Max |
Max è morto.
E’ stato trovato privo di vita oggi pomeriggio, intorno alle 16, sul greto del torrente
Aneva a Labante. Probabilmente è scivolato mentre percorreva un sentiero ed è caduto lungo una parete scoscesa da una
altezza di diversi metri e probabilmente
è morto sul colpo. Almeno, è ciò che speriamo tutti poiché gli sarebbe stata
risparmiata una lunga e terribile agonia per le condizione climatiche al
momento dell’incidente. Solo l’autopsia potrà accertare la causa e il momento
del decesso.
Massimiliano Palmizzi, trentottenne di Gaggio Montano,
appassionato di fotografia, era
scomparso sabato scorso dopo essere uscito per scattare alcune foto da inserire
in una nuova pubblicazione sulla zona appenninica resa particolarmente
pittoresca dall’abbondante nevicata. Aveva lasciato il computer acceso e ciò
faceva presumere che era intenzionato a rientrare dopo poco. Purtroppo però il
suo ritardo aveva messo in ansia i familiari e gli amici che lo attendevano ad
un appuntamento serale. Così era scattato l’allarme.
Le ricerche sono state coordinate dai Carabinieri di
Vergato e attuate dai volontari del Soccorso Alpino, da diversi volontari, dai Vigili del Fuoco e dal Corpo Forestale.
Oggi il triste epilogo con il ritrovamento del corpo. Il recupero è stato
difficile ed è dovuta intervenire l’eliambulanza di Pavullo dotata di
verricello.
Massimiliano lavorava come educatore alla
cooperativa per il recupero di ex tossicodipendenti la Rupe di Sasso Marconi e attualmente operava nella sede di Monte Sole
a Marzabotto. Ha lavorato anche nella cooperativa sociale lo Scoiattolo dove
hanno seguito l’evolversi della vicenda con molta apprensione. Domani mattina
da Vado avrebbe dovuto partire un gruppo di volontari della Pubblica Assistenza
per aggiungersi nelle ricerche ma la notizia del ritrovamento ha gelato tutte
le speranze.
Il luogo del ritrovamento |
Christian
Labanti , Capostazione del Soccorso Alpino Rocca di Badolo, che ha
partecipato con il gruppo del Corno alle Scale, alle ricerche e al ritrovamento di
Massimiliano, ha inviato le foto del luogo del ritrovamento e precisa:
Non si conosce ancora la dinamica dell’incidente
che è costato la vita di Max, anche se sembra sia dovuta a una caduta a causa della neve presente e abbondante lungo
il sentiero 166 che stava percorrendo. ‘Acqua’
era il book fotografico che Massimiliano stava lavorando. Era uscito per fotografare
gli scorci dell’Appennino che la abbondante
nevicata esaltava.
2 commenti:
Condoglianze ai famigliari, conosco quei posti, sono un pescatore e dei parenti di un mio zio avevano un mulino lì, da ragazzo andavo a pesca in quei posti con mio zio, posti belli ma selvaggi, anch'io sebbene non più giovane(63anni)frequento ancora posti simili da solo e queste notizie ti fanno pensare a quanto sia facile farsi male e quale dolore puoi causare ai tuoi cari. Se si va in questi posti da soli almeno avvisare qualcuno di dove si ha intenzione di andare e prendere con sè il telefonino.
A volte si va incontro al proprio destino....... era da dire che con la neve abbondante ed il non ritorno a casa, fosse successo qualcosa di grave e non speranziose nel ritrovamento. Ha dato la notizia rai 3 in prima serata.
Condoglianze.
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