Riceviamo:
All'origine della vicenda, la scoperta di un illecito commesso da un 57enne, già sottoposto alla misura di prevenzione della 'Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza', che avrebbe
omesso di comunicare una serie di operazioni di carattere
patrimoniale, così come previsto dalla normativa antimafia.
I
Finanzieri del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Bologna,
in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del locale
Tribunale di Bologna, hanno quindi provveduto al sequestrato
di beni immobili e
mobili, rapporti bancari, quote societarie e oggetti di pregio per un
valore complessivo pari a circa
700.000 euro. Nello specifico,
il sequestro riguarda 4 unità immobiliari
tra Bologna, Anzola dell’Emilia e Casalecchio di Reno
nonché la quota di partecipazione di una società che esercita
un’attività di ristorazione, una Porsche , svariati rapporti
bancari nonché diversi orologi di pregio custoditi in una cassetta
di sicurezza.
Le
indagini hanno permesso di accertare che l'indiziato ' ha
omesso di comunicare alla Guardia di Finanza una serie di operazioni
di carattere patrimoniale
compiute tra il 2014 e il 2018'.
Il Codice delle leggi Antimafia prevede che
le persone sottoposte ad una misura di prevenzione ( e in tale situazione si trovava il 57enne), che abbiano l’obbligo
di comunicare al Corpo per dieci anni tutte le variazioni del proprio
patrimonio di importo superiore ai 10.329 euro. Lo scopo - ha spiegato la
Finanza - "è quello di garantire il costante monitoraggio di
quei soggetti ritenuti socialmente pericolosi al fine di accertare
tempestivamente se l’incremento dei loro beni e disponibilità
finanziarie possa dipendere dallo svolgimento di attività
criminali."
Nel
caso specifico, tra le più sintomatiche variazioni patrimoniali non
comunicate emerge anche una relativa alla compravendita di
un’imbarcazione del valore di circa 100.000 euro. Accanto al
sequestro dei beni per un valore equivalente a quello delle
variazioni patrimoniali è scattata altresì la segnalazione alla
Procura della Repubblica ed ora il soggetto denunciato rischia una
condanna fino a sei anni di reclusione
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