venerdì 12 ottobre 2012

Monte dei Cucchi : dall’inferno al paradiso.


Alberto Cuppini

Alberto Cuppini, portavoce per l'Emilia Romagna del Coordinamento dei comitati dell'Alto Appennino contro l'eolico-industriale selvaggio, informa:

Davvero paradossale il destino Monte dei Cucchi sito nel Comune di San Benedetto val di Sambro in provincia di Bologna.
Nel giro di appena un anno è passata dalla triste condizione di vittima designata da sacrificare sul ben imbandito altare degli enormi appetiti della speculazione eolica a quella di Sito Natura 2000 (Sito di Interesse Comunitario – Zona di Protezione Speciale)

L’enorme lavoro a suo tempo compiuto dal locale comitato e dalle associazioni che lo hanno appoggiato nell’opposizione al ciclopico impianto eolico è sfociato, dopo la bocciatura, in un risultato costruttivo. Le amministrazioni locali si sono rese  conto, del particolare valore ambientale e culturale di quel territorio e ne hanno tratte le inevitabili conseguenze.
Il nuovo Sito Natura 2000, oltre a rappresentare una tutela, sarà il volano per lo sviluppo economico dell’intera area nei prossimi anni, rispettando la naturale vocazione turistica che sarebbe stata invece del tutto compromessa da un siffatto impianto industriale sui crinali. L’economia della zona riceve così un grande impulso da questo importante riconoscimento, ed in particolare dalle pubbliche promesse di valorizzazione del “Sentiero degli Dei”,
http://85.42.100.91/Record.htm?idlist=1&record=10124067124929422499
il percorso escursionistico che porta, attraverso i boschi e le campagne, da Bologna a Firenze, accanto (e molto spesso sopra) ai resti di una antica strada consolare romana, recentemente ritrovata,
http://www.flaminiamilitare.it/Home.html (il libro si può scaricare gratuitamente)
che i lavori per gli impianti eolici, che avrebbero interessato chilometri e chilometri dello stesso crinale, avrebbero compromesso. Proprio a questo fine si è recentemente costituito un gruppo di lavoro (a questo proposito gli interessati ci possono contattare).
Ora, a maggior ragione di fronte a questo riconoscimento pubblico, speriamo che le locali associazioni escursionistiche, che si sono distinte per la loro assenza (assenza nella migliore delle ipotesi: alcuni loro dirigenti si sono espressi favorevolmente all’eolico su questa montagna) durante la lunga lotta dei residenti contro l’impianto industriale, quando passeranno prossimamente, come sempre fanno, in lieta comitiva su questi stessi sentieri che pure sarebbe stato loro compito tutelare per precisi obblighi statutari, provino almeno un po’ di imbarazzo. E magari provino a riscattare in futuro la ben misera figura fatta a monte dei Cucchi: le occasioni per opporsi a progetti eolici catastrofici sulle montagne bolognesi non mancano e non mancheranno.

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