venerdì 8 febbraio 2013

Lama di Reno: il canale fa ancora paura.



L'esposizione delle richieste
Quella che doveva essere una semplice riunione fra cittadini di Lama di Reno e sindaco di Marzabotto Romano Franchi per la consegna  della petizione di ‘messa in sicurezza’ del canale che attraversa il caseggiato, si è invece trasformata in una esposizione di carenze e di ‘paure’ e soprattutto della preoccupazione che si intenda operare senza mantenere gli impegni assunti all’indomani dell’esondazione del  novembre scorso .
Il sindaco controlla le relazioni.
Il canale sorto a servizio della cartiera ora chiusa, è stato riconvertito alla produzione di energia elettrica, ma la struttura, ormai datata, presenta già dei cedimenti che preoccupano molto i residenti dei vicini caseggiati che proprio a seguito di un tappo generato da materiali legnosi fermati dalla griglia di selezione del canale hanno visto  riversare, in soli 40 minuti,  nel cortile e negli scantinati delle abitazioni un volume di acqua tale da arrivare a una altezza di circa un metro e mezzo con conseguenti danni .
L'assessore all'urbanistica Valerio Bignami accanto al sindaco.
La petizione,  sottoscritta da oltre 400 residenti ,  chiede, fra l’altro, un controllo reale delle sicurezze affidate a una autorità terza e qualificata e a non limitare tale importante garanzia a una autocertificazione degli utilizzatori. Sotto accusa l’ autorità preposta alla vigilanza e alla gestione del fiume Reno poiché non sono stati onorati, secondo i residenti,  gli impegni previsti dai regolamenti che disciplinano la concessione all’uso dell’acqua del fiume e ciò dovrebbe portare alla revoca della concessione.
La presidente della consulta di frazione, Anna Maria Testa
Ecco in sintesi le carenze della struttura denunciate nell’assemblea:  un tratto di muro in mattoni che delimita la sponda è staccato alla base e rischia di crollare, in alcune  parti del vaso del canale sono già state evidenziate crepe che lo indeboliscono, la sonda del controllo elettronico installato dopo l’esondazione per segnalare in tempo reale innalzamenti della portata e consentire un intervento immediato  sulla saracinesca di ingresso ha un solo sensore per cui se si guasta quello o è reso inefficace per cause atmosferiche il canale rimane senza ‘gestore’. Ma ciò che più preoccupa e che non fa dormire è il fatto che negli ultimi giorni, evidentemente per ottimizzare la produzione di energia, è stato predisposto un aumento di  prelievo di acqua dal Reno che ha innalzato il livello dell’acqua nel canale e in alcuni punti rende minimo il margine dal bordo. C’è chi non dorme più tranquillo e se è vero che chi è stato scottato dall’acqua bollente ha paura anche di quella fredda, qui c’è  da avere realmente paura perché di acqua proprio si tratta.
Il sindaco Franchi, dopo aver ricordato che il canale è una sua preoccupazione prioritaria e che tutti i giorni i vigili urbani verificano il suo  stato  e il volume di mandata relazionando per iscritto, ha voluto ricordare, non in difesa degli utilizzatori e dei controllori verso i quali si farà interprete delle esigenze dei residenti, che i sensori di lettura elettronica dello stato del canale, sono due ed è stata istituita una sorveglianza continua , 24 ore su 24, affidata a un nuovo assunto dalla società proprietaria del canale, inoltre è in programma l’installazione anche di una video sorveglianza dell’intero corso artificiale dell’acqua.
Altro cruccio dei residenti è quello che del rimborso dei danni causati dalla esondazione del novembre scorso da parte della assicurazione in quanto la procedura  va a rilento, mentre le aziende che hanno proceduto allo spurgo delle abitazioni inondate stanno presentando il conto. La loro richiesta è di circa 2.200 euro per famiglia. Il rischio è quindi quello di ritrovarsi ‘becchi e bastonati’, è stato detto,  per dover pagare lo spurgo e non vedere risarcito il danno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma l'aver pensato prima di non costruire in quel fazzoletto di terra no eh?

Anzi, praticamente di terra non se ne vede piu.