domenica 19 settembre 2021

FINESTRE SULLA FILOSOFIA


di Marco Leoni

Pubblichiamo un altro dei lavori di Marco Leoni, che curava questa seguita rubrica di cultura filosofica, e che purtroppo ci ha lasciati il 21 luglio scorso. Si tratta di uno degli ultimi pezzi che aveva inviato e vogliamo ricordarlo onorando la sua memoria con la filosofia, materia che tanto lo affascinava e lo aiutava ad affrontare le difficoldi salute che lo hanno accompagnato negli ultimi anni di vita.



S. TOMMASO : e il rapporto ragione fede




( lezione di Matteo Saudino , fantastico prof. di filosofia )



Dedichiamo questo intervento all’introduzione del pensiero di Tommaso d’ Aquino, massimo esponente della scolastica ovvero della filosofia cristiana medioevale.

Con Tommaso d’Aquino la scolastica raggiunge il massimo livello filosofico speculativo .

Tommaso d’Aquino , cosa importantissima, è con Agostino uno dei due grandi pilastri della dottrina cristiana.

La chiesa cattolica ha da un punto di vista filosofico, dottrinario, teorico due grandi gambe, una è la patristica Agostiniana e dunque platonico-socratica, l’altra è quella di Tommaso da cui tomismo.

Tommaso è il filosofo che ha portato dentro il mondo cristiano Aristotele. Dunque la filosofia cristiana poggia su due gambe: la agostiniana platonica e la tomista aristotelica, quindi i quattro filosofi che hanno maggiormente influenzato la teoria della Chiesa sono Agostino – Platone Tommaso – Aristotele .


Tommaso d’Aquino nasce nel 1225 vicino a Cassino , dunque nel Lazio dalla famiglia dei conti d’Aquino .

Tommaso riceve un’educazione presso il chiostro di Montecassino ed è un’educazione religiosa, poi si trasferisce a Napoli dove segue i corsi della facoltà delle arti, arti del quadrivio e del trivio, dunque tutta l’educazione delle arti liberali, poi si trasferisce a Parigi , quindi in Germania, a Colonia, dove segue i corsi di Alberto Magno, grande filosofo cristiano. Tornato in Italia inizia la sua grande speculazione filosofica con questo patrimonio che porta in dote, Aristotele .

Cosa fa di fatto Tommaso ?

Tommaso decide di tradurre e interpretare Aristotele, per riportarlo nel mondo cristiano latino: Aristotele è stato nei secoli diffusore della logica , della natura , della politica poi fu abbandonato, perduto ma nei primi anni mille viene recuperato , sapete da chi ? Dal mondo arabo mussulmano. Aristotele viene ritrovato, nelle sue opere in greco, dagli arabi mussulmani i quali traducono e interpretano Aristotele dandone delle interpretazioni, delle letture a partire dalla loro cultura arabo mussulmana. Sono grandi interpretazioni di Aristotele, ma il mondo cristiano in conflitto (sono gli anni delle crociate), col mondo arabo non ci va d’accordo e non può accogliere nel proprio seno un Aristotele islamizzato , un Aristotele arabeggiante. Allora Tommaso prende le opere di Aristotele, quelle prodotte dagli arabi e comincia a rileggerle, reinterpretarle e ridiffonderle.

Dunque Tommaso è l’Aristotele cristiano .

Tommaso porta dentro la cristianità appunto la metafisica di Aristotele, le scienze naturalistiche di Aristotele e dunque è l’autore che assume su di sé il compito di portare dentro la cristianità l’altro grande filosofo dell’antichità con Platone. Vi ricordo che Platone e Aristotele sono due autori che io chiamo sempre ‘dalla culla alla tomba’, sono due autori cioè che vi danno una risposta a tutto e su tutto.

Platone però presenta una cosmogonia, cioè ‘com’è nato l’universo’, parla di conoscenza , di politica , di etica , di arte, parla poco di scienza naturalistica, parla più di conoscenza epistemologico-scientifica. Aristotele invece parla di Sostanza, di Metafisica, di Dio come motore immobile, parla di cieli, di astri ma parla anche di etica, parla di felicità, ‘etica nicomachea’, parla di amicizia, parla di forme di governo, parla di sillogismo. Due filosofi che hanno affrontato tutto lo scibile umano.

