La lunga mano della crisi ha schiaffeggiato anche la vendemmia 2009 portando ai produttori un pesante crollo dei prezzi delle uve.
Le incertezze del mercato, secondo i tecnici del settore, hanno inciso sui prezzi dei prodotti agricoli. Gli operatori stanno alla finestra in attesa di segnali incoraggianti e la domanda ristagna. Di conseguenza l’offerta è maltrattata e si registrano giacenze e invenduti. La borsa bolognese, per esempio, assegna all’uva bianca e nera di piano una forbice fra i 0,13 e 0,17 euro (iva compresa) il chilogrammo e per molte uve non dà nessuna indicazione tanto la quotazione è bassa, precisa Pietro Sabbioni, vicedirettore della Confederazione italiana agricoltori bolognese.
“ Dire che i produttori sono in grave affanno, è un eufemismo. La vendemmia è stata buona sia sotto il profilo della quantità, (con circa 46 milioni di ettolitri di vino come nel 2008), che della qualità, ma è drammatica per i produttori. I prezzi delle uve, anche quelle da tavola, sono crollati. Rispetto all’anno scorso si registrano diminuzioni del 20/25%, con punte anche del meno 30%. Sono invece aumentati i costi di produzione e quelli contributivi che determinano un taglio netto ai redditi dei vitivinicoltori” , lamenta il vicedirettore. Sabbioni aggiunge poi di essere allarmato per una situazione che rischia di precipitare, anche sotto la spinta di speculazioni con una ulteriore perdita per i produttori. “Siamo in presenza di una fase molto difficile. I produttori sono allo stremo, la frenetica corsa al ribasso delle uve sta mettendo a dura prova tantissime imprese che vedono tagliati i loro redditi . Ancora una volta i produttori agricoli sono costretti a sopportare un peso di cui non hanno responsabilità e possibilità di difesa. Non siamo infatti in presenza di aumenti di produzione, le motivazioni della difficoltà di mercato sono da ricercare al di fuori dell’organizzazione agricola. Calano di prezzo anche le uve che portano alla produzione di vini DOC, (sotto i 20 centesimi al chilo iva compresa), che per la nostra Provincia risultano essere una eccellenza della produzione vinicola. Non possiamo permettere che l’alta qualità e salubrità dei nostri vini Doc, (pignoletto, sauvignon, cabernet/sauvignon, barbera), caratteristiche dei vini bolognesi oggi riconosciute da tutti e raggiunte con impegno, professionalità e passione dai nostri vitivinicoltori, diventi oggetto di speculazione”.
Il vicedirettore conclude il suo sfogo dicendo: “Occorrono interventi urgenti e concreti a tutela dell’alta qualità dei vini della provincia bolognese”.
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