di Marco Leoni
MATTEO
SAUDINO :
Fare filosofia
all’
università
OVVERO
Conversazione
con gli appassionati di filosofia di un professore universitario
(Nella foto il prof. Matteo Saudino)
(Nella foto il prof. Matteo Saudino)
"Siete
in moltissimi a chiedermelo, me lo chiedete su youtube, su
Instagram
e altri social : professore vorrei fare filosofia ma poi troverò
lavoro?
Ecco
non risponderò assolutamente a questa domanda ma vi proporrò alcune
riflessioni.
Partiamo
dall’inizio, la vita è
troppo breve per uccidere e soffocare le vostre passioni, la vita è
unica ed è breve
e dunque se
filosofia è la vostra grande passione
e vi siete accorti di avere una grande propensione per gli studi
filosofici
accantonate ogni dubbio e lanciatevi nel percorso di studi
filosofici.
In
Italia le università ottime di filosofia sono tantissime: Torino, la
mia città; Milano, Bologna, Venezia, poi ci sono Roma, Napoli,...
sono tante. Ottime facoltà di filosofia, pertanto scegliete una
buona facoltà e lanciatevi lungo questo viaggio se avete capito che
è la vostra passione. Quando avete una passione, quando abbiamo una
passione, questo sarà un motore che ci porterà ad affrontare le
tante difficoltà che sorgono sia durante il percorso di studi sia
dopo, quando si entrerà nel mondo del lavoro. Dunque, se
la passione è grande, seguitela.
Assolutamente
seguitela. Seguite la passione e fate filosofia, realizzate il vostro
sogno, portate a termine la vostra passione, fate filosofia.
Seconda
considerazione:
Non
avete bisogno di lavorare, siete ricchissimi o volete essere
poverissimi: Fate filosofia. Dunque: siete ricchi o siete poveri,
fate filosofia. Se siete poveri e non vi interessa la ricchezza
oppure se siete ricchi e vi basta quello che avete, allora siete
nella condizione dell’otium filosofico. Vi lanciate lungo il
sentiero della filosofia e vi divertite studiando i filosofi, facendo
laboratori, ricerche, seminari: fate filosofia. Anche in questo caso
è facile scegliere.
Avete
bisogno di lavorare, non siete ricchissimi in famiglia non avete
vinto al superenalotto e non volete vivere nell’indigenza, che
fate? E qua dovete veramente, ragazze e ragazzi, ragionare
bilanciando il cuore e la mente. Allora, partiamo dal presupposto che
la facoltà che ti garantisce il lavoro al 100% non c’è. Ci sono
facoltà che aprono maggiormente al mercato del lavoro: ingegneria
ovviamente, le discipline legate alla biologia, alla chimica, alle
neuroscienze, alle scienze mediche, infermieristiche, fisioterapia,
tutte ovviamente discipline che portano più facilmente verso il
mondo del lavoro, ma con sacrifici e senza certezze ovviamente con
tante incertezze, concorsi, spostamenti, numero chiuso, blocco delle
assunzioni, ricerca carente in Italia. Tutti questi problemi ci sono.
Ovvio che ci sono più risorse per le ricerche scientifiche che per
le ricerche umanistico-filosofiche, storico-letterarie, ma sono anche
di più le persone che fanno le facoltà di stampo scientifico.
Dunque le cose in parte, in piccolissima parte si bilanciano.
Perciò,non fatevi abbagliare dal lavoro sicuro di altre facoltà,
non è detto che sia una garanzia e dunque anche lì ritornate al
calcolo di costi e benefici.
Io
penso che un buon suggerimento è questo: mentre fate filosofia, se
volete coltivare altre passioni fatelo: scrivere perfetto, scrivete
e studiate una lingua anche due lingue, collaborate con riviste con
blog, fate teatro, occupatevi di sport, occupatevi di cinema,
coltivate tutte le altre vostre passioni, ad es. la politica, perché
vi potranno poi essere utili dopo, quando con la vostra laurea in
filosofia potrete magari continuare nel cinema, nella musica,
nell’arte, nella televisione, nel giornalismo, nell’ambito
sportivo, riqualificandovi
con la vostra apertura mentale
perché una facoltà di filosofia vi garantirà una robusta
preparazione di contenuti ma anche capacità espositive, dialettich,
di oratoria e di argomentazioni logico razionali. Avrete delle basi,
delle competenze forti da poter poi spendere in altri settori.
Dunque
non si fa, a mio avviso, la facoltà di filosofia come dei topi di
biblioteca, ma si fa la facoltà di filosofia in modo aperto. E' un
modo per guardare il mondo: voi continuate a studiare guardando il
mondo, assaporando, gustando, perché poi, dopo, con tutto quello che
avete studiato e imparato, avendo
una testa ben fatta,
potrete poi magari
andare a lavorare in altri settori apparentemente lontani.
Io
vi dico che il 70% di coloro che sono laureati in filosofia, entro i
I primi due anni, trova lavoro.
E
dove trova lavoro? Così veniamo alla vostra domanda principale.
