giovedì 15 dicembre 2022

Il bilancio regionale 2023 porta allo scontro sulla sanità

Lia Montalti (Pd): il governo riconosca le spese straordinarie per Coronavirus e carobollette. Michele Facci (Lega) e Valentina Castaldini (FI): il deficit è strutturale e si trascina da anni condizionando l’intera manovra finanziaria

di Luca Molinari

 

Conti della sanità in pareggio grazie a fondi propri della Regione. In attesa di capire se dal governo arriveranno o meno le risorse per far fronte alle spese straordinarie sostenute dal sistema sanitario pubblico per far fronte all’emergenza Coronavirus e il carobollette, la giunta ha provveduto a reperire risorse regionali.

La conferma è arrivata oggi nel corso della commissione Politiche per la salute presieduta da Ottavia Soncini che ha discusso il pacchetto Bilancio 2023 (bilancio di previsione e collegato). Si tratta di una manovra da 13,3 miliardi di euro, di cui 9 destinati alla sanità, settore che vede confermate le misure per l’esenzione dal ticket per categorie fragili e le politiche per i nidi, prevedendo fondi aggiuntivi per il Fondo regionale per la non autosufficienza (oltre 500milioni di euro). Gli investimenti aumentano a oltre 2,3 miliardi di euro, di cui più di 1 miliardo solo per il prossimo anno grazie a una forte accelerazione nella spesa dei fondi europei per il triennio 2023-2025. Inoltre, si segnala una quota di cofinanziamenti a carico del bilancio regionale che raggiunge i 373 milioni per attivare misure per quasi due miliardi di euro.

“C’è la crisi, ma vogliamo ugualmente far crescere in maniera equa e sostenibile la nostra regione con attenzione: per noi la sanità e il welfare sono fondamentali, anche per questo ci aspettiamo risposte dallo Stato, voglio ricordare che senza le spese straordinarie Coronavirus i conti della nostra sanità si sarebbero chiusi in pareggio. Nel 2020 il governo riconobbe l’intera spesa straordinaria per il Coronavirus, cosa non avvenuta negli anni successivi visto che lo Stato ha scelto maniere di calcolo dei contributi che danneggiano Regioni come la nostra su cui gravano anche oltre 200 milioni di euro di spesa straordinaria per l’energia elettrica a seguito della ripresa dell’inflazione”, spiega la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd).

Bocciatura totale, invece da parte del relatore di minoranza Michele Facci (Lega) che ha usato parole molto pesanti proprio sul tema sanità:  “Mi spiace che parliamo della parte di Bilancio che riguarda la sanità, ma non c’è l’assessore alla Sanità Donini: mi pare una grave mancanza di rispetto perché da troppo tempo Donini si sottrae alle nostre domande”. Nel merito Facci ha sottolineato come “Il deficit della sanità condiziona tutto il Bilancio della Regione e mette in dubbio la capacità di pianificazione delle politiche finanziarie regionali. Numeri alla mano non è vero che sono il Covid e il carobollette a determinare il deficit della sanità: ci sono problemi strutturali della sanità che durano da tempo: il buco di oggi è frutto di anni di problemi e non si può liquidare parlando del Covid e delle bollette. Ci sono oltre 500 milioni di euro di buco che non dipendono dalle emergenze e che gravano su tutto il Bilancio regionale”. Facci ha anche posto il tema payback e dei dispositivi medici chiedendo di trovare soluzioni che tengano conto dell’importanza del settore.

Sulla stessa linea Valentina Castaldini (Fi) per la quale “nessuno mette in dubbio che la sanità emiliano-romagnola sia di qualità con punte di eccellenza, nonostante problemi come i pronto soccorso e le liste d’attesa, ma cosa pensiamo per il futuro? Cosa programmiamo? Come usiamo il Pnrr? Sono preoccupata del -56% per la spesa corrente, -18% di risorse per soggetti a rischio di esclusione sociale: non accetto la risposta burocratica del fatto che queste risorse non sono messe a bilancio perché ci sono i fondi europei e che quando verranno meno quelli useremo fondi della Regione. Ricordo che i fondi europei sono fondi aggiuntivi per far crescere le politiche pubbliche e non per sopperire ai fondi regionali”.

Ai temi posti dai consiglieri di minoranza ha risposto, nel merito degli aspetti tecnici, il Direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Luca Baldino, mentre per l’assessore al Welfare Igor Taruffi “occorre riequilibrare pesi e misure, ma il fatto certo è che il governo Meloni e il governo Draghi non hanno riconosciuto alle Regioni le spese straordinarie per il Coronavirus: per me non è normale che si scarichino sulle Regioni i costi di una pandemia mondiale, dovremmo tutti insieme lottare per cambiare questa situazione. Ribadisco che sul welfare non ci sono stati tagli”. Dal canto suo l’assessore al Bilancio Paolo Calvano ha ribadito la necessità che il governo integri i fondi per le spese Covid e sottolineato l’attività della Regione per un corretto uso dei fondi europei.

La commissione ha anche approvato la Nota di aggiornamento al Defr. La bontà del documento è stata presentata dalla relatrice di maggioranza Marilena Pillati (Pd) per la quale “Agiamo in una situazione complessa, caratterizzata da crisi economiche e tensioni internazionali, ma nonostante questo nel Defr c’è un incremento degli investimenti di 1,9 miliardi, in particolare per il capitolo sanità ma anche per cultura, sostegno alle imprese, agricoltura e infrastrutture. Un nuovo obiettivo è quello relativo al rigassificatore di Ravenna col quale si punta a far fronte ai costi legati alla crisi energetica. Uno degli elementi di rilievo è l’aumento di 4,5 milioni per investimenti nel triennio 2023-2025 per valorizzare il patrimonio culturale. Sul tema lavoro e formazione è riconfermata l’attività per incentivare l’occupazione nel medio e lungo periodo con investimenti dedicati alla formazione”.

Netta, invece, la bocciatura della relatrice di minoranza Maura Catellani (Lega) che ha sottolineato come “siamo di fronte, come confermato da alcune osservazioni che la Corte dei conti ha posto sul Defr nella sezione dedicata al Pnrr, a un documento superficiale e con pochi elementi descrittivi: serve quindi un monitoraggio per favorire la migliore realizzazione del Piano. Per quanto riguarda la sanità c’è un’attenta vigilanza e anche se il giudizio di parifica è positivo, degli elementi di criticità persistono. Altra nota dolente sono i Centri per l’impiego e il programma Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori): quello dei Centri è un sistema vecchio, funziona meglio il sistema delle Agenzie per il lavoro. In Emilia-Romagna i soldi stanziati per il Gol sono 56 milioni ma è inutile alimentarlo, il sistema deve essere rivisto”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La signora pillati è del PD, perciò la sua parola non vale niente!!