Prof. Giorgio Cantelli Forti
Il recupero dell’economia dell’Appennino non può
fare a meno della riutilizzazione del castagneto e non solo del conosciuto ‘marrone’
ma anche della castagna, l’albero del pane, un tempo componente essenziale
della dieta dei montanari e oggi dimenticata come tante delle produzioni
appenniniche, immolate per lo
spostamento dell’asse economico – produttivo generale dalla agricoltura all’industria
e all’artigianato. Il recupero del castagneto non ha solo una valenza
produttiva-occupazionale , ma anche ambientale e paesaggistica.
Dott. Giuseppe Nanni
Per arrivare al
recupero del tesoro dimenticato sono scesi in campo l’Accademia Nazionale di
Agricoltura e la Fondazione Cassa di Risparmio, in accordo con il Comune Alto
Reno Terme, dalla cui compartecipazione
è nato il progetto ‘La Corona di Matilde – Alto Reno Terra di Castagni’ che
inserisce l’area presa in esame nel registro nazionale dei Paesaggi Rurali
Storici del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in quanto
l’area ha ottenuto il massimo punteggio di valutazione “per aver conservato nel
tempo evidenti testimonianze della sua origine, tradizione e della sua storia ,
mantenendo un ruolo socio culturale ed economico e mostrando caratteristiche di
tradizione e storicità, con particolare riferimento alla castanicoltura”. La
valutazione è seguita a un lungo e complesso iter di selezione che ne ha
certificato l’ammissibilità.
Il progetto è stato presentato in conferenza da
presidente Accademia Nazionale di Agricoltura, Giorgio Cantelli Forti, dal
sindaco di Alto Reno Terme, Giuseppe Nanni, dal presidente Associazione Castanicoltori
Alta Valle del Reno, Domenico Medici dal presidente della Fondazione Cassa di
Risparmio, Carlo Cipolli e dal presidente dell’Accademia Nazionale di
Agricoltura Gilmo Vianello.
Dott. Carlo Cipolli |
La ‘ Corona di Matilde-Alto Reno Terra di Catagni’ circoscrive
un territorio di 2543 ettari sito nell’Alta Valle del Reno al confine tra
Emilia Romagna e Toscana in cui l’insediamento umano e della castanicoltura ad
esso strettamente correlata, sono andati sviluppandosi da più di un millennio
giungendo fino a noi con segni spesso immutati. In tali luoghi, che fanno parte
del Comune di Alto Reno Terme, emergono gli antichi borghi di Castelluccio,
Capugnano, Borgo Capanne, Lustrola, Granaglione e Boschi di Granaglione, che
conservano ancora l’esatto impianto urbanistico e le tipologie insediative e
religiose del passato. Ognuno di questi borghi è circondato da selve castanili
molte delle quali coltivate a frutto. L’insieme disegna una fascia continua
compresa tra i 600 e i 1200 metri d’altitudine e avvolge a semicerchio, da qui
la denominazione di ‘Corona’, anche la parte morfologicamente più aspra che
sale oltre i 1400 metri, per poco o nulla insediata, coperta da boschi
prevalentemente di faggi. In questi luoghi il castagno si è diffuso nel periodo
feudale sotto il governo di Matelde di Canossa (1046.1115). In Emilia Romagna i Paesaggi Rurali Storici
inseriti nel registro del MIPAAF divengono così sei di cui la Corona di Matilde
Ato Reno Terra di Castagni è il primo della Città Metropolitana di Bologna .
Prof. Gilmo Vianello |
Negli interventi di presentazione i relatori hanno
sottolineato che con il riconoscimento nazionale, questo progetto ha le potenzialità di
diventare il nuovo centro propulsivo di attività culturali e scientifiche per
tutto l’Appennino bolognese e regionale
La Corona di Matilde |
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