domenica 9 maggio 2010

Parla chi ha portati i primi soccorsi agli incidentati di Paganini


Fra i primi a giungere sul luogo dell’incidente che è costato la vita al giovani motociclista di Marzabotto, è stato Fabio Parnigotto, che ha prestato i primi soccorsi ai feriti, grazie alle sue conoscenze di primo soccorso apprese in un corso di specializzazione cui ha partecipato. “La ragazza lamentava di non riuscire a respirare perché soffocata dal sangue che le ostruiva la gola” racconta . “Con altri l’abbiamo messa di fianco, senza toglierle il casco, come mi è stato insegnato, così ha espulso sangue dalla bocca e dal naso migliorando la respirazione. Poi i medici del 118 hanno provveduto a una pulizia forzata e l’hanno trasportata all’ospedale. Abbiamo poi cercato di muovere l’auto sotto cui era finito il ragazzo che pilotava la moto, ma non ci è stato possibile. Chi ha assistito all’incidente racconta che entrambi, auto e moto, non avanzavano a forte velocità. Hanno assistito increduli all’invasione da parte dell’auto della corsia di sinistra su cui proveniva la motocicletta”. Fabio poi aggiunge quella che è la sua lettura dell’accaduto e che potrebbe spiegare perché il ragazzo alla guida della motocicletta non è stato sbalzato in alto, ma è finito sotto l’auto. “Abbiamo ipotizzato che la ragazza, seduta sulla parte posteriore della motocicletta, nell’urto sia stata sbalzata via per prima dalla motocicletta volando in auto al di sopra dell’auto. Il ragazzo alla guida, che aveva in più, rispetto alla trasportata, l’ancoraggio al manubrio della moto è invece rimasto più in basso e questo potrebbe spiegare perchè il giovane pilota è finito schiacciato sotto l’auto. La signora alla guida della vettura, in evidente e comprensibile stato confusionale, non è riuscita a fornire spiegazioni ai soccorritori”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Lavoro in ambulanza da 15 anni, sarebbe curioso sapere chi ha insegnato a mettere sul fianco un traumatizzato, non sto dando colpe a chi è intervenuto il quale so aver fatto tutto il possibile (I ragazzi erano miei amici, putroppo) ma a chi ha insegnato cose errate