giovedì 15 dicembre 2016

Sistemi Biologici srl, un impianto sull'orlo del fallimento?


Movimento 5 Stelle Appennino Bolognese
Sara Boselli, Vito Sutera, Marco Carboni e Gaspare Ruggeri del Movimento 5 Stelle Appennino Bolognese hanno inviato:

Sistemi Biologici srl. è una Società adibita al trattamento della frazione umida dei rifiuti al fine di produrre compost ed alla sua relativa commercializzazione; situata a Tana Termini vicino Piteglio in provincia di Pistoia.(1)
Si tratta di una Società mista, pubblico/privato, con la maggioranza di quote di proprietà pubblica in mano a Co.Se.A. Consorzio, un consorzio di Comuni, a cavallo dell' Appennino Tosco/Emiliano, nato per la gestione dei rifiuti.
Potrebbe, dalle premesse, essere la bella storia di uno stabilimento dove i territori limitrofi conferiscono i rifiuti organici, per produrre compost commerciabile, chiudendo una virtuosa filiera di raccolta differenziata, producendo magari un utile da ripartire con i soci pubblici/privati e, perché no, uno sgravio sui costi di smaltimento e sulle tariffe a carico dei cittadini.
Purtroppo non è andata così.
L'impianto ha accumulato in 6 anni di attività una situazione debitoria non ancora determinata, denunce dagli organi di controllo ambientali e dai residenti delle aree limitrofe fino ad arrivare alla chiusura dell'impianto ed alla recente Assemblea di Sistemi Biologici, tenutasi in data 24/10/2016, che ha deliberato lo scioglimento della Società e l’avvio della procedura di liquidazione.

Ma com'è potuto succedere?
Cominciamo “dando i numeri”, quelli più significativi:

  • 5, forse 6 milioni di euro, è il costo della struttura.
  • 1,5 milioni di € il capitale sociale iniziale della Società
  • 51% - è la percentuale di proprietà pubblica, Co.Se.A., dell'impianto
  • 39 % è la percentuale di quote del socio privato (GSE Gestione Servizi Ecologici srl )
  • 10% è la percentuale di quote di n° tre soci privati ( 5%, 2,5%, 2,5% )
  • 6, gli anni di attività dell'impianto (da Giugno 2010 a Luglio 2016 )
  • 3 , i bilanci chiusi in perdita. 2 in relativo equilibrio di bilancio, 2016 si vedrà
  • 31.000 le tonnellate di rifiuti trattabili dall'impianto.
  • 600.000 € l'ipotesi di spesa, da confermare, per la bonifica dell'impianto dopo la cessazione.

Veniamo a conoscenza del “caso” incappando in alcuni verbali di assemblee consortili Co.Se.A., nel mare magnum dell'Albo Pretorio e, grazie anche a numerosi articoli di stampa locale toscana, ricostruiamo questa storia di precoce liquidazione di un impianto nuovo e sempre indicato dai Soci come strategico.

