Renzo Panzacchi |
Hanno già superato il primo anno di corso in
forestazione e castanicoltura gli
studenti dell’Istituto Agroambientale Luigi Noè di Loiano e si apprestano ad
iniziare il secondo. Il corso, nato da una idea di Renzo Panzacchi, presidente
del Consorzio Castanicoltori dell’Appennino bolognese, porta i ragazzi a
specializzarsi in un settore molto caro ai soci del consorzio e di vitale
importanza per l’Appennino, quello appunto della castanicoltura.
Presidente, da dove è nata questa idea?
“
E’ nata da una semplice considerazione. Loiano, che ospita una sede
dell’Istituto scolastico Agroambientale, è al centro di un comprensorio
fortemente connotato da selve castanili che danno un prodotto di altissima
qualità. In questo comprensorio si trovano i comuni di Monghidoro, Monzuno,
Pianoro, Monterenzio, sasso Marconi, Monte San Pietro. L’idea guida è indicata
nel titolo del progetto ‘Castanea. Non solo caldarroste’. E’ un prodotto,
quello del castagneto, ancora tutto da
scoprire o almeno da riscoprire e ai ragazzi viene data questa opportunità di
prospettiva di lavoro nel comparto. Il castagneto non dà solo marroni e
castagne, ma anche altri prodotti come il legno da carpenteria e da costruzione,
la paleria e una biomassa con un grande
valore calorico”.
La cultura è però soffocata da una nuova terribile
presenza, quella della vespa cinese, cosa mi dice in proposito ?
“Come
Consorzio, in collaborazione con la Regione, siamo impegnati da anni ad
attivare una lotta biologica adeguata che è l’unico rimedio efficace contro la
vespa. Gli esperti indicano nel 2016-17 il raggiungimento dell’equilibrio tra
l’insetto dannoso e quello utile, che è il Torymus. A quel punto dovremo vedere
la ripresa totale dei castagneti”.
A Loiano avete installato anche un centro di
moltiplicazione del Torymus, vero ?
“E’
vero, la Regione ha accettato la proposta del Consorzio di affidare l’incarico
alla scuola. L’impegno è quello di rendere la regione autosufficiente nella
produzione di Torymus . La scelta del
sito di ‘colonizzazione’è caduta su un
castagneto pubblico che si trova nello condizioni ideali per questa attività: è
totalmente isolato da altri castagneti essendo circondato da una abetaia e ciò impedisce al Torymus di allontanarsi e
lo costringe a riprodursi in quella area ideale. I ragazzi, tra gennaio e
febbraio, vanno in castagneto, raccolgono 10.000 galle ( le sacche che
contengono l’insetto), le portano a scuola dove vengono conservate fino a fine
aprile quando avviene lo sfarfallamento. A quel punto le galle vengono portate
in laboratorio e preparate per i successivi lanci nei castagneti”.
C’è stato un importante convegno a Lizzano in
Belvedere sulla castanicoltura con la presenza di studiosi di fama
nazionale,l’incontro cosa ha portato di
nuovo?
“Essenzialmente
due dati importanti. Uno negativo per
l’economia nazionale è che nel 2013 l’importazione di castagne ha superato per
la prima volta la produzione nazionale. E’ ciò dimostra che esiste una domanda
che l’Appennino potrebbe soddisfare con notevoli benefico per i produttori.
L’altro dato, positivo, è che la lotta alla vespa è arrivata a regime e nel
solo periodo maggio/giugno 2014 nell’Appennino emiliano romagnolo sono stati
effettuati 245 lanci di Torymus, cioè tanti quanti ne sono stati fatti nei
cinque anni precedenti di lotta al terribile insetto. Nel solo Appennino bolognese i lanci sono stati 97 e ciò è stato possibile anche grazie al
contributo economico del nostro Consorzio”.
Quest’anno sarà ancora un anno di sofferenza
produttiva ?
“L’andamento
stagionale ha inciso negativamente su tutto il comparto agricolo, quindi anche
sui castagneti. L’abbondanza di pioggia ha danneggiato l’impollinazione. Per i
castagneti il tutto si traduce in una produzione meno abbondante, ci sono meno
ricci, anche se sono di bella pezzatura. C’è ancora comunque da sperare in 15 –
20 giorni di sole e di buone temperature per favorire la completa maturazione e la caduta del
frutto”.
C’è qualcosa che vuole sottolineare a conclusione ?
“A
dimostrazione nell’accresciuta sensibilità degli enti pubblici verso la coltura
che ha valenza ambientale ed economica, tutti si sono impegnati ad emettere
ordinanze che inibiscono nel periodo della raccolta l’ingresso nei castagneti
coltivati a raccoglitori di funghi e a cacciatori. Anche questo è il frutto
dell’attività di sensibilizzazione portata avanti dal Consorzio che trova anche
in questi successi il gradimento dei soci. In caso di abuso si può chiedere
l’intervento di tutte le forze pubbliche, Forestale Carabinieri, Polizia
municipale e Polizia provinciale”.
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