I ladri scavalcano lo steccato della recinzione dove si trovano le capre che alleva, lui accende la luce per individuarli e spara per costringerli a lasciare la presa.
Protagonista dell’incontro indesiderato, il coltivatore diretto Gianni Sapori di Lagune. “Ho sparato in aria anche perché mia moglie Anna mi precedeva nella corsa per raggiungere e cercare di riconoscere i ladri”, precisa l’allevatore. Sta di fatto che i malviventi hanno pensato bene di fare un ‘onorevole’ quanto ‘opportuno’ dietro front e raggiunta l’auto che li attendeva all’ingresso del caseggiato, si sono allontanati frettolosamente aiutati dal favore delle tenebre.
“Intorno alla mezzanotte abbiamo sentito i cani abbaiare,” racconta ancora Sapori. “Intuendo quale fosse la ragione del loro latrare, abbiamo acceso la luce e abbiamo subito visto un’ombra che cercava di avvinare il branco delle capre. E’ stato naturale prendere la pistola e fare loro sapere con due colpi che erano stati localizzati. Uno dei due, un persona alta e dalla sagoma da far pensare a un europeo, ha raggiunto il cancello d’ingresso è lo ha saltato in un sol balzo”, precisa Anna Sapori. “Abbiamo chiamato il 112. I Carabinieri sono giunti in un baleno, ma non hanno potuto acciuffarli. Avrei proprio voluto che fossero caduti nella rete,” sottolinea Gianni, “ perché mi piacerebbe molto conoscerli”.
E dall’affermazione si capisce che l’allevatore ha con i ladri un conto aperto.
“Continuamente, quasi fossero guidati da un esperto di carne ovina, appena quattro o cinque giovani capi sono al punto giusto per assicurare con la macellazione un’ottima carne, improvvisamente spariscono. Quando me ne accorgo è ovviamente troppo tardi e non so neppure in quale momento è stato portato a termine il furto. Non so neppure come difendermi perché hanno l’ardire di entrare nella stalla che ho vicino casa. Certo allevare per il piacere di arricchire ‘gratis’ la tavola di altri è molto irritante”.
Gianni spiega che non sono neppure mancati i furti in grande stile. “Quattro anni fa mi presero circa quaranta capi. Fu un’operazione congegnata da veri esperti del furto di bestiame. Prendere tanti capi senza farsi sentire, utilizzando certamente un camion o un camioncino, non è da improvvisati”. E il furto di stanotte? “Avevano una macchina sgangherata che all’avvio cigolava. Mi hanno data l’idea di persone alla ricerca di cibo o di un furto utile a ricavare una sommetta. Non agricoltori siamo bersagli comodi”.
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