martedì 28 ottobre 2008

Ancora TURBOGAS


Raffiche di insulti fra i partecipanti al dibattito e applausi di apprezzamento per gli interventi dell’una e dell’altra fazione hanno caratterizzato l’incontro che si è tenuto all’interno della struttura ex Burgo di Lama di Reno per affrontare l’ormai ‘incubo-tormentone d’autunno’, rappresentato dal progetto di centrale a Turbogas che si propone di realizzare nell’area industriale ex Burgo.

L’incontro, voluto dalle organizzazioni sindacali ha messo a confronto le tesi del comitato Noturbogas con quello degli amministratori, Duccio Campagnoli per la Regione e Edoardo Masetti per il Comune di Marzabotto.

Ha dato il la al confronto Simona Santi di Noturbogas che, dopo aver riferito che l’impianto produrrà un forte inquinamento, ha cercato di ‘demolire’ le basi su cui poggia la proposta: il recupero di 22 posti di lavoro per i cassaintegrati della Burgo e la risposta immediata alle richieste di picco che la nuova centrale assicurerebbe. “I posti di lavoro prodotti dalla centrale sono circa 15 e per personale ‘altamente qualificato e specializzato”, ha detto la Santi. “Inoltre il sistema regionale di produzione di energia garantisce l’autosufficienza. Si vuole invece vendere energia”. E a sostegno di quest’ultima affermazione la relatrice ha proiettato sulla parete della sala un filmato dove il presidente di Hera, Castagna, riferisce dell’intenzione di vendere energia persino alla Germania. La replica di Duccio Campagnoli non si è fatta attendere; “I posti di lavoro recuperati sono 22 e la centrale di Lama di Reno fa parte integrante della strategia regionale per arrivare all’obiettivo prefissato dalla stessa strategia”. L’assessore ha poi assicurato: “ Nessuno può sostenere che si possa mai autorizzare un impianto non coerente e rispettoso delle prescrizioni di legge” e ha ricordato: “ La vera reindustrializzazione è quella che si fa e non quella che si promette. Non vogliamo che Lama di Reno diventi un cimitero di ruderi industriali”. A scaldare ancor più il clima già bollente si è aggiunta la testimonianza di chi si era proposto di rilevare l’intera area e avviare un proprio progetto di recupero. Il primo insediamento, una impresa per il recupero delle parti utilizzabili di veicoli in demolizione. La proposta non ha avuto l’attenzione che meritava, ha denunciato. La discussione si è protratta fino alle ore piccole.

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