  • Sistemi Biologici srl viene inaugurata nel 2010 quando ottiene dalla Provincia le autorizzazioni necessarie.
  • L'avvio è progressivo, lontano dalla piena funzionalità. I processi di produzione vanno messi a punto e probabilmente, lo si capisce dagli eventi successivi, ci sono problemi tecnici risolvere.
  • Nel 2011prosegue la fase di avvio. Il bilancio chiude già con un passivo. “ …. con notevoli difficoltà per la Socie(bilanci annuali a modesto utile negli esercizi 2010, 2012 e 2013 e perdita significativa dell'esercizio 2011 rimandata a nuovo per la sua copertura con successivi utili) …...”
  • Nel 2012, vengono trattate 7.000 tonnellate di materiale ( su una potenzialità di 31.000).
  • L'anno seguente, 2013, le tonnellate di rifiuti trattati sono 10.000, e l' anno si chiude con un bilancio in equilibrio economico, utile euro 1.860
  • Nel 2014 , cominciano i problemi con le autorità di controllo per il prodotto e le emissioni generate. Il compost che esce dall'impianto è qualitativamente non conforme alle norme. Vengono aperti procedimenti giudiziari in capo ai legali rappresentanti. L' apporto di materiale viene ridotto ad appena 2.000 tonnellate.
  • Il bilancio chiude con una perdita di € 668.000 ed il capitale sociale viene ridotto di oltre un terzo
  • Nel Giugno 2015 , vengono rilasciate nuove autorizzazioni all'impianto, ma il bilancio chiude con un nuovo passivo di 577.000 € ed una conseguente ulteriore riduzione proporzionale del capitale sociale.
  • Co.Se.A., crede nelle potenzialità dell'impianto e approva un prestito fruttifero unilaterale (i soci privati non contribuiscono) per 200.000 €.
  • Poco tempo dopo lo stesso consorzio approva però la messa in vendita del 51% di quote di proprietà
  • Nel 2016 , Co.Se.A. accorda una inevitabile proroga alla restituzione del finanziamento. La situazione finanziaria di Sistemi Biologici non consente il rientro graduale della somma.
  • Si insedia un nuovo consiglio di amministrazione, con ottimi intenti e un programma di adeguamento tecnico dell'impianto, ma mancano i fondi e, ormai, il tempo.
  • A Luglio, infatti, il Sindaco di Piteglio chiude l'impianto per i problemi ambientali generati dallo stesso.(2)
  • Il cattivo odore generato dall'impianto lede la salute degli abitanti e la qualità della vita nel territorio. Già dal 2015 gli abitanti avevano protestato(3) fino a giungere a presentare un esposto in procura da parte di Circolo Legambiente Pistoia (4).
  • E' di Ottobre la notizia che Co.Se.A. ha messo in liquidazione la società Co.Se.A. Servizi Biologici.

Il quadro è quello di un impianto costato tra i 5 e 6 milioni, di proprietà maggioritaria Co.Se.A., quindi pubblica, che non ha mai prodotto utili.
Definito in tutti i verbali assembleari come importante e “strategico” per il consorzio, ma lo stesso consorzio vi conferisce solo il 10% del residuo umido, portando il restante 90% altrove.
La struttura ha manifestato da subito seri problemi strutturali, impiantistici, che ne hanno affossato la produttività fin dall' avvio.
Parliamo di un impianto che già a 3, 4 anni dall' avvio manifesta evidenti non conformità della produzione con le norme vigenti, con conseguenze legali.
Le cronache locali e le contemporanee denunce di enti di controllo e cittadini, ci raccontano la storia di un impianto che ha sempre prodotto cattivi odori che insistevano su un ampia area. Collocato in una zona di valore naturalistico ed a vocazione turistica, ne ha compromesso il valore e lo sviluppo economico, stando alle denunce degli abitanti, fino alla decisione finale del Sindaco che ne ha deliberato la chiusura.
Una decisione scomoda ma necessaria, presa da un Sindaco che è allo stesso tempo socio di Sistemi Biologici (il Comune di Piteglio partecipa a Co.Se.A.) e garante della salute pubblica in quanto primo cittadino.
Quella che emerge dagli atti è l' agonia di una società durata 6 anni, cui invano il socio pubblico concede fiducia, finanziamenti e dilazioni anche se non si può non notare la conflittualità esistente tra pubblico e privato.
Non possiamo non porci domande riguardo la progettazione e la gestione di una struttura nata con i migliori auspici ma rivelatasi agli effetti un disastro finanziario ed un problema ambientale.
Leggiamo con stupore i verbali delle concitate assemblee nelle quali i Sindaci e loro rappresentanti non nascondono grande preoccupazione per l'andamento dell' attività dai quali emerge peraltro una scarsa incisività degli stessi amministratori, diretti rappresentanti della proprietà pubblica.
Come non chiedersi, allora, di chi è stata la gestione effettiva e tecnica dell'impianto, e dove vadano individuate le responsabilità delle falle evidenziate in questo investimento , anche, di denaro pubblico (seppure tramite consorzio Co.Se.A.).
Quale ruolo possano avere, in questo contesto, le preoccupate richieste di dati e rassicurazioni dei Sindaci, quando gli stessi non hanno facoltà, se non di approvare fatalmente l'ennesimo bilancio in perdita, o il finanziamento ulteriore ( come accaduto nel 2015).
I dubbi e le domande sulla costruzione e la gestione di un impianto, nato nelle intenzioni come risorsa e diventato nei fatti un problema ingombrante, si sommano all'inevitabile interrogativo su quale possa essere il finale della nostra storia.
Un finale già scritto o ancora da scrivere?
Una Ditta di Roma interessata, pare, a rilevare l'impianto per convertirlo alla produzione di biometano; ipotesi di Co.Se.A. di affitto dell' azienda.
Tracciati percorribili o ennesimi errori di gestione, dalle conseguenze ancora non valutabili?
L'unica “certezza” al momento è “l'incertezza”, l'indeterminatezza delle conseguenze economiche di questa liquidazione, in odore di fallimento, sul socio pubblico, Co.Se.A., e quindi sui nostri Comuni che compongono il consorzio.

