Bici in onore di Mauro |
Una bicicletta bianca e una croce
collocati sul punto dell’incidente che ha preso la vita a Mauro Talini ricorderanno
il ciclista italiano, la sua battaglia
solitaria contro la malattia e contro la
povertà dell’anima dell’uomo quando non guarda chi è in difficoltà. La notizia è di Marta e Massimiliano giunti da
Bologna in Messico subito alla notizia della tragica scomparsa dell’amico.
Essi
scrivono:
L'accoglienza |
Oggi
Domenica 19 Maggio, siamo giunti ad Hermosillo volando da Città del Messico,
verso le 11 locali. Ad attenderci c’erano Maria del rosario Zamaccona,
missionaria dell’immacolata che opera ad Ensenata- Maneadero sulla costa
occidentale del Messico (dove Mauro avrebbe fatto tappa proprio in questi
giorni) e due funzionari del municipio, oltre ad un numeroso gruppo di
fotografi e giornalisti rappresentanti di tv e giornali locali.
La cerimonia con le autorità |
Siamo partiti verso Caborca dove abbiamo
trovato la salma di Mauro, accompagnati dai 2 funzionari Abbiamo ripercorso la
stessa strada che Mauro fece domenica 12 maggio e lunedì 13 maggio, fino a
risalire al luogo dell’incidente. Ad aspettarci c’erano i rappresentanti dei comuni
limitrofi, il sindaco (Francisco Jiménez Rodrìguez) e il gruppo dei ciclisti ‘club.corallilos
MTB’ della città di Caborca.
Ci è stata presentata dalla polizia
federale, la dinamica dell’incidente che conferma che un tir ad alta velocità
ha travolto Mauro, trascinandolo per circa 100 metri e lasciandolo senza vita
ai bordi della strada. Ci hanno assicurato che le indagini sono in corso e
proseguiranno con l’intento di individuare il guidatore del tir, che risulta
tutt’oggi sconosciuto.
Cosa toccante è stata una bici che il
gruppo dei ciclisti ha fatto in onore di Mauro, collocandola assieme ad una
croce nel luogo dove è stato trovato il suo corpo.
Dopo un breve momento di preghiera siamo
ripartiti per Caborca.
A Caborca abbiamo per prima cosa
riconosciuto la salma e poi sbrigato diverse pratiche burocratiche che normalmente
richiedono molti giorni, ma che con l’aiuto di molte persone, forse potranno
concludersi prima della fine della settimana, con il rimpatrio del feretro.
C’è stata dimostrata grande sensibilità
ed accoglienza; l’incidente di Mauro ha toccato il cuore di molte persone
creando al tempo stesso dolore e un desiderio di partecipazione e di
condivisione a tener viva la testimonianza di Mauro con atti concreti per dare
continuità al messaggio di speranza racchiuso nelle 3 S (salute, solidarietà e
sport).
Ci son stati riconsegnati gli effetti personali di Mauro, escluso la
bici che rimarrà a disposizione delle autorità fino al completamento
dell’indagine.
La giornata si è conclusa con un incontro/intervista
con molti giornalisti, che desideravano particolarmente conoscere chi era Mauro,
questo ragazzo ciclista insulino-dipendente che con la sua semplicità e umiltà
ha seminato valori, come l’amore, la fiducia, il coraggio e trasmesso la fede e
la gioia di non mollare mai.
La promessa e la certezza da parte
nostra e di tutte le persone che hanno seguito Mauro, è quella che questi semi
possano produrre i frutti … che l’amore crede nell’impossibile.
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