L’utilizzo
degli animali per il trasporto della legna garantisce la
sostenibilità ambientale perché evita la realizzazione di strade
per i mezzi meccanici che rappresenterebbero una ferita nel bosco.
di
Carmine Caputo
Ogni
mattina per circa un mese 6 muli e una cavalla di proprietà del
mulaio Tiziano Ferrazza di Montale (Pistoia), partono in
carovana dal "Centro Equestre Trekking Horse" di Castel
d'Aiano per raggiungere un cantiere forestale a circa 30 minuti di
cammino, nel bosco nei pressi di Torre Jussi. Qui alle 7,30
cominciano le operazioni di carico degli animali, pronti a
ridiscendere verso il luogo di scarico dove li attende un operaio
dell’azienda forestale (la ditta di Matteo Bernardini di Porretta)
che carica a mano il legname su di un carro. A fine giornata, quindi
verso le 16,30 il carro è al massimo della sua capienza di circa 10
tonnellate, i muli iniziano il percorso di rientro al maneggio dove
potranno rifocillarsi dopo una giornata di lavoro con fieno e avena.
E a questi operosi lavoratori è ovviamente garantita anche la pausa
pranzo, con tanto di abberveratoio nel bosco.
«La
scelta fatta dall’impresa incaricata della pulizia del bosco di
utilizzare i muli nasce dalla volontà di salvaguardare il territorio
dai danni che avrebbero potuto fare i mezzi meccanici»
spiega il sindaco Alberto Nasci. «Una scelta che
l’amministrazione comunale ha approvato in pieno e che speriamo
possa essere replicata in futuro».
In
effetti il mestiere del “mulaio”, una volta molto comune in
Appennino ma ormai quasi scomparso, diventa fondamentale in attività
di manutenzione forestale perché evita la costruzione di strade che
rappresenterebbero delle vere e proprie ferite del bosco. Si tratta
di un mestiere faticoso, basato sul rispetto reciproco tra mulaio e
muli: il primo infatti è l’unico che carica la somma in groppa al
mulo, e parliamo di carichi che variano tra i 200 e i 220 chili. Chi
ha osservato queste operazioni ha colto un vero e proprio dialogo tra
mulaio e animale, fatto di gesti, vocalizzi, versi che non lasciano
spazio a fraintendimenti. Tiziano è mulaio di terza generazione, il
nonno emigrò in toscana dall’Abruzzo e il padre prima e lui dopo
hanno proseguito l’attività.
L’operazione
di pulizia del bosco prevista dall’amministrazione comunale si
concentra nella zona demaniale compresa tra le località Serra
Sarzana e La Casona, un’area a forte vocazione turistica, visto che
è attraversata dal percorso 160 della rete CAI, parte integrante del
cammino della Linea Gotica. Il
costo complessivo dell’intervento
- che comprende anche attività di pulizia presso il Picco del Falco
e la Casa delle Fate a cura della cooperativa La Pineta di Montese -
si aggira intorno ai 130
mila euro, di cui circa 100 mila finanziati con un contributo europeo
gestito dal GAL Appennino bolognese.
L’obiettivo
è eliminare le piante secche, quelle pericolose o malformate, per
favorire la diversificazione. Si opera inoltre per preservare
castagni d’alto fuso di elevato valore storico paesaggistico,
eliminando gli infestanti e gli alberi morti.
Non
solo: saranno ripristinati i sentieri interni all’area tramite il
taglio della vegetazione infestante, cresciuta perché da anni
quest’area non riceve manutenzione, la realizzazione di piccole
opere di sistemazione del piano viabile e la realizzazione di punti
di raccolta per le acque piovane. Lungo il sentiero è presente una
piccola vasca di raccolta acque che verrà ripulita e messa in
sicurezza. Infine, per completare la valorizzazione turistica, sarà
installata cartellonistica e segnaletica, nonché una area di sosta
con fontana, tavoli e un pannello illustrativo.
Nessun commento:
Posta un commento