Gli esperti |
Il
Comune di Monzuno, per un miglior chiarimento sull'esito degli esami effettuati per verificare la presenza di aminato nel matriali di scavo della Variante di Valico, ha inviato:
Si
è svolto martedì 28 maggio il secondo incontro dedicato alla presunta presenza
di amianto all’interno dei materiali depositati a Rioveggio, nel Comune di
Monzuno, presso l’area di deposito AD5 e provenienti dalla galleria Sparvo
della Variante di Valico. L'incontro, tenuto presso il centro civico le
Caselline di Pian di Setta, ha visto la partecipazione di cittadini attenti e
preoccupati che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo: tutte le analisi
svolte sull'aria e sull'acqua hanno dato esito negativo. A Rioveggio non c'è
amianto.
L'appuntamento ha fatto seguito ad un'altra
assemblea tenutasi il 23 maggio con la presenza di AUSL ed ARPA che però non
aveva chiarito la situazione ed anzi per certi versi aveva contribuito a creare
qualche allarme nella cittadinanza.
Il pubblico |
Erano presenti i rappresentanti
della società Autostrade, SPEA (società di progettazione e direzione lavori),
del Centro Scansetti del'Università di Torino, dell’Università Bicocca di
Milano e dell’Impresa Toto, esecutrice dei lavori, il sindaco di Monzuno Marco
Mastacchi, che hanno contribuito a chiarire la situazione e a spiegare le
ragioni di questo gigantesco equivoco che tanta preoccupazione ha destato negli
abitanti della Valle del Setta.
Dopo i primi sondaggi negativi precedenti
all’elaborazione del progetto definitivo, si è passati a quelli (sempre
negativi) eseguiti per l’approvazione di quello esecutivo fino ad arrivare
all’ormai famoso sondaggio, richiesto dall’AUSL, dei primi di marzo del 2013,
svolto presso il deposito AD5 che ha denunciato contenuti di amianto
elevatissimi e che in natura non si riscontrano neanche in regioni dove le
rocce ofiolitiche sono molto più presenti che non nella provincia di Bologna.
Si è trattato tuttavia di un'analisi non
significativa, per non dire fuorviante sotto l’aspetto della pericolosità dei
materiali depositati: sui medesimi campioni infatti, conservati per la
controprova, altri tre laboratori di analisi tra cui l’Università di Firenze
hanno trovato contenuti di amianto pari a zero.
A spiegare il motivo di questi risultati ci hanno
pensato il professor Cavallo dell’Università Bicocca
di Milano e il prof. Campagnaro del
centro Scansetti di Torino che, dopo una necessaria introduzione al significato
della parola “amianto” in rapporto alle rocce ofiolitiche trovate durante lo
scavo, hanno affermato che il laboratorio che ha operato su mandato della Ausl
ha considerato come amianto tutta la quantità di anfibolo presente: tuttavia i
cristalli di anfibolo – minerale normalmente presente nelle rocce ofiolitiche -
non aventi veste fibrosa non sono affatto pericolosi, dal momento che sono le
fibre ad essere dannose per la salute.
Tutte le altre analisi effettuate sia sul terreno
nelle aree dell’AD5 dove sono state depositate le frazioni di ofioliti sia
proveniente dalla prima canna della galleria Sparvo che dalla seconda non hanno
rilevato presenza di amianto (cioè di anfibolo con veste fibrosa) salvo in due
casi che hanno rilevato contenuti di amianto ampiamente inferiori alle soglie
di legge. Tutte le analisi sull’acqua hanno dato esito negativo. Tutte le
analisi sull’aria hanno dato esito negativo.
Molte le domande ed i chiarimenti richiesti e
forniti ed anche qualche perplessità circa l’andamento degli avvenimenti a dir
poco paradossale e sui quali la Procura della Repubblica ha avviato delle
indagini.
Il termine della serata ha testimoniato in modo
chiaro che, al di là dei problemi che la costruzione dell’Autostrada crea
quotidianamente alla popolazione e che non sempre vengono mitigati con la
necessaria efficienza, vi è ragionevole certezza che nessuno ha respirato
amianto né che ci siano rischi di respirarlo in futuro.
Sarà necessario eseguire ulteriori prove
specialmente nell’aria durante i mesi estivi al fine di verificare
ulteriormente ed al di là di ogni dubbio che i pericolosi aghetti di amianto
non siano presenti nell’aria della Val di Setta che è già anche troppo
polverosa a causa dei lavori e dei transiti dei mezzi pesanti.
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