giovedì 11 luglio 2019

A Castiglione musica e reading teatrale dedicati ad Amalia, la giovane contadina che si ribellò all’ingiustizia

Una serata per ricordare lo straordinario coraggio di Amalia Bagnacavalli, la contadina di Oreglia che osò sfidare il potere delle istituzioni ottocentesche e contribuì a salvare dalla sifilide tante giovani donne

Domani, venerdì 12 luglio, alle 21, nel parco delle Rimembranze di Castiglione dei Pepoli, si terrà il reading teatrale “Radio Amalia”, tratto dal libro “La sfida di Amalia. La lotta per la giustizia di una donna nella Bologna dell'Ottocento” di David Kertzer, lo storico americano della Brown University. Si tratta della storia di Amalia Bagnacavalli, una giovane contadina nata e cresciuta a Oreglia, vicino a Vergato che, per far fronte alle ristrettezze in cui versava la famiglia, prese a balia un'orfanella dall'Ospedale Degli Esposti a Bologna.
Dalla bambina, tuttavia, contrasse la sifilide, e a farne le spese furono anche il marito e la figlia, che di lì a poco morì. Nonostante Amalia avesse notato subito che qualcosa non andava nell’orfanella e lo avesse fatto notare al medico che gliel’aveva consegnata, non era stata ascoltata. Solo grazie al medico del paese Carlo Degli Esposti il male, che in quegli anni imperversava in tutta Europa, fu diagnosticato.

Invece di rassegnarsi all'ingiustizia, Amalia, spinta dal medico Degli Esposti che aveva già visto troppi casi simili, si rivolse ad Augusto Barbieri, un giovane e ambizioso avvocato, che accettò di intentare causa al potentissimo corpo amministrativo centrale degli ospedali di Bologna e al suo presidente, il conte Francesco Isolani, abituato a risolvere questioni analoghe elargendo poche lire alle malcapitate e prendendosela con il destino.
L'istituzione pubblica sembrò poter vincere il processo: i medici nominati come periti dichiararono che non ci fossero prove certe del passaggio del morbo dalla neonata alla balia, nonostante fosse risaputo già dal Quattrocento. Per l’accusa l'ospedale era colpevole di avere sottovalutato la gravità della situazione, ma in primo grado i giudici non ebbero il coraggio di prendere una posizione.

Il 24 aprile 1894 però la Corte di appello diede ragione alla donna, certificando la negligenza dei medici e condannando l'ospedale a risarcirla. La sentenza verrà poi confermata da una seconda Corte d'appello e dalla Corte di Cassazione. L’avvocato si accordò direttamente con il conte Isolani, ma per Amalia e il marito si rivelò una beffa: le spese legali di Barbieri infatti superarono il risarcimento pattuito con l'ospedale.

Poco o nulla si sa del resto della vita di Amalia. Eppure, grazie al suo coraggio, tante altre giovani furono messe in guardia e salvarono se stesse e i loro figli da un contagio sicuro.

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