I cristiani, attaccati da molte parti, si salvano grazie a Platone e Aristotele che vengono rielaborati, reinterpretati e cristianizzati: come Agostino ha portato Platone nel mondo cristiano così Tommaso porterà Arisotele .


Anche in questo caso, cominciamo a vedere alcuni grandi temi, punto uno
il rapporto RAGIONE FEDE .

Innanzitutto, secondo Tommaso questo rapporto è ovviamente fertile e fecondo, potrebbe un autore che reintroduce Aristotele non poggiarsi sulla razionalità? Non potrebbe, Aristotele è l’autore che più di tutti nell’antichità ha esercitato il ruolo della ragione e secondo Aristotele la Ragione permetteva di indagare la Natura. Quindi anche secondo Tommaso la ragione permetterà all’uomo di indagare la natura.

Ma cosa sono la ragione e la fede e in che rapporto stanno ?

Secondo Tommaso, all’uomo non basta la ragione per comprendere il mondo, serve anche la fede ma la fede è supportata dalla ragione, dunque la fede e la ragione sono due sentieri paralleli che però si influenzano. Questi due sentieri giungono allo stesso punto che è verità di Dio.

Tommaso non è un teorico della doppia verità e cosa intendo per doppia verità? Potremmo dire: quando c’è una verità che raggiungi con la fede e una verità che raggiungi con la ragione, queste devono coincidere, la cristianità non pensa che esistano due verità, la verità della fede e la verità della ragione perché se fosse così la verità sarebbe duplice. Il cristianesimo non è duale è monista: Dio che è Verbo, che è logos, si farà anche carne, si farà mondo, ma Dio è la verità e la verità è unica: la si può raggiungere lungo il sentiero della fede e lungo il sentiero della ragione (dunque sono due sentieri paralleli) ma che non portano un sentiero in montagna e l’altro al mare, un sentiero in un bosco e l’altro in aperta campagna , tutti e due i sentieri conducono alla verità che è unica.

Dunque non fate l’errore di considerare Tommaso d’Aquino un teorico della doppia verità.

La fede e la ragione si supportano a vicenda, in modo particolare la ragione deve chiarificare aspetti della fede, deve essere al servizio della fede, deve aiutare la fede, la ragione è utile alla fede e deve cercare di dimostrare razionalmente alcuni preamboli della fede. Ad esempio, deve provare a dimostrare l’esistenza di Dio, la ragione prova a rendere più chiara l’esistenza di Dio attraverso degli esempi, la ragione può produrre degli esempi coglibili dall’uomo che rendono più chiare delle questioni di fede:

PRIMA QUESTIONE: prova a dimostrare l’esistenza di Dio .

SECONDA QUESTIONE: elabora degli esempi chiarificatori della fede,

TERZA QUESTIONE: la ragione deve difendere la fede da chi l’attacca. Pensateci: se chi mi attacca usa la ragione, io non posso criticare chi mi critica usando la fede , perché non sarebbe lo stesso piano comunicativo. Se uno critica il tema della resurrezione e io ti rispondo Dio è risorto perché è risorto, perché io ci credo (che può essere una argomentazione perché così non devo dimostrare niente a te, semplicemente io ci voglio credere), non sono sullo stesso piano comunicativo. Se stiamo discutendo razionalmente su Dio che è uno e trino, oppure su cosa è il bene e cos’è il male, oppure se Dio ha creato dal nulla nel nulla, parliamo di tempo, se discutiamo di sostanze prime e sostanze seconde, io devo discutere con il logos non con il mito o con la superstizione o con il racconto o neanche con la fede che è superiore a tutto, non è mito o racconto soltanto. Ma se c’è una questione razionale io non l’affronto né con il mito né con la fede ma devo affrontarla con la ragione, tu mi obietti razionalmente io devo controobiettare razionalmente .

Quindi c’è un problema di verità e di razionalità e sapete come si combattono gli ignoranti? In parte non diventando ignoranti ma usando la razionalità.



A questo punto, stabilito che la ragione è al servizio della fede, qual è la cosa principale che ci dice Tommaso? che la fede va sostenuta con la ragione, bisogna cercare di dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e qui Tommaso elabora le celeberrime CINQUE VIE A DIO .

Ma di questo parleremo nella seconda parte.



FINE PRIMA PARTE



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