Don Marco a sinistra. |
I parrocchiani di Monzuno,
Trasasso e Gabbiano hanno appreso del trasferimento del loro parroco, Don Marco
Pieri, ad altra parrocchia e subito si sono riuniti in una assemblea pubblica,
moderata dal sindaco Marco Mastacchi, cui hanno partecipato oltre 200.
È emersa la forte preoccupazione
di tutti sul futuro della comunità, preoccupazione che non è stata fugata né da
un successivo incontro tra il Sindaco ed il Vicario Generale, Monsignor
Silvagni, né dalla lettera indirizzata alla comunità dal Cardinale Carlo
Caffarra.
L'affollatissima assemblea dei parrocchiani. |
In una accorata lettera inviata
al cardinale Caffarra il sindaco di Monzuno ha invitato la Curia a rivedere
questa decisione, sottolineando come il lavoro di Don Marco, lungo e pieno di
difficoltà, proprio ora stava cominciando a raccogliere i frutti, una volta
superate le diffidenze che talvolta caratterizzano le comunità di montagna. Don
Marco, continua nella missiva il primo cittadino, non solo è capace di
aggregare giovani e anziani, ma sa attrarre anche persone tradizionalmente non
molto vicine alla Chiesa e “ricopre una funzione sociale difficilmente
sostituibile”.
Don Marco con i ragazzi di Monzuno. |
Senza contare che Don Marco
svolgeva il suo servizio su un’area molto vasta che oltre a Monzuno coinvolge
le frazioni di Trasasso e Gabbiano e che il suo trasferimento ha generato tra i
fedeli molta ansia e molte domande:
perché prima di prendere questa decisione i fedeli non sono stati coinvolti, ma
sono stati posti di fronte al fatto compiuto? Chi sostituirà Don Marco? Perché,
nonostante i documenti prodotti alla conclusione del Piccolo Sinodo della
Montagna del settembre 2011, l’ìmpressione che hanno i fedeli della montagna è
quella di essere considerati di secondo ordine rispetto ai fedeli di città?
L’augurio di tutta la comunità di
cui il sindaco si è fatto portavoce è che, se proprio Don Marco deve andare
via, almeno si trovi in tempi brevi un valido sostituto.
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