lunedì 24 aprile 2023

Il commercio di vicinato in Appennino langue

 


E’ in atto e avanza inesorabilmente la  desertificazione commerciale dell’Appennino bolognese.

Chi si trova a passare nei centri abitati delle valli e dei crinali anche nelle ore classiche di apertura dei negozi e dei bar, persino nei giorni festivi, rileva tristemente la lunga fila di serrande abbassate. Il commercio non abita più qui. Quello che animava la borgata o il paese non c’è più. Tutto appare spento, ‘desertificato’ appunto.

A Grizzana Morandi, parliamo quindi di un centro cittadino, l’ultimo negozio di alimentari pochi mesi fa ha chiuso e il sindaco ha postato un comunicato in cui invita a colmare il vuoto e propone una fattiva collaborazione dell’ente. Anche Campolo ha perso da tempo l’ultimo servizio di alimentari.

Se nella parte alta della vallate non va bene, non va molto meglio anche nei centri della cintura bolognese, dove la mobilità e la presenza residenziale è più elevata. Nel centro di  Sasso Marconi ha chiuso l’esercizio di alimentari ‘La Meta’ e nessuno rioccupa gli spazi liberati, ha chiuso recentemente La Bottega  di alimentari dell’apprezzata Pina e le serrande rimangono giù. Ha chiuso un panificio, in questo caso riaperto da un commerciante vicino. Sta per chiudere il negozio di abbigliamento ‘Anna’, storica presenza per ciò che riguarda la cura e lo stile della persona e si vocifera che i locali lasciati liberi saranno riutilizzati da una immobiliare che comunque lascia vuoti gli spazi occupati finora e non si sa di un riutilizzo.

La preoccupazione fra gli operatori è evidente: la perdita di offerta commerciale porta a una diminuzione di interesse dei frequentatori del borgo, sempre più tristemente desolato.

Abbiamo incontrato per alcune domande una rappresentanza degli operatori sassesi: Francesca Pilotti di Giardino Segreto e presidente della Pro loco, Monica Grandi di Bambulè, Stefano Poppi fornaio, Maddalena Di Cristo di ‘Profumo di Pane’, Gabriele Tonelli, agenzia immobiliare, Federica Guccini di Calzature Maria Rosa e  Gianluca Castagnoli,  presidente della sezione locale di Ascom:


I negozi chiudono e non c’è ricambio, quale è la difficoltà?

“Aprire una partita Iva ha un costo insopportabile. Solo costi senza certezze. C’è poi da confrontarsi anche con il peso degli affitti e delle utenze. Le liberalizzazioni ci hanno tagliato le gambe. 

Gli unici servizi presenti in centro sono immobiliari e pompe funebri. I negozi tradizionale perdono attrazione?

“Quelle sono le uniche attività che possono reggere l’urto economico cui è sottoposto l’operatore del commercio.” 

Pare un cane che si morde la coda . Diminuiscono i negozi, perde interesse la passeggiata commerciale, tutti quindi  ci perdono ?

“Si proponeva una piazza rinnovata già negli anni ’90 e una continuità di negozi con un porticato e spazi adeguati alle esigenze dei servizi che colmassero il vuoto di 80 metri di via Porrettana, fornendo ai consumatori una passeggiata commerciale attraente, ma non abbiamo avuto attenzione”.

Le amministrazioni comunali hanno puntato da sempre sul commercio di vicinato anche opponendosi all’arrivo di centri commerciali di forte impatto. L’operazione quindi non è riuscita. Chi ha mancato ?

Non ci sono colpe organizzative. Sasso Marconi non è più un paese turistico. Le colline sono vuote. La chiusura del ponte Da Vinci ci ha tolto metà dei clienti. Abbiamo assi che non giochiamo: Marconi, la Via degli Dei. Devi essere attrattivo. Gente attira gente. Serve un piano commerciale per la distribuzione dei servizi. Una analisi sullo stato del commercio per valutare cosa manca e correre ai ripari ”

Cosa chiedete ora all’Amministrazione comunale?

“Niente, perché niente ci danno. Contiamo su una visione più larga degli amministratori riguardo alla nostra materia, ma non ci ascoltano e non hanno proposte.”

Voi cosa pensate di fare?

“ Siamo dimenticati. Dovremmo chiudere per due giorni per far vedere come si sta con i negozi chiusi. Prima delle elezioni ogni negozio dovrebbe mettere in vetrina l’elenco delle necessità della categoria e quello delle promesse disattese per sollecitare l’attenzione che meritiamo. Non siamo un peso, ma forniamo un servizio primario”.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è vero le immobiliari e i funebri, vanno benissimo.

Anonimo ha detto...

Volete chiudere 3 giorni per fare un dispetto? forse non avete capito..non vi stanno togliendo il business, vogliono togliervi la vita, ed è molto probabile che ci riescano perchè non vi rendete conto di ciò che sta avvenendo intorno a voi. molti muoiono improvvisamente, molti se ne vanno all'estero e le nuove generazioni non nascono, perciò vi toglieranno tutto, case, macchine, proprietà, vita.

Anonimo ha detto...

A Pianoro invece aprono perché ci sono le fabbriche , anche se non hanno il casello autostradale , è una scelta politica da lungo tempo , vallata del Reno e del setta devono diventare gli sgabatoi dei Bolognesi.

Anonimo ha detto...

Non è vero a Pianoro è la stessa cosa, attività in crisi, in affanno se non chiuse. Lo volete capire che questi amministratori sono gli stessi? lo volete capire che questi amministratori seguono la stessa agenda? Lo sapete che Sia la Meloni che la Schlein APPARTENGONO "aLL'Aspen Institute", quando scrivo appartengono intendo che sono di loro proprietà, cioè dell'agenda fabiana della "FABIAN SOCIETY, se non lo sapete leggete il libro di Davide Rossi "Fabian Society", seguono il dictat: le persone sono troppe e inutili, chi lavora inquina, perciò basta lavoro, basta persone, se vi ca bene continuate a vivere in un mondo che è scomparso durante la pandemenza, se va bene a voi....