venerdì 13 luglio 2012

Un mistero l'omicidio-suicidio di Lama di Reno

Roberto Rizzi

Ancora avvolte nel mistero le motivazioni del tragico gesto che ha portato ieri mattina Roberto Rizzi  a uccidere con un colpo di pistola la madre ottantottenne e a rivolgere poi l’arma verso sé stesso per suicidarsi.
Gli inquirenti sono al lavoro per cercare di scoprire qualcosa di più nella vita del cinquantasettenne ufficialmente domiciliato a Castel di Casio ma di fatto residente con la madre in una villetta di Lama di Reno nei pressi di Marzabotto.
A parte le accorate dichiarazioni sul triste momento che stava attraversando confidate all’amico che proprio ieri mattina aveva con lui svolto alcuni lavori di giardinaggio e le preoccupazioni sulla salute della madre, cui era profondamente legato, e sulle difficoltà economiche legate al prossimo pagamento dell’IMU particolarmente oneroso, non pare ci fossero problemi tanto gravi da poter giustificare un gesto estremo di tale portata.
L’uomo, a detta dei conoscenti di carattere mite e socievole, da qualche tempo era particolarmente taciturno e scoraggiato tanto da far pensare a un probabile stato depressivo che lo attanagliava. La sua situazione economica pareva del tutto tranquilla: possedeva alcune unità immobiliari di cui una grande casa dove abitava e una ferramenta a Vergato. Proprio queste proprietà sarebbero all’origine della consistente somma che avrebbe dovuto corrispondere all’erario in questo periodo.
Il profondo legame con la anziana madre si era fatto ancora più forte dopo la morte del padre avvenuta una quindicina di anni fa e la esigenza di starle sempre più vicino era aumentata ultimamente per l’accresciuta necessità di assistenza  dovuta all’età.
Un insieme di fattori che, uniti ad un ‘male oscuro’ che toglie ogni aspettativa e ogni attrazione alla vita, possono averlo portato in un tunnel senza via d’uscita.
   

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