Di Mario Becca
In
un meeting conviviale organizzato dal Panathlon Club “Valle del Reno” presso l’Osteria
dei Sani di Sasso Marconi, si è parlato del “momento difficile del basket
italiano”. Ospite d’onore della serata Stefano
Michelini, allenatore di basket maschile e femminile, già assistente di
Ettore Messina in Nazionale negli anni ’90, e attuale commentatore dei
principali eventi cestistici per Rai Sport; presente al meeting sassese anche Gigi Serafini, ex-pivot della Virtus
Bologna e della Nazionale italiana, con cui ha disputato 4 Campionati Europei e
2 Olimpiadi (Monaco 1972 e Montreal 1976).
ovviamente Gigi Serafini è quello a ds |
L’incontro
è stato l’occasione per analizzare la complessa situazione del basket italiano
che, tra proposte di riforma dei campionati e scontri sugli stranieri da
schierare sul parquet, deve fare i conti con le difficoltà economiche delle
società: diversi club della massima serie stanno infatti ridimensionando budget
e progetti, e per alcuni (come Roma, Treviso, Cremona, Montegranaro e Teramo) è
in dubbio anche l’iscrizione al campionato. Una fase di incertezza che si
accompagna ad una generale perdita d’appeal dell’intero movimento, confermata
anche dai “numeri”: la recente finale scudetto tra Siena e Milano, trasmessa da Rai Sport, ha fatto
registrare una media di circa 300.000 spettatori, mentre ad esempio in Spagna,
oltre 2.000.000 telespettatori hanno seguito la sfida che ha assegnato il
titolo nazionale.
Chiamati
a fornire una possibile chiave di lettura del fenomeno, i due prestigiosi
ospiti si sono trovati d’accordo su un punto: il globale abbassamento del
livello qualitativo della pallacanestro italiana. Un problema che ha origini
lontane e chiama in causa l’approccio allo sport da parte dei ragazzini che, a
parere di Serafini, hanno sempre meno “fame” e non sono stimolati ad imparare e
migliorarsi.
Colpa
anche degli allenatori, secondo Michelini, perché nei settori giovanili è
sempre più difficile trovare tecnici preparati e disposti ad insegnare basket,
promuovendo una vera cultura della pallacanestro tra i ragazzi e le famiglie.
Situazioni che si trascinano e vengono amplificate quando si varcano le soglie
del professionismo dove, ha detto Michelini, “approdano giocatori che non hanno amore né per la maglia che indossano
né per quello che fanno, circondati come sono da un ambiente ormai incapace di
trasmettere passione per la pallacanestro”. Insomma, le prospettive per il
nostro basket appaiano tutt’altro che rosee, anche perché - ha chiuso il coach
bolognese - “oggi gli allenatori, anziché insegnare basket,
tendono ad essere dei semplici ‘gestori’ di uomini, e sono sempre più
condizionati dai procuratori nelle scelte strategiche di mercato”.
Gettando
poi uno sguardo alla realtà bolognese, Michelini ha osservato come la Virtus,
dopo aver chiuso con un’eliminazione ai play-off una stagione comunque “molto positiva”, potrà far bene “se riuscirà a ricostruire la squadra del
futuro attorno a Gigli e Poeta, valorizzando i giovani di talento che ha in
casa, Imbrò e Fontecchio su tutti”.
La
serata si è chiusa con un appello lanciato dal presidente del Panathlon Club
“Valle del Reno”, Mario Becca (già componente del Comitato regionale basket ed
ex-Ufficiale di campo), contro l'inquinamento acustico delle palestre italiane:
grazie anche alla collaborazione degli esperti di Audiologika, il
Panathlon “Valle del Reno” intende infatti promuovere una campagna per far
rispettare una disposizione prevista dai regolamenti, ed evitare così di vedere
in futuro scene come quelle trasmesse in tv durante la finale tra Siena e
Milano, con grandi e piccini costretti a 'tapparsi' le orecchie per non finire
assordati.
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