Va
bè, l’insegnamento. Molti fanno gli insegnanti o di materia o di
materie correlate, ampliando il loro percorso di studi con i crediti
universitari. Magari sono disposti a fare psicologia, sociologia,
pedagogia, insegnanti di sostegno, alcuni rimangono in università
per un dottorato, alcuni con borse di studio, alcuni attraverso
fondazioni (pochi pochi è un mondo chiuso chiuso), altri finiscono
nell’editoria (anche qua molto difficile) ma alcuni che conoscono
una lingua come tedesco, francese, inglese, spagnolo, greco, latino
entrano nel campo dell’editoria. Molti lavorano nell’ufficio
personale delle aziende. Io sono stato selezionato presso due
aziende: una finanziaria ed una legata al mondo dell’automobile
della mia città, Torino, poi io rifiutai di andare avanti nella
selezione nel primo caso al secondo step e nel secondo caso al terzo
step, perchè? Perché volevo insegnare. Ma era un lusso. Mi sono
messo in discussione, un lusso. Perché ero talmente convinto di fare
l’insegnante che ho fatto anni e anni di precariato e di supplenze
per poter fare quello che io amavo. Ovviamente dunque era un lusso
rinunciare a un percorso da direttore d’azienda ma io, l’ammetto,
a quei quiz e a quei test e a quelle domande io veramente provavo
disgusto. Domande veramente imbarazzanti sulle passioni, come ti
vesti, il look, … ma lasciamo stare, mettiamo da parte tutto ciò,
però potete finire anche lì e se vi piace, è un buon viatico,
avete la testa aperta, conta questo. Oppure potete accedere al mondo
del giornalismo.
Io
dico sempre: fate filosofia e poi imparate a scrivere, a usare i
mezzi informatici. Quelli di scienze delle comunicazioni si
arrabbieranno con me e gli chiedo scusa, ma io preferisco che faccia
il giornalista un ragazzo che abbia delle conoscenze storiche,
filosofiche, letterarie robuste che fare soltanto magari in modo
leggero queste discipline per puntare tutto sulla comunicazione. Si
può fare una facoltà robusta di filosofia e poi formarsi
all’interno del mondo delle comunicazioni; ma adesso per fare pace
con gli studenti di scienze della comunicazione vi dico questo:
potete fare scienza delle comunicazioni e poi studiare con i manuali
che spesso consiglio e con i canali che ci sono e con Barbasofia
farvi una cultura robusta di filosofia e storia per poi essere
giornalisti che hanno contenuti, che hanno oltre che delle grandi
capacità linguistiche tecniche, tecnologiche, informatiche,
conoscenze robuste per non fare i giornalisti dell’ovvio e della
banalità che tanto troviamo sui nostri mezzi di informazione o
disinformazione.
Poi
c’è il settore legato al mondo della mente, al mondo delle arti,
dello spettacolo, poi c’è la banca. Io ho molti amici che
lavorano in banca perché, primo, conosci una lingua, hai una mente
che funziona e la banca ti assume, ti fa un mese o due di corso di
formazione e così lavori in banca. Hai fatto filosofia per lavorare
in banca? ah bello. Sì perché nel frattempo almeno ho conosciuto,
ho ampliato la mia cultura. E una mente ampia avrà sempre più
possibilità in un mondo complesso che una mente ristretta.
E
c’è anche un’altra opzione se volete.
Prendere
un’altra laurea. Però fatelo immediatamente: che lusso c’è a
cinquant’anni o sessant’anni o settant’anni. Vi fate filosofia
per ampliare i vostri orizzonti. Poi in fondo ci sono altri modi per
farlo: fare l’università per avere l’attestato è anche bello
per poter dire 'mi sono laureato', 'sono dottore in filosofia'.
Ma
la cosa più importante, e sono banale e vi chiedo scusa, è
la lezione di Socrate, è quello che vi direbbe Socrate: “conosci
te stesso”, “guarda dentro di te e cerca di capire quanti
sacrifici sei disposto a fare per la passione che vuoi portare
avanti”,
quanti sacrifici sei disposto a fare per alimentare il fuoco che hai
dentro?
Quando
ti sei dato questa risposta, ogni cammino è molto più facile da
percorrere perché per le cose che amiamo siamo disposti a fare dei
sacrifici. L’innamorato, dice Platone, si alza al mattino con il
sorriso sulle labbra, con lo slancio vitale perché ama, perché sa
che deve andare, viaggiare. Sa verso dove deve andare. E allora:
siete innamorati della filosofia, della storia, della fisica,
dell’economia? Seguite la vostra passione, non fate troppi calcoli
col bilancino del farmacista o del venditore di spezie. Non fate
troppi calcoli ma lasciatevi andare in base anche a quello che è
stato detto, poi ovviamente si potrà riequilibrarsi durante il
percorso formativo, perché bisogna avere la forza di ricalibrare le
scelte ampliando, potenziando o cambiando delle strade, invertendo
completamente rotta. Però sarete voi a capire se quella strada
universitaria che state percorrendo è quella giusta. I suggerimenti
degli amici, dei professori, dei conoscenti, dei genitori contano
fino a un certo punto perché le
cose migliori sono quelle che sentiamo dentro, quando lo senti il
percorso lo porti avanti fino in fondo, quando sei convinto il
percorso l’affronti, ma non per sentito dire, non per consiglio ma
per sano empirismo, per averlo vissuto in prima persona."
1 commento:
Ho riso molto leggendo questo articolo perchè i " filosofi " sono sempre considerati i " fannulloni per eccellenza " e, oggi anche I MORTI DI FAME !!!!!!
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