mercoledì 27 aprile 2016

A FORZA DI TAGLI CALA 'LA SCURE' PURE SULL’ASPETTATIVA DI VITA DEGLI ITALIANI.

Vincenzo Tondolo ha chiesto la pubblicazione dell'interessante articolo apparso sul Fatto Quotidiano di oggi, a firma di Tommaso Rodano. 



E sulla prevenzione “siamo la Cenerentola del mondo”.

Per la prima volta nella storia del nostro Paese, in tempo di pace, l’aspettativa di vita è diminuita rispetto all’anno precedente. È il numero più allarmante del rapporto OsservaSalute 2015, curato dall’osservatorio delle Regioni e presentato ieri mattina all’Università Cattolica di Roma.
Nel 2015 la SPERANZA DI VITA per gli uomini italiani è stata di 80,1 anni e di 84,7 per le donne, mentre nel 2014 era di 80,3 anni per gli uomini e 85 per le donne. Cosa c’è dietro queste cifre?
Secondo Walter Ricciardi, il medico che ha coordinato il gruppo di ricerca che ha prodotto il report, a incidere sono essenzialmente I TAGLI ALLA SANITÀ PUBBLICA, che penalizzano in particolare i livelli di prevenzione: “Anche quest’anno – ha spiegato Ricciardi – le analisi contenute nel Rapporto Osservasalute
segnalano numerosi elementi di criticità, in quanto confermano il trend in DIMINUZIONE DELLE RISORSE PUBBLICHE a disposizione per la sanità, l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le ESIGUE RISORSE DESTINATE ALLA PREVENZIONE e le persistenti iniquità che assillano il Paese”.
Il governo Renzi nel 2015 ha sottratto alla sanità pubblica 2,35 miliardi di euro, ma i sacrifici non sono finiti: il Def ha annunciato altri 2 miliardi di tagli per il 2016, 3,5
miliardi per il 2017 e 5 miliardi per il 2018.
La riduzione delle risorse inciderà su una situazione generale già non idilliaca: L’ITALIA, AD ESEMPIO, DESTINA ALLA PREVENZIONE APPENA IL 4,1 PER CENTO DELLA SPESA SANITARIA TOTALE, una delle percentuali più basse d’Europa. Il rapporto dice anche che i livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni che dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini, non sono rispettati nelle Regioni sottoposte a piani di rientro dal deficit.
Secondo Ricciardi, l’Italia è addirittura “Cenerentola del mondo” per quanto riguarda gli investimenti in prevenzione: “In particolare per le vaccinazioni e gli screening oncologici, mai partiti o che funzionano a macchia di leopardo, soprattutto per le donne”. Un altro motivo d’imbarazzo, secondo il medico, sono le disparità dei dati sull’aspettati va di vita: “Oggi per i cittadini di Campania e Sicilia è di quattro anni più bassa rispetto a quella di chi vive nelle Marche o in Trentino. Abbiamo perso in 15 anni i vantaggi acquisiti in quaranta. L’Italia ha ancora uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, ma questo vale solo per una minoranza di italiani”.
Perché si decida di tagliare sulla sanità pubblica, numeri alla mano, non è affatto chiaro. In media, l’Italia è uno degli stati occidentali che ha la spesa più bassa: sono 1.817 euro pro capite nel 2014 (come nell’anno precedente), la Germania spende
l 68 per cento in più, la Finlandia il 35, il Canada addirittura il 100. La Regione che spende di più per la sanità pubblica è il Molise: 2,226 euro per cittadino.
Quella che spende di meno è la Campania: 1.689 euro.
UNO DEI CALI più consistenti e preoccupanti è quello che riguarda le vaccinazioni. L’antinfluenzale per gli over 65 è sceso in poco più di dieci anni dal 63,4 (2003) al 49 per cento (2015).
Questo dato, abbinato alla struttura demografica della popolazione italiana, particolarmente anziana (oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, gli ultracentenari
sono circa 19 mila), può spiegare perché nel 2015 sia esploso il dato sulla mortalità: nell’ultimo anno i decessi sono stati 54 mila più che nel precedente.
C’è una lieve flessione anche delle vaccinazioni obbligatorie in età pediatrica, che nel 2013 rispettavano l’obiettivo minimo del 95 per cento entro i due anni di età, poi hanno subìto una leggera flessione, ma restano sopra al 94 per cento.
Diminuiscono i fumatori (nel 2010 erano il 22,8 per cento della popolazione italiana sopra i 14 anni, nel 2014 sono scesi al 19,5), la percentuale dei consumatori di alcol a rischio invece è rimasta sostanzialmente invariata.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto si tiene.
Come si può facilmente rilevare anche da recenti articoli su questo blog, è chiaro a chiunque lo voglia vedere che avanza in modo sempre più rapido e scoperto, il disegno del PD volto a privatizzare la sanità.
È altre si evidente che al privato non interessa la prevenzione. Anzi.

Anonimo ha detto...

Così le banche strozzano gli italiani al banco dei pegni
Redazione Gio, 28/04/2016 - 10:09

Anziani e bisognosi in coda al banco dei pegni. Le banche valutano l'oro meno della metà e così fanno soldi a danno dei poveri italiani. pensionati, bisognosi, poveri, italiani in difficoltà. I soldi per arrivare a fine mese non bastano, le pensioni sono minime e così i cittadini sono costretti a rivolgersi al banco dei pegni. Costretti a perdere i ricordi di una vita per colpa di una crisi che non perdona. Che non lascia scampo. Sostenuta da uno Stato che richiede tanto e dà poco in cambio. Lo sanno bene i disoccupati, i pensionati, le famiglie e quelli che lavorano con lo stipendio medio di cui la metà va in ritenute statali, es previdenza, irpef, addizionali comunali e regionali, l' altra metà al pagamento delle utenze.....non rimane nulla per le medicine ed cure sanitarie , con il beneplacido dei politici ladroni e cialtroni.

Anonimo ha detto...

Le nostre e vostre pensioni nelle mani di banche e assicurazioni.

Sapete che cosa si nasconde dietro il balletto delle pensioni? Sapete chi ci guadagna in tutto questo fiume di dichiarazioni in cui non si capisce più nulla? Dietro il gran ballo delle pensioni c’è l’idea di privatizzare il futuro degli italiani, sia dal punto di vista della sanità, del credito e delle pensioni in particolare. Di far fare a banche, assicurazioni e grandi corporation quello che lo Stato non può fare o non vuole fare perchè è un bagaglio di troppo, ingombrante e di perdita di tempo, ha ben altro da fare che occuparsi di fronzoli e dei diritti sociali economici dei cittadini.

Anonimo ha detto...

OsservaSalute registra un chiaro peggioramento. Però se vediamo il bicchiere mezzo pieno, possiamo anche essere contenti del fatto che il principio base del nostro Ssn, l'universalismo delle prestazioni, rimane ancora valido. Eppure cresce il numero delle persone che non riesce piu ad accedere normalmente al servizio. Se poi vediamo il vuoto del bicchiere, a parte gli aspetti corruttivi, alle inefficienze, agli sprechi, dobbiamo prendere atto che l'aspettativa di vita - pur essendo a livelli record - è per la prima volta in controtendenza, che la prevenzione perde colpi e soldi (un miliardo di euro in meno), che la lotta ai tumori non avanza, che il divario tra le Regioni si allarga in modo perfino punitivo per chi vive in alcune zone del Paese.

Anonimo ha detto...


ITALIANIIIIIIIII ! purtroppo brava gente......purtroppo!!!!