lunedì 25 aprile 2016

La Festa della Liberazione a Sasso Marconi.


La Resistenza fu, certo, guerra civile di un pezzo d'Italia contro un'altra, ma fu anche una guerra patriottica contro l'occupante tedesco,” ha voluto precisare il senatore Sergio Lo Giudice nel suo discorso in piazza a Sasso Marconi per le celebrazioni del 71° anniversario della Liberazione. “E fu il compimento di quell'atto collettivo di rottura col passato recente e di rifiuto del Fascismo. La Costituzione italiana rappresenterà il suggello di questo cambio di era”. L'orazione dell'onorevole è poi continuata con una visione al presente: “ La Resistenza rappresenta ancora oggi una riserva di potenzialità inespresse, uno strumento di garanzia dei diritti e delle libertà. Anche i diritti che non potevano essere messi a fuoco dai padri costituenti trovano il loro fondamento in una Costituzione lungimirante, a partire dalla situazione dei tanti rifugiati e richiedenti asilo i cui diritti umani fondamentali esigono di essere rispettati in nome della nostra carta costituzionale”. E che la festa della Liberazione a Sasso Marconi abbia coinvolto i rifugiati e richiedenti asilo lo si è visto nella presenza degli ospiti di Villa Angeli, gruppi di rifugiati fuggiti dalle guerre che devastano i loro paesi. I rifugiati hanno accompagnato la loro presenza con il suono dei tamburi tradizionali africani e hanno raccontato la loro partecipazione con la lettura dei loro pensieri dal palco. Hanno ringraziato Sasso Marconi e i sassesi per l'accoglienza a loro riservata e hanno rimarcato che , come la Resistenza fu la Liberazione dal totalitarismo e dalla guerra, così auspicano una Liberazione dalla guerra nel i loro paesi”.

La festa, organizzata dall'ANPI e dal Gruppo XXV Aprile di Sasso Marconi, non ha poi dimenticato i Caduti. Un corteo aperto dal sindaco Stefano Mazzeti, dal senatore lo Giudice e dall'onorevole Marilena Fabbri, partito dalla piazza centrale ha raggiunto il monumento dedicato alla Memoria per la deposizione di una corona. 



Il drappo appeso alla facciata del Comune porta in ogni casellina colorata il nome di uno studente di Sasso Marconi che ha partecipato alla realizzazione.




 

14 commenti:

Anonimo ha detto...

I Caduti e il Monumento alla Memoria vengono ricordati solo un giorno all'anno, il 25 aprile, dopodiché la corona d'alloro e i fiori rimangono secchi fino a quasi l'anno successivo poi gli stessi giardini sono lasciati in stato di degrado con giochi rotti e pericolosissimi per i bambini che ci volessero giocare.

Anonimo ha detto...

Da quel che si vede dalle foto il corteo con in testa Mazzetti(lo si vede solo nelle "grandi occasioni"), sarà formato da un trentina di persone di cui il 70% extracomunitari.

Anonimo ha detto...

chiamatelo corteo......si sono ridotti in 4 gatti.
Si ricordano i caduti di 70 anni fa x dovere, mentre i vivi di oggi sono dimenticati ma ricordati solo x quel che riguarda la perenne tassazione coatta.

Anonimo ha detto...

ma gli immigranti cosa ne sanno della nostra storia di liberazione, guardandoli... mi sembra di capire che non gliene frega nulla e che ne hanno abbastanza della loro liberazione, non ancora avvenuta.

Anonimo ha detto...

Purtroppo solo qualche ultraottantenne, alpini, extracommunitari, autorità....

Anonimo ha detto...


la gente sta male e ne ha abbastanza dei festeggiamenti ai caduti di 70 anni fa quando nemmeno si ha di che ricordare quelli in piedi ancora oggi, cioè i vivi.
Festeggiamo i vivi, per un benessere reale.

Anonimo ha detto...

Il 25 era anche l'anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, una città come Sasso MARCONI forse poteva anche ricordarlo....

Anonimo ha detto...

E' vero quello che dice 25 aprile 20:40....il monumento ai caduti dei giardini, per tutto l'anno è solo bersaglio di pallonate dei ragazzi che ci giocano, poi solo il 25 aprile qualcuno (sindaco compreso) si ricorda solo per dovere d'ufficio.

Anonimo ha detto...

qulcuno vada a vedere come è ridotta la "pianta simbolo del gemellaggio con Helston" posta nel parco di via achillini in occasione del 60°(?): è tutta SECCA, l'hanno lasciata seccare, questo dimostra che tutti (SINDACO E ASSESSORI)belli nelle grandi occasioni, poi dal giorno dopo NON GLIENE FREGA PIU' NIENTEEEE !

Anonimo ha detto...

25 aprile non è mai stata una festa inclusiva e nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse, che rappresentano legittimamente una parte degli italiani, ma solo una parte, non sono l’Italia. È una festa nata contro “gli italiani del giorno prima”, ovvero non considerava che gli italiani fino ad allora non erano stati certo antifascisti. Non è un festa di tutti gli italiani, perché non rende onore al nemico, anzi nega dignità e memoria a tutti costoro, anche a chi ha dato la vita per la patria, solo per la patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta. Oggi c’è una rinnovata enfasi corale per un evento che più si allontana nel tempo, più è lontano dalla sensibilità della gente e più viene imposto mediaticamente. Per cui mi sono convinto che sia necessario ridiscutere il valore di questa festa così come viene concepita”, scrive Marcello Veneziani. Impossibile la riappacificazione nazionale, unico gesto utile a rendere memoria a chi ha ceduto la vita combattendo per un’idea, verso cui dignitosamente va riconosciuta memoria, questo sì. Unico gesto utile a garantire una reale coscienza nazionale, un reale impulso democratico.

Anonimo ha detto...

Ma cosa c’entrano i rifugiati ed i migranti economici con la resistenza?
Direi più che ne sono la negazione, i rifugiati sono gente che fugge dalla lotta per liberare il loro paese e magari pretendono che ci pensino altri, esempio quelli stessi che li stanno mantenendo, sono più assimilabili a dei disertori o profittatori che a dei partigiani.
Riguardo alle poche presenze, bisogna ricordare che i partigiani d’allora come mi diceva l’altro giorno mia zia (partigiana, battaglia di porta Lame) sono ormai quasi tutti morti ed i pochi superstiti sono ultranovantenni. Per i giovani d’oggi difficile rendersi conto del senso di sollievo, libertà e di rinascita provata dai giovani d’allora alla caduta del Nazifascismo se non dal racconto dei vecchi che hanno vissuto quell’esperienza. Il 25 aprile per me è anche mia madre, persona semplice e che non si interessava di politica che recuperato un tricolore di carta (una volta i quotidiani avevano la bella abitudine di metterne uno fra le loro pagine in occasione di questa ricorrenza) lo appendeva con due mollette da bucato sul balcone.

Anonimo ha detto...

La Fabbri ultimamente è molto impegnata a Roma...

Anonimo ha detto...

Però come sindaco la Fabbri ha effettuato un buon mandato, a differenza dell'attuale, che il paese lo vede solo nelle feste comandate.

Cesare Zecca ha detto...

> dei tanti rifugiati e richiedenti asilo

Falso.
La maggior parte degli invasori sono migranti economici, non rifugiati ed altro.
Potrei fornire molti dati ma, visto che si tratta di una liturgia di una nuova fede oppiacea che, come tutte le religioni, è ostile alla realta', si tratta di fatica sprecata.
Se si assume questa menzogna come chiave di volta di tutta questa mappazza chiesastica e' ovvio che tutto il resto ne risulti screditato (e non ne ha bisogno vista la catasta di falsi storici e ideologici che ha inquinato la fine del secondo conflitto mondiale e il passaggio dalla monarchia / fascismo alla repubblica).

Una mattina mi sono alzato e ho trovato milioni di invasori.

Preparazione di un europicidio in corso, ecco i nuovi collaborazionisti.
Gia'.