Il presidente del Comitato Regionale degli Utenti Ferroviari (C.R.U.F.E.R.), Valerio Giusti, chiede chiarimenti alla Regione e in una lettera scrive:
Gentile Assessore, a nome dei rappresentanti dei
Comitati dei pendolari e delle associazioni aderenti al CRUFER, sono costretto
a chiedere cosa intenda fare la Giunta regionale del Comitato consultivo
regionale degli utenti ferroviari che presiedo, visto che in questi due anni il
suo ruolo è stato completamente disatteso.
L’art.13,
della direttiva per la costituzione del Comitato consultivo regionale degli
utenti ferroviari dell’Emilia-Romagna, deliberata il 24 gennaio 2005, aveva
assegnato al Crufer i seguenti compiti:
a) svolge funzioni di "osservatorio",
consultive, di verifica e proposta per la qualità del servizio di trasporto
pubblico ed in particolare in merito alla Carta dei Servizi;
b) esprime pareri consultivi su tematiche sottoposte
dalla Regione Emilia-Romagna;
c) assume iniziative di proposta alla Regione circa
gli aspetti del servizio ferroviario;
d) acquisisce informazioni in ordine all’adeguata
risposta, nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente, alle
segnalazioni e reclami raccolti;
e) effettua
studi, analisi e ricerche, anche in accordo con le competenti strutture della
Regione;
f) partecipa ai tavoli tecnici e agli organismi di
gestione del Contratto di servizi – in via continuativa o eccezionale – previo
invito della Regione.
Di tutto questo oggi non esiste più nulla tranne
quanto previsto alla lettera a.
Negli ultimi due anni siamo stati progressivamente
esclusi da qualsiasi consultazione e siamo venuti a conoscenza di iniziative e
progetti solo dopo la loro definizione o attraverso i comunicati stampa, non
ultima l’iniziativa per la gratuità per gli studenti. Proprio su questo argomento abbiamo
sollecitato per mesi la direzione regionale mobilità e infrastrutture per
essere coinvolti alfine di prevenire ed evitare lo stillicidio di errori,
ostacoli e difficoltà che hanno costellato la campagna dello scorso anno, dove
fummo costretti a fare intervenire sindaci, politici e altri amministratori per
sanare le esclusioni come gli studenti che andavano fuori regione o gli utenti
ferrobus. Errori e dimenticanze che si sarebbero potuto ovviare con meno
frastuono e minor perdita di tempo se solo fossimo stati preventivamente
consultati.
Nell’incuranza generale delle nostre richieste, anche
quest’anno abbiamo appreso la notizia dagli organi di stampa: probabilmente
avranno corretto gli errori più gravi commessi lo scorso anno, ma resta
l’evidente e assoluta volontà di fare a meno del nostro contributo e ruolo
istituzionale. La struttura regionale ha deciso di fare da sola; probabilmente
oggi i rappresentanti degli utenti sono considerati solo un ostacolo ed è stato
perso lo spirito che aveva portato alla delibera di costituzione del Crufer.
Siamo costretti a constatare che fino a due anni fa,
l’Assessore coinvolgeva regolarmente l’organismo prima di prendere tutte le più
importanti decisioni che riguardavano il trasporto ferroviario in modo che la
voce dei pendolari fosse presente nella costruzione delle linee guida che
regolavano i rapporti con le aziende ferroviarie. Ogni qualvolta si
registravano picchi di disservizi, la regione convocava le aziende ferroviarie
e i comitati per sederci tutti attorno ad un tavolo e cercare di porre fine ai
disagi e la stessa RFI ci forniva direttamente e preventivamente tutte le
informazioni relative a sospensioni, modifiche della circolazione e cause dei
disservizi. Informazioni che, oltre a permettere di fornire tempestive
informazioni agli utenti, permettevano al Crufer di svolgere in maniera
ottimale il proprio ruolo e offrire la propria consulenza. Questo è l’aspetto
più imbarazzante. Col rinnovamento del materiale rotabile, la maggior parte dei
quotidiani e reiterati ritardi sono dovuti a guasti delle infrastrutture e, non
avendo più rapporti diretti con il gestore delle linee nazionali, non abbiamo
più alcuna possibilità di conoscere le vere cause delle inefficienze.
Due anni fa, in pieno lockdown, vista la
comprensibile difficoltà di aziende ferroviarie e regione di fronte agli
effetti della pandemia, i rappresentanti dei comitati si sono resi disponibili
a partecipare a ripetute video-call serali (anche due volte alla settimana) per
fornire un costante sostegno e utili suggerimenti, oltre ad aiutare la
divulgazione tempestiva tra i pendolari di tutte le regole di comportamento e
modalità operative che cambiavano di giorno in giorno. Finita l’emergenza
prendiamo atto, con grande rammarico, che non c’è più bisogno di ascoltare e
comprendere le esigenze degli utenti pendolari.
4 commenti:
Ma non vi siete accorti che bel mandato precedente aveva votato alle regionali solo il 37% degli aventi diritto? Perciò si fingeva di ascoltare la base, ma poi grazie alla paura della lega, alle sardine ed alla falsa sinistra di Taruffi e Schlein questa paura non c'è più e i bisogni del popolo non rappresentano più un tema elettorale.
Di base qui è rimasta solo quella del karaoke!
E' veramente assurdo che un comitato di alto livello tecnico ed eccezionale disponibilita' come quello per la ferrovia porrettana non sia utilizzato al massimo. Del resto si vede ogni giorno anche in molti enti locali della zona cosa significa "ascoltare la base": sempre e solo i soliti amici, gli altri imparano le decisioni dalla stampa. Congratulazioni vivissime al partito... Democratico. D'altra parte se la maggioranza dei votanti continua a votarlo, vuol anche dire che c'e' in giro dell'autolesionismo.
Secondo voi è finita l'emergenza? Capite poco eh.
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