Tutte queste preoccupazioni e tante altre domande i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle in seno all' Unione dei Comuni dell' Appennino Bolognese le hanno portate nel consiglio del ventotto Novembre scorso avendo chiesto di iscrivere all' Ordine Del Giorno l' interrogazione circa lo“ Stato attuale e prospettive nel breve e medio termine concernente l'Azienda compartecipata “Sistemi Biologici srl” “.
Il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto di :


  1. di iscrivere all'Ordine del Giorno del primo Consiglio utile dell' Unione dei Comuni dell' Appennino Bolognese la discussione riguardo a “ Stato attuale e prospettive nel breve e medio termine concernente l'Azienda compartecipata “Sistemi Biologici srl”;

  1. di volere cortesemente invitare sia gli amministartori di CO.SE.A Consorzio Servizi Ambientali che di Sistemi Biologici srl per fornire le informazioni del caso e relazionare in merito durante il Consiglio dell' Unione dei Comuni dell' Appennino Bolognese;

  1. di indicare se e come l'andamento negativo di Sistemi Biologici srl si ripercuoterà all' interno dei Comuni di CO.SE.A..
Le risposte sono state solo parziali e non certo soddisfacenti !

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perciò forse il 51% di 6 milioni di euro sono stati pagati dai comuni che aderiscono al COSEA, cioè i cittadini della montagna? Ancora cose poco chiare sul COSEA, senza che nessuno degli amministratori dei Comuni aderenti chiedano chiarimenti si facciano domande, CI SARA' UN GIUDICE A BERLINO, qualcuno che ne sappia un po' di più di qualche semplice attivista politico ci sarà capace di fare indagini, o chi tocca il COSEA muore?

Anonimo ha detto...

La stessa Co.Se.A. dovrebbe far luce su questa questione. Non sarà per caso che nella lotta Co.Se.A. - Hera qualcuno dentro Co.Se.A. abbia remato contro? Troppi errori, luogo in cui è stato costruito l'impianto errato (questi impianti vanno fatti distante dalle abitazioni), impianto progettato male, in pratica non ha mai funzionato correttamente.(Non si poteva farlo progettare a chi di questi impianti funzionanti bene ne aveva progettati altri?). Sono amareggiato di questo fallimento, perchè essendo utente sia di Hera che di Co.Se.A. posso assicurare che Hera è anche peggio, molto più esosa.

Anonimo ha detto...

Anche una montagna di letame, alta 7MILA metri, è meglio di una montagna di letame alta 8MILA metri ma sempre letame E'. Qualche autorità indaghi, possibilmente non appartenente alla "DITTA".