venerdì 21 ottobre 2011

"Fermate i lavori della galleria Val Di Sambro".





‘Fermate i lavori e valutate tracciati alternativi. Altrimenti una comunità di oltre 500 persone rischia di vedere sprofondare le proprie case e aumentare a dismisura l’elenco delle famiglie che debbono lasciare le abitazioni, come già hanno dovuto fare gli abitanti di sei sette edifici”.

L’appello è stato riportato in un incontro in Regione con la stampa dal consigliere regionale Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle, affiancato dai rappresentanti del Comitato Spontaneo di Ripoli, Alessandro Buonafede , Marco Ricci e Dino Ricci. Quest’ultimo, che abita nella zona e ha lavorato per anni alle grandi opere, ha riportato una serie di dati tecnici che dimostrano la gravità della situazione causata dalla galleria Val Di Sambro della Variante di Valico.

“Sono già stati realizzati sia un tratto di perforazione nel lato nord (1000 metri) e uno di 500 sul lato sud”, ha detto . “Man mano la enorme perforazione di 12 metri di altezza per 16 di larghezza per ogni canna viene realizzata, lo strato di terreno superiore, ove si trovano numerose abitazioni, si abbassa e ha un movimento verso il fondo valle. Ciò ha comportato notevoli danni a numerose case e si teme ora per gli agglomerati di Santa Maria Maddalena e di Ripoli che si trovano proprio sul tracciato della galleria”.

I rappresentanti hanno tenuto a sottolineare che il loro non è un comitato del ‘no’, cioè non sono contrari alla realizzazione della Variante di Valico, anzi la ritengono una infrastruttura indispensabile. Quello che si chiede è che il tracciato della galleria non sia realizzato, come ora si sta facendo, all’interno di un blocco franoso, ma vengano valutati percorsi alternativi.

Alla domanda se hanno proposte, hanno risposto: “L’autosole ‘galleggiava’ sulle frane e non incideva sulla loro stabilità e questa potrebbe essere una soluzione. Altrimenti con un percorso leggermente spostato verso est dell’attuale impronte della A1 si potrebbe passare all’interno della montagna sotto lo strato franoso con una copertura di sicurezza di 300 – 400 metri, come si è fatto per l’alta velocità a Loiano e a Monghidoro”.

Il consigliere Defranceschi ha riportato i dati dell’inclinometro rilevati a Santa Maria Maddalena dove lo spostamento di alcune case del paese è già di 9 cm in pochi mesi, ha riferito.

“Era stato previsto, a fine lavori, uno spostamento massimo di 2-3 cm e invece ora si ipotizza che sia di 10-15 cm. E pensare che le due canne del tunnel non sono che ad un quarto del tracciato sotto al paese”, ha continuato il consigliere del Movimento 5 stelle. “I numeri ci dicono che la casa più vicina alla canna nord (circa 200m) Casa Pellicciari, per fortuna in cemento armato, si è spostata di 9 cm da fine giugno a fine settembre. Con un’impressionante progressione di 1 cm negli ultimi 15gg. I dati indicano anche che con la pausa dei lavori di agosto i movimenti hanno decisamente rallentato, per poi riprendere con nuovo slancio dopo le ferie. Questo da un lato significa che la riattivazione della frana quiescente - oggi catalogata come attiva - è strettamente dipendente dai lavori di scavo, dall’altro che interrompere i lavori subito porterà a un esaurimento del fenomeno e al salvataggio del paese. Attualmente gli scavi della canna nord sono appena arrivati all’inizio del paese, mentre la canna sud è ancora lontana. Insomma gli effetti che misuriamo oggi sono il 25% di ciò che ci attende. Visto che ancora si prevedono 150 giorni di lavori, cosa succederà alle case quando i cm saranno 15-20 o 30? Un fronte di 2 milioni di metri cubi di terreno è stato attivato ed è in movimento. E sopra ci sono circa 250 unità abitative e 4-500 persone che ci vivono”, riferisce allarmato.

“Ultimo inquietante aspetto:”, ha detto Defranceschi, “ sotto la frana passa la Ferrovia Direttissima. A tutela della quale nessuno ha pensato di posizionare dei rilevatori: l’inclinometro più vicino è a 100 m, e ha
rilevato spostamenti di 3cm da gennaio a 28m di profondità, indice di frana profonda. Insomma l’asse di collegamento ferroviario tra nord e sud è a rischio. E cosa ne sarà degli allacciamenti del gas, dell’acqua e
dell’elettricità? “
Defranceschi ha concluso riferendo dell’esposto presentato dal comitato alla Procura della Repubblica: “Il Pubblico Ministero sta indagando su diversi ipotesi di reato tra cui l’art. 432 del CP, Attentati alla sicurezza dei trasporti e l’art. 635, Danneggiamento Aggravato. Ma si lavora anche sull’abuso d’Ufficio: infatti le diverse varianti del progetto e l’aumento dei costi per consolidare la galleria (non previsti ovviamente in assenza di studi geologici) hanno raddoppiato o probabilmente triplicato i costi. Si supera quindi di molto quel valore del 10% della committenza, in base al quale, secondo i Codici Europei degli Appalti, i lavori del tratto andavano rimessi a gara a evidenza pubblica”.

Lunedì mattina Defranceschi avrà un incontro con il Prefetto per esporgli la situazione che a suo parere richiede un intervento immediato.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Possibile che chi ha progettato l'opera fosse così scarso da non prevedere questi problemi?
Le frane è prudente lasciarle dormire, i montanari lo sanno bene, guardate dove hanno costruito le vecchissime case.