Una
serata per ricordare lo straordinario coraggio di Amalia
Bagnacavalli, la contadina di Oreglia che osò sfidare il potere
delle istituzioni ottocentesche e contribuì a salvare dalla sifilide
tante giovani donne
Domani,
venerdì 12 luglio, alle 21, nel parco delle Rimembranze di
Castiglione dei Pepoli, si terrà il reading teatrale “Radio
Amalia”, tratto dal libro “La sfida di Amalia. La lotta per la
giustizia di una donna nella Bologna dell'Ottocento” di David
Kertzer, lo storico americano della Brown University. Si tratta
della storia di Amalia Bagnacavalli, una giovane contadina nata e
cresciuta a Oreglia, vicino a Vergato che, per far fronte alle
ristrettezze in cui versava la famiglia, prese a balia un'orfanella
dall'Ospedale Degli Esposti a Bologna.
Dalla
bambina, tuttavia, contrasse la sifilide, e a farne le spese furono
anche il marito e la figlia, che di lì a poco morì. Nonostante
Amalia avesse notato subito che qualcosa non andava nell’orfanella
e lo avesse fatto notare al medico che gliel’aveva consegnata, non
era stata ascoltata. Solo grazie al medico del paese Carlo Degli
Esposti il male, che in quegli anni imperversava in tutta Europa, fu
diagnosticato.
Invece
di rassegnarsi all'ingiustizia, Amalia, spinta dal medico Degli
Esposti che aveva già visto troppi casi simili, si rivolse ad
Augusto Barbieri, un giovane e ambizioso avvocato, che accettò di
intentare causa al potentissimo corpo amministrativo centrale degli
ospedali di Bologna e al suo presidente, il conte Francesco Isolani,
abituato a risolvere questioni analoghe elargendo poche lire alle
malcapitate e prendendosela con il destino.
L'istituzione
pubblica sembrò poter vincere il processo: i medici nominati come
periti dichiararono che non ci fossero prove certe del passaggio del
morbo dalla neonata alla balia, nonostante fosse risaputo già dal
Quattrocento. Per l’accusa l'ospedale era colpevole di avere
sottovalutato la gravità della situazione, ma in primo grado i
giudici non ebbero il coraggio di prendere una posizione.
Il
24 aprile 1894 però la Corte di appello diede ragione alla donna,
certificando la negligenza dei medici e condannando l'ospedale a
risarcirla. La sentenza verrà poi confermata da una seconda Corte
d'appello e dalla Corte di Cassazione. L’avvocato si accordò
direttamente con il conte Isolani, ma per Amalia e il marito si
rivelò una beffa: le spese legali di Barbieri infatti superarono il
risarcimento pattuito con l'ospedale.
Poco
o nulla si sa del resto della vita di Amalia. Eppure, grazie al suo
coraggio, tante altre giovani furono messe in guardia e salvarono se
stesse e i loro figli da un contagio sicuro.
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