sabato 6 novembre 2010

C'è anche il 'flagello' fagiano

C’è anche il ‘flagello’ fagiano fra quelli messi in atto dalle specie animali ai danni all’agricoltura. Degli 892.849 euro che la Provincia ha pagato lo scorso anno per danni da animali selvatici, 74.000 li ha messi in conto il fagiano. I danni che provoca sono dovuti principalmente al suo cibarsi di semi appena sparsi nei campi ed è ghiotto di uva di cui fa vere e proprie scorpacciate quando è prossima alla maturazione. Non scherza neppure la lepre che, essendo un roditore, rosicchia piantine appena nate mettendo in crisi spesso nuove piantagioni. Inoltre tutti i giorni deve pulirsi i denti rosicchiando e lo fa ai danni di cortecce di alberi. La lepre ha presentato un conto di 62.790 euro. La nuova emergenza è comunque quella del capriolo, . presente sulle colline bolognese in un numero superiore alle 20.000 unità che hanno provocato danni per 131.925 euro nel 2009. Il conto più salato rimane comunque quello rappresentato dal cinghiale che è costato nel 2009 all’erario pubblico 190.200 euro. Non scherzano neppure gli uccelli ittiofagi , tra cui gabbiani, cormorani e aironi cenerini che si gettano negli specchi d’ acqua utilizzati per gli allevamenti di pesce e si cibano di ciò che riescono a catturare. La difesa dalle loro predazioni viene fatte con reti metalliche che coprano le vasche di allevamento. Spesso l’impatto dei predatori che si gettano con tutta la velocità che il loro peso consente è fatale. Il merito alla presenza dei caprioli la responsabile della tutela e sviluppo fauna della Provincia Maura Guerrini, ha precisa che questa era pressoché insignificante 10 anni fa e invece negli ultimi anni è cresciuta tantissimo, tanto che la Provincia è dovuta correre ai ripari predisponendo pianii di abbattimenti o di prelievo sempre più severi, anche raddoppiati negli ultimi anni. Nel 2009 sono stati abbattuti in tutto 94 cervidi, saliti a 188 nel 2010; 795 i cinghiali e sono stati catturati 34 istrici. E’ andata meglio con gli uccelli: 240.161 piccioni, 3.993 storni, 1.769 gazze, 1.147 cornacchie, 692 ghiandaie e ‘solo’ 198 cormorani. Proprio contro il cormorano, ha ricordato la Guerrini, è stato approvato nei giorni un nuovo piano valido per i prossimi 5 anni che prevede un abbattimento del 30% dei presenti. Oltre al controllo c’è anche la prevenzione, fatta con sistemi, reti elettrificate, protezione olfattive acustiche e detonatori che tengono lontano gli animali dai campi, vigneti, noccioleti ecc. Fino al 20 novembre gli agricoltori possono chiedere i contributi previsti da piano di sviluppo rurale.

Una presenza importante è attualmente rappresentata dal lupo quantificata in Appennino intorno ai 50 – 85 capi, ha spiegato la Guerrini. Ma nei prossimi anni si stima una crescita fino alle 100 unità. L’area su cui il lupo risulta presente si è recentemente ampliata, arrivando a ridosso delle zone urbanizzata, colpendo pesantemente gli allevamenti di ovini. Nel 2009 sono stati 173 i capi razziati per un danno complessivo di 23.891 euro. Il progetto ‘lupo’ di Palazzo Malvezzi stanzia 120.000 euro per dotarsi di attrezzature per la sicurezza degli allevamenti, per realizzare un sottopasso per la fauna selvatica lungo la strada provinciale valle dell’Idice, nei pressi della località La Cavaliera che consentira di ottenere ‘benefici in ordine alla conservazione del lupo’ e una monografia in 2000 copie ‘per sviluppare un approccio più equilibrato al problema’.


1 commento:

C.Zecca ha detto...

E' veramente indegno che oltre all'Homo (Stupidus Stupidus, come osservava Sartori), esistano altre forme di vita animali.
E' oltremodo scandaloso che debbano anche cibarsi.

Proporrei l'eliminazione di ogni animale che non sia in stalle o negli appartamenti a produrre compagnia.

Non se ne può più.
Basta con questi animali.
Poi passeremo pure a tutti quegli alberi e boschi inutili che in questo periodo, con tutte quelle foglie che cadono, sporcano terribilmente.
Basta.
E' ora di finiamola!