Oggi
spazio Fico è per l’associazione “Mela Rosa Romana”. Ci si
pone l’obiettivo di rilanciare un prodotto locale che sembrava
destinato alla scomparsa
di
Carmine Caputo
Oggi,
sabato 11 gennaio l’Associazione “Mela Rosa Romana” sarà a
Fico, il parco agroalimentare di Bologna, dove dalle 11 all’ora di
pranzo offrirà a turisti e visitatori assaggi della ormai “celebre”
mela e dei prodotti che ne derivano: succhi di frutta, dolci,
marmellate. La presentazione avverrà davanti allo spazio di Emil
Banca, che ha deciso di dare una mano per la riuscita di questo
progetto.
L’obiettivo
della giornata è quello di presentare al pubblico il gruppo di
produttori, studiosi e imprenditori che da qualche anno ha preso a
cuore il rilancio di questa mela che sembrava ormai destinata
all’estinzione e che invece, grazie alle iniziative promozionali,
ha visto piantare oltre 3000 alberi negli ultimi anni, senza contare
il recupero di quelli quasi dimenticati.
Ovviamente
si parlerà della mela e delle sue proprietà, studiate grazie
all’impegno dell’Università di Bologna e in particolare del
professore emerito Silviero Sansavini (nella foto), le
cui ricerche confermano quanto i contadini e i cittadini meno giovani
sapevano da sempre: grazie ai polifenoli contenuti, questa mela ha
proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, neuroprotettive. Oltre a
essere particolarmente succosa, tanto da prestarsi bene a essere
spremuta o cotta per produrre dolci e marmellate, la mela rosa romana
ha poi una straordinaria capacità di preservarsi: può resistere
infatti oltre 6 mesi fuori dal frigo rimanendo perfettamente
commestibile e gustosa.
«Purtroppo
negli ultimi anni questo frutto tipico della collina e della montagna
bolognese, coltivato da secoli (il nome è legato al fatto che era
noto già agli antichi romani, è raffigurata anche negli affreschi
di Pompei) sembrava destinato all’estinzione» spiega Dario
Mingarelli (nella foto),
presidente dell’Associazione Mela Rosa Romana costituitasi
ufficialmente lo scorso ottobre.
«Invece grazie al nostro impegno, al professor Sansavini che ha
preso a cuore questo progetto, agli amministratori locali e adesso
anche a Emil Banca che ci ospita a Fico abbiamo decisamente invertito
la rotta. Eravamo arrivati al punto che le mele nemmeno si
raccoglievano più, invece nello scorso autunno le vendite sono
andate così bene che nei mercati dell’Appennino non se ne
trovavano.»
L’associazione
ha già chiari quali saranno i prossimi passi da compiere: catalogare
gli alberi esistenti, classificarli, certificare le piantine. E poi
muovere i primi passi verso un progetto ambizioso, quello della
denominazione di origine protetta, o comunque dell’ottenimento di
un marchio che consenta di muoversi oltre i confini regionali. Sono
state infatti soprattutto certe politiche di marketing, che negli
anni hanno privilegiato l’aspetto estetico della frutta, a causare
l’abbandono della mela rosa romana, che è piuttosto schiacciata e
meno “fotogenica” di altri concorrenti. La recente maggiore
attenzione all’alimentazione e al rispetto dell’ambiente però
possono contribuire alla riscoperta di questo alimento.
Intanto,
già dalla prossima primavera si pensa ad una festa della
fioritura: i mieli in fiore, a
maggio, sono infatti uno spettacolo anche dal punto di vista
paesaggistico, e quella può essere l’occasione per festeggiare
questo frutto antico.
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