Il CAI comunica:
Sono sempre più numerose le segnalazioni di lupi che si spingono verso le pianure, i fondovalle e i centri urbani anche di grandi dimensioni. Nei giorni scorsi su alcune testate sono usciti articoli allarmistici che, letti da un pubblico non specializzato, possono creare effetti negativi anche a livello sociale. In particolare, in Toscana (nella zona di Lucca) e nel Friuli-Venezia Giulia (nella zona del Tarvisio), si registra una campagna sugli organi di stampa particolarmente allarmistica e talvolta fuorviante. Si tratta di un fenomeno dovuto da molteplici fattori, tra cui l'aumento numerico delle popolazioni di lupi insediate nel nostro territorio. Ma allo stesso tempo si tratta di una situazione complessa e articolata che va vissuta con conoscenza, consapevolezza e pragmatismo. Esistono normative da rispettare, situazioni contingenti da considerare ed errori che spesso involontariamente vengono compiuti proprio dall'uomo stesso.
"Queste situazioni ripropongono con forza la necessità di affrontare i problemi connessi al ritorno dei Grandi Carnivori, e non solo, con razionalità, pacatezza e moderazione. Appare evidente come la questione stia sempre più divaricando le posizioni, generando conflitti che rischiano di precludere ogni possibile e dovuta ricerca di soluzioni praticabili, condivise e ispirate al pieno rispetto delle norme vigenti", spiega il vicepresidente generale del Cai Francesco Carrer.
Per giungere, allora, a risoluzioni concrete, applicabili e condivise il Club alpino italiano auspica:
·
il superamento, in sede di Conferenza
Stato-Regioni, dei blocchi che impediscono l'adozione di un coerente Piano
nazionale di gestione del lupo;
·
una gestione sempre più attenta e rapida
delle situazioni in cui si presentino casi di ibridazione cane/lupo;
·
il consolidamento del ruolo di ISPRA
(sciogliere) come ente di carattere scientifico, coordinatore delle attività di
monitoraggio nazionale e ricerca applicata;
·
l'adozione da parte delle Regioni di
omogenee politiche agricole territoriali coerenti che non marginalizzino le attività
di montagna, con specifica attenzione alla pastorizia;
·
un'assunzione di responsabilità da parte
delle categorie agricole interessate affinché, con una presenza attiva, siano
partecipi ai necessari processi decisionali;
·
una forte e coerente azione di
promozione e sostegno al percorso verso la coesistenza, da parte del sistema
delle Aree Protette;
·
un abbassamento dei toni della
discussione da tutte le parti interessate, invitando in particolar modo la
Politica nazionale e locale nonché gli organi di stampa nazionali e soprattutto
locali a non stimolare divisioni sociali.
L'impegno del Cai
Il Cai proseguirà nel proprio impegno fornendo supporto agli Enti e alle
Istituzioni responsabili della gestione dei grandi carnivori, sia in termini di
formazione culturale sia mediante la raccolta di informazioni aggiuntive sugli
avvistamenti, segnalando situazioni problematiche di convivenza con l'uomo.
Allo stesso tempo, il Sodalizio continuerà a incentivare la messa in atto di
buone pratiche e iniziative di protezione, favorendo il dialogo e il confronto
con le popolazioni dei territori interessati e la ricerca di soluzioni concrete
e condivise con gli operatori del settore agro-pastorale e non solo. Infine,
l'associazione metterà in campo una serie di iniziative per migliorare la
conoscenza e l'accettazione dei lupi, nonché ad individuare e divulgare norme
comportamentali per i frequentatori della montagna e dell'ambiente naturale
anche urbano.
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