sabato 24 ottobre 2009

Franceschini a Marzabotto


Riceviamo e pubblichiamo

Dario Franceschini ha tenuto oggi a Marzabotto il suo decimo ed ultimo discorso agli italiani per la scelta del candidato segretario del PD di domani 25 Ottobre.

Il decimo discorso è stato agli uomini liberi, a quelli del passato, di oggi e del futuro.

Riporto qui un passo introduttivo, ma per chi fosse interessato il testo integrale è disponibile presso il sito http://www.dariofranceschini.it/:

“Questo è un luogo di memoria. Di una memoria viva e ancora sofferente. Qui a Marzabotto ricordare significa testimoniare un impegno che riguarda inevitabilmente anche il futuro. Perché senza quell’impegno c’è il rischio che tragedie tanto atroci possano tornare a ripetersi. Testimoniare significa esprimere gratitudine a chi ha saputo resistere all’orrore. A chi ha combattuto per la libertà e la democrazia. A chi ci ha donato quella libertà perché la custodissimo e la facessimo vivere. A chi ci ha insegnato che, generazione dopo generazione, ci sono valori e responsabilità che ci tengono uniti. E che quei valori e quelle responsabilità rappresentano il patrimonio che ci fa essere una comunità coesa e forte. Una patria. Per questo sono venuto a Marzabotto.”

Come semplice iscritto del PD, in occasione dei congressi di circolo mi sono schierato per Franceschini alla segreteria del PD.

Nel PD ci sono tante cose che non vanno, ma secondo me non è a causa di Franceschini. I motivi sono molto più complessi, e chiunque venga eletto segretario dovrà fare i conti con essi.
In ogni caso cambiare segretario ora sembra quasi un favore a Berlusconi il quale si vanta della quantità di dirigenti del centrosinistra che ha eliminato con i suoi potenti mezzi di propaganda.

Dico che per me Franceschini è stato credibile perché sincero, onesto, coraggioso, diretto e coerente nelle risposte e nelle affermazioni. Non parla il “politichese” o il linguaggio che vuole sentire un certo apparato, ma parla agi iscritti ed ai simpatizzanti, e questo è importante, perché la diffidenza verso le reali motivazioni dei politici, che un tempo era parte della propaganda di destra, si è diffusa in modo incontenibile anche dalla nostra parte. Questa sfiducia sta diventando uno dei principali nemici della democrazia.

Molti professionisti della politica, con il loro gergo incomprensibile e le loro necessità di “gestire” il potere, hanno indebolito la credibilità del centrosinistra e debbono cambiare stile e metodo.

Franceschini lo ha fatto, prendendosi dei rischi e dimostrando di non temere per sé, e lo voterò per questo.

Invito a votare numerosi domenica 25 Ottobre.

Stefano Muratori

1 commento:

C.Zecca ha detto...

Apprezzo pensiero e opera di Stefano Muratori.
A maggior ragione quando leggo

> A chi ha combattuto per la libertà e la democrazia.

il mio cinismo fa una bella capriola.
Il mio pensiero va alle peggiori pratiche antidemocratiche che ho osservato nell'antipolitica di molti gerarchi PD,assolutamente simile alla prassi della gestione del potere che osservai in Lombardia.
E' sufficiente pensare alle sciagurate imprese di DeMaria (ogni riferimento all'ecomostro di Pian di Venola non e' casuale), di Masetti e, peggio, di Campagnoli (inciucio Turbogas e relative imposizioni), alla sciagurata cementificazione infrastrutturazione inceneritorizzazione del territorio che e' causa prima di una serie impressionante di gravissimi problemi strutturali e sistemici che si avvitano su loro stessi, manifestazione di uno sviluppismo progressista che, per DNA e gergo, fa parte dell'ideologia del PD.

PDL e PDMenoL, IdV, ubbicci', cippicci'... TUTTI i partiti soffrono di un male sistemico e strutturale ovvero il perenne conflitto tra accrescimento del potere, suo mantenimento e bene comune e politica,che sempre, sistematicamente, soccombono ai primi.

Ovviamente il PD e' fatto di persone umane e non può certamente essere meglio di altre associazioni di parte.
I problemi sono soprattutto culturali e se non c'e' cultura della partecipazione, dell'impegno diretto, se la delega non diventa un tabu' invece che la prassi, se non si arriva all'osservazione della realta' unita al pensiero in grande e all'agire coerente quotidiano, non ci sara' partito ne' salvatore della patria che tenga.

In realta' parrebbe una questione di partito, e invece e' questione di politica ma, soprattutto, di senso della vita, di integrita' e oltre ancora.