lunedì 5 giugno 2017

L'Emilia dei primati ora alza il gomito, il 28 per cento beve tutti i giorni. La regione balza in testa nella classifica sul consumo di alcolici. Sono 574mila le persone a rischio etilismo, 14 abitanti su cento.

Da R.it


Il 2016 è stato l’anno del sorpasso: dopo tanti secondi, terzi e quarti posti, l’Emilia Romagna ha conquistato il titolo di “regione che alza di più il gomito”. O almeno, di quella che beve alcolici con più frequenza. Abusandone, spesso e volentieri. A certificarlo è l’Istat, che nel suo ultimo report sul consumo di alcol lo mette nero su bianco: da Piacenza all’Adriatico, dagli Appennini al Po, l’anno scorso il 28,5% della popolazione sopra gli 11 anni ha bevuto alcolici tutti i giorni. Un dato, in aumento rispetto al 2015 (quando la percentuale si fermava poco sotto al 26%), che proietta l’Emilia Romagna in cima all’elenco delle regioni italiane, davanti a Val d’Aosta e Toscana, ex capolista.
In sostanza, secondo le stime dell’Istat, si parla di oltre un milione e 136mila bevitori abituali. Per la stragrande maggioranza si tratta di uomini, ma un po’ a sorpresa sono le donne a crescere di più: oltre 60mila in più solo tra il 2015 e il 2016. Le emiliano romagnole che amano concedersi una birra, un calice di vino o un drink almeno una volta al giorno sono il 18,8% del totale, e anche in questo caso si tratta del dato più alto di tutta la Penisola. Ad aggiungere una nota di preoccupazione al tutto, in ogni caso , è la percentuale di quanti il gomito lo alzano davvero troppo. Sono in 574 mila, il 14% della popolazione, infatti, a praticare un «consumo abituale eccedentario», ovvero a bere più di due unità alcoliche al giorno per l’uomo (un paio di lattine di birra o di bicchieri di vino, per intenderci), una per femmine, minori e anziani. Il dato è rilevante non tanto e non solo perché, ancora una volta, è il più alto a livello nazionale, ma anche perché conferma un aumento costante da tre anni a questa parte. Ancora nel 2014, infatti, la stima Istat arrivava si è no all’11%, circa 100mila persone in meno rispetto all’anno scorso. Sia chiaro: questo non significa certo che il 14% della popolazione dagli 11 anni in su sia da etichettare in toto come alcolizzata, ci mancherebbe. Ma gli esperti ricomprendono l’uso eccedentario nei «comportamenti a rischio».
Il doppio incremento, in ogni caso, non è esattamente un fulmine a ciel sereno. Anzi, di fatto conferma l’inversione di tendenza registrata già a partire dal 2015, con la quale l’Emilia Romagna ha interrotto il trend di diminuzione che durava da tempo. Proprio due anni fa la nostra regione ha toccato il record dei non astemi, ovvero di chi beve una bevanda alcolica «almeno una volta all’anno». Circa sette emiliano-romagnoli su dieci, un dato che trova conferma anche sul 2016. Ora, con l’aumento anche dei bevitori assidui siamo di fatto tornati ai livelli del 2011. E cioè indietro di sei anni.

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