggiunto e sarà presto sfondato per pura inerzia.
Ora, se il
Governo intende intervenire per attenuare questo aggravio dei costi
dell’elettricità che compromette ogni possibilità di ripresa dell’economia e in
particolare delle imprese, noi concordiamo con questa finalità ma osserviamo
che prima ancora di cambiare tempi e regole per il pagamento degli incentivi
già assegnati occorre smettere di assegnarne di nuovi. Ci riferiamo
all’organizzazione delle aste competitive del prossimo anno per l’assegnazione
di ulteriori incentivi per le fonti di produzione diverse dal
fotovoltaico. Per il solo eolico on-shore (e per i soli impianti di potenza
superiore ai 5 MW) si intendono assegnare altri incentivi ad un contingente di
500 MW di potenza!
Vogliamo
rimarcare che ogni nuovo impianto che fornisce energia intermittente (eolico e
fotovoltaico in particolare), oltre a nuovi oneri diretti di incentivazione,
comporta ulteriori gravosissimi costi, in particolare:
- per
risolvere i problemi di dispacciamento,
- per
costruire nuovi elettrodotti, generalmente in aree a scarsa magliatura
elettrica, con ulteriori effetti ambientali,
- per
rispondere all’aspettativa di un “capacity payment” che mantenga remunerativi e
in esercizio gli impianti a idrocarburi fossili, che devono necessariamente
fungere da riserva “calda” agli impianti che per loro natura non sono
programmabili cioè non autosufficienti e non “alternativi”, con una conseguente
duplicazione dei costi.
Teniamo
inoltre a fare notare che gli obblighi assunti in sede europea dal Governo
italiano nel 2010 per il raggiungimento della quota del 26,39% della produzione
elettrica da FER sui consumi nazionali nel 2020, e per cui gli incentivi
vennero a suo tempo stanziati, sono stati raggiunti lo scorso anno e saranno
largamente oltrepassati quest’anno con un rapporto di energia elettrica
prodotta da FER ormai pari ad un terzo dei consumi totali di elettricità,
sebbene con un contributo irrisorio dell’eolico.
Altri
settori, più performanti nella lotta ai gas serra e più utili all’ambiente e
all’economia della nostra Nazione, (trasporti, riscaldamento/raffrescamento,
efficienza energetica) non hanno beneficiato di analoghe politiche.
Un provvedimento
di moratoria agli incentivi per nuovi impianti di rinnovabili elettriche
intermittenti si rende indispensabile per non vanificare ogni possibile
intervento di contenimento dei costi di incentivazione in bolletta e persino
per evitare di dover tagliare retroattivamente incentivi già assegnati.
E’ inutile
tentare di svuotare la vasca con un secchiello se il rubinetto rimane aperto ed
è paradossale che società spagnole stiano per piazzare ulteriori centrali
eoliche in Italia mentre in Spagna è applicata una tassa del 6% sui ricavi
dalla generazione elettrica.
Restiamo
a disposizione per approfondire gli argomenti e chiarire la nostra posizione.
21 ottobre
2013
Le
Associazioni nazionali
Italia
Nostra - Presidente Marco Parini
Altura
- Presidente Stefano Allavena
Amici della
Terra - Presidente Rosa Filippini
Associazione
Italiana per la Wilderness - Segretario Generale Franco Zunino
e Presidente Onorario Carlo Ripa Di Meana
Comitato
nazionale contro fotovoltaico ed eolico in aree verdi - Presidente Nadia
Bartoli
Comitato
Nazionale per il Paesaggio - Segretario Oreste Rutigliano
Comitato per
la Bellezza - Presidente Vittorio Emiliani
Lipu –
Presidente Fulvio Mamone Capria
Mountain
Wilderness - Presidente Carlo Alberto Pinelli
Movimento
Azzurro - Vice Presidente Vicario Dante Fasciolo
Verdi
Ambiente e Società (VAS) - Presidente Guido Pollice
Associazioni
e coordinamenti di comitati territoriali
Rete della
Resistenza sui Crinali - Coordinatore Alberto
Cuppini
Terra
Celeste – Presidente Luisa Bonesio
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