Sempre più cupo il cielo che sovrasta la Cartiera del Maglio di Borgonuovo a Sasso Marconi. Alla chiusura si aggiunge ora la possibilità dello smembramento della dotazione industriale strumentale.
L’azienda ha cessato l’attività nel maggio scorso per difficoltà finanziarie e i 63 dipendenti sono in attesa che l’iter burocratico per la concessione della cassa integrazione si concluda per poter avere i primi sussidi. All’orizzonte si è affacciato da alcuni giorni un acquirente, una impresa austriaca del settore, per cui si era sperato nella ripresa dell’attività e quindi nel riassorbimento dei cassaintegrati. Invece si trattava di una ulteriore mazzata: l’acquirente austriaco ha manifestato l’intenzione di rilevare la sola macchina continua per la realizzazione della carta. Ha proposto quindi di acquistarla per portarla in un secondo sito industriale. Si ipotizza in Cina. La direzione della cartiera conterebbe, con la cifra incassata, di arrivare al concordato preventivo con i creditori. Le nuove intenzioni della direzione aziendale sono state riferite ieri in un incontro in Provincia del ‘tavolo di crisi’ di cui fanno parte le rappresentative dei dipendenti e degli imprenditori e le istituzioni locali. Proposta che ha avuto il deciso rifiuto dei sindacati. “Si tratterebbe di avallare la morte dell’impresa ” ha detto Alessio Festi della CGIL. “ Gli operai attueranno un attento controllo perché nulla possa avvenire che contrasti la volontà di recuperare alla produzione il sito industriale di Borgonuovo. Siamo in presenza dell’ennesima crisi industriale nella valle del Reno. Puntiamo quindi a un rilancio dell’area produttiva”.
Si è poi saputo di una seconda vicenda: un gruppo di operai che si era dimesso prima della chiusura della cartiera ha avviato, con la tutela della CGIL, la procedura per il fallimento della cartiera del Maglio. Non è stato ancora corrisposto loro il corrispettivi di fine rapporto.
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