mercoledì 4 settembre 2013

Sanità: e a rimetterci è sempre l'ammalato.




La SANITA’ anima l’informazione politica.

Il consigliere regionale del M5S  DEFRANCESCHI ha infatti inviato un comunicato-denuncia con il titolo ‘VUOI SAPERE COME STAI? PAGHI. IN EMILIA-ROMAGNA CARTELLE CLINICHE A PAGAMENTO A DISCREZIONE DELLA ASL.

Vuoi sapere come stai? Devi pagare: ricevere le cartelle cliniche, documenti personali conseguenti esami certo non regalati dal servizio sanitario nazionale, sono a pagamento.
Una signora, a Rimini, si è sentita chiedere fino a 300 euro per le cartelle cliniche della figlia. In genere si paga una quota fissa più (non sia mai) il costo delle fotocopie. Ma ogni ospedale fa a propria discrezione. Per esempio a Modena se fai 10 day-hospital ‘vinci’ una cartella clinica unica, mentre a Rimini 10 day-hospital ti equivalgono a un bel pacchetto di 10 cartelle cliniche diverse ,  che, ça va sans dire, paghi singolarmente. E se non hai i soldi, cosa fai? Ti accontenti di augurarti che gli esami siano negativi?
Per quanto ne sappiamo  e abbiamo indagato, non risulta che siano presenti linee guida o normative regionali riguardanti l'applicazione dei costi e le modalità per il ritiro da parte del cittadino delle proprie cartelle cliniche. Risulta anzi che ogni ente ospedaliero o ogni Asl si regoli in autonomia, con evidenti disparità di costi e di modalità di rilascio, in differenti aree. E le conseguenze si vedono.
Questo in barba naturalmente alla ‘Carta europea dei diritti del malato’, che prevede: ‘ogni individuo ha il diritto di accedere a tutti i tipi di informazione che riguardano il suo stato di salute e i servizi sanitari e come utilizzarli’, o anche che ‘un paziente ha il diritto di accedere direttamente alla sua cartella clinica e alla sua documentazione sanitaria, di fotocopiarle, di fare domande circa il loro contenuto e di ottenere la correzione di ogni errore esse potessero contenere’. O ai Tribunali del Malato che hanno trattato l’argomento e dichiarato che le amministrazioni sanitarie sono tenute a consegnare copia della cartella clinica entro pochi giorni e a costi ridotti.
Possibile che in una regione come la nostra, che vanta eccellenze a destra e a manca (soprattutto a manca…) fatichi nell’evoluzione  a danno (e costo) per i cittadini?
In alcuni ospedali del nostro paese è ‘già’  possibile richiedere le cartelle cliniche in formato digitale (su CD), in genere con costi minori; un singolo CD ha un costo vivo di poche decine di centesimi, e può da solo contenere numerose cartelle cliniche.
Ho depositato oggi un’interrogazione perché mi piacerebbe sapere se esista, e nel caso a che punto sia, un progetto di digitalizzazione delle cartelle cliniche su tutto il territorio regionale.
E non è che, per caso, ci sia la (remota) possibilità di integrare progetti di digitalizzazione delle cartelle cliniche con il sistema del Fascicolo Sanitario Elettronico, già attivo nella nostra Regione, in modo da rendere disponili le cartelle cliniche personali, con criteri di sicurezza e privacy, anche tramite questo strumento?
Insomma, non è che per caso abbiamo intenzione di andare verso lo snellimento, il risparmio e l’efficienza?”





1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma quali diritti... L'uomo mette un Metallo Prezioso nelle marmitte catalitiche delle auto per proteggere l'ambiente. I Dentisti, per proteggere il loro portafoglio, mettono il cromo, il cobalto, il nichel e lo zirconio nella bocca dell'uomo. Bisogna chiedere al dentista e pretendere che utilizzi Leghe Dentali Preziose, Biocompatibili e Sicure per la Salute.