mercoledì 16 febbraio 2022

Per l’estensione della rete acquedottistica

 


 Marco Mastacchi ha presentato un’interrogazione  sull’opportunità di modifica degli i indirizzi e linee guida relative alla gestione delle aree sottese ai bacini idrici che alimentano i sistemi di prelievo delle acque superficiali e sotterranee nel territorio montano e delle aree di salvaguardia.


Letizia Rostagno  

           

Insistono nella nostra Regione aree dove i residenti lamentano la mancanza del collegamento alla rete idrica delle proprie abitazioni, nonostante i ripetuti solleciti alle rispettive amministrazioni comunali per realizzare il collegamento alle risorse essenziali e garantire i livelli qualitativi di vita minimi. Accade, ad esempio, nella zona delle “case sparse” del forese ravennate, nei comuni di Pianoro, Monzuno e Grizzana. La presenza di nuclei abitativi nelle zone di case sparse contribuisca al presidio del territorio, anche in termini di salvaguardia delle risorse agricole, urbanistiche, di presenza e sicurezza. 

L’acqua per l’agricoltura è un fattore di produzione imprescindibile e in questa campagna la siccità ha messo a dura prova diverse aziende agricole e zootecniche.

Rispondendo a un precedente Question Time di Mastacchi ( nella foto), il sottosegretario alla Presidenza Baruffi ha elencato le indicazioni ricevute dai ministeri competenti per l’allocazione di tutti i 4,38 miliardi di euro stanziati attraverso il PNRR, da cui non risultava l’inserimento di interventi, segnalati da ATERSIR e dai gestori del servizio, diretti a finanziare l’estensione della rete acquedottistica rispetto alle zone che ne sono prive. I fondi sono destinati a interventi diretti alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, a investimenti nella resilienza dell’agro sistema irriguo per migliorare la gestione delle risorse idriche e a investimenti in fognatura e depurazione.

Atersir inoltre, con nota numero 7040 del 2015, alla richiesta di estensioni dirette della rete acquedottistica alle case sparse esistenti e all'acquisizione di acquedotti privati rispondeva che il servizio idrico integrato non può farsi carico del costo delle opere di estensione di rete acquedottistica a meno che queste opere non determinano un beneficio all'intero sistema e che

Possono essere previste nella programmazione degli interventi solo a fronte di adeguati contributi (indicativamente almeno pari alla metà del costo dell'intervento a cui poi verrebbero sommati gli oneri di allacciamento a carico dei privati), dando analoghe indicazioni anche per la richiesta di acquisizione, al servizio idrico integrato, degli acquedotti rurali privati.

La Regione con la DGR 933/2012 determina le modalità di riconoscimento, nella tariffa del servizio idrico integrato, dei costi di gestione delle aree sottese ai bacini idrici, che alimentano i sistemi di prelievo delle acque superficiali e sotterranee nel territorio montano e delle aree di salvaguardia, allo scopo di individuare le risorse per favorire la riproducibilità della risorsa idrica nel tempo e di migliorarne il livello di qualità.

Chiede Mastacchi alla Regione se, per coprire i costi per l’estensione della rete acquedottistica alle zone delle case sparse esistenti sul nostro territorio regionale, non ritenga opportuno modificare la DGR 933/2012 relativa agli “INDIRIZZI E LINEE GUIDA RELATIVE ALLA GESTIONE DELLE AREE SOTTESE AI BACINI IDRICI CHE ALIMENTANO I SISTEMI DI PRELIEVO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE NEL TERRITORIO MONTANO E DELLE AREE DI SALVAGUARDIA”, inserendo come obiettivo la necessità di allacciare le utenze sparse alla rete acquedottistica anche per preservare le sorgive delle zone montane, che sempre più in questi periodi a causa della siccità rimangono asciutte e inserendo come costo per Atersir la voce  “costi ambientali e della risorsa”, mettendo la parole fine all'annosa e pluridecennale problematica relativa alla mancanza degli allacciamenti dell'acqua.

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