lunedì 20 aprile 2020

Regione Emilia Romagna, no a test 'fai da te'

Approvata delibera su esami 'rapidi', ok a piani di aziende



No ai test fai-da-te, sì invece a campagne di screening da parte delle imprese presso laboratori privati con il via libera della Direzione generale dell'assessorato alla Sanità. In questo caso i laboratori dovranno però essere autorizzati dalla Regione. Tali campagne di screening potranno essere allargate alle aree più colpite dal contagio - Piacenza, Rimini e Medicina - e ad altre categorie, dopo quella in corso sul personale sanitario e sociosanitario. Lo chiarisce la Regione Emilia-Romagna nella delibera approvata oggi sul percorso di screening avviato, per ampliare e garantire la tracciabilità dei test eseguiti, a partire da quelli sierologici rapidi.

Saranno le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale a definire come somministrare e distribuire il test sierologico rapido. Tali test rapidi, sottolinea la Regione, non potranno essere effettuati su privati cittadini, né commercializzati per autodiagnosi, al di fuori del percorso di screening regionale. Sul mercato ci sono diversi test di questo tipo ma "non tutti affidabili e compatibili con il percorso tracciato".

Anche gli operatori del settore penitenziario saranno sottoposti, in Emilia-Romagna, allo screening sierologico per rilevare gli anticorpi per SarsCov2. Lo ha disposto la Regione. Le Ausl proporranno i test alla polizia penitenziaria, ai dipendenti dell'amministrazione e della giustizia minorile, prendendo contatti con le carceri. A Bologna gli esami riguarderanno anche il provveditorato regionale. A Forlì e Piacenza, dove erano già stati fatti i tamponi, si valuterà in un secondo momento se procedere anche coi test. Soddisfazione dal sindacato Sappe. (ANSA)

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