mercoledì 7 ottobre 2009

Edilizia in crisi






Al settore edile la crisi pare voler far pagare il maggior pedaggio per traghettare verso la sponda della ripresa.

“L’attività edile immobiliare è asfittica”, precisa l’imprenditore marzabottese Massimo Tovoli, “a causa della grande quantità di invenduto di immobili nuovi e usati. Al palo anche l’attività contoterzista pubblica e privata. La pubblica è resa poi particolarmente difficoltosa poiché, per rispettare il patto di stabilità, gli enti pubblici hanno dovuto bloccare i nuovi appalti e non pagare i vecchi”. Tovoli va poi oltre a parla del suo problema marzabottese: “Per me è tutto più difficile poiché, operando a Pioppe di Salvaro, non posso avere la piena utilizzabilità del ponte sulla comunale che attraversa la ferrovia. La portata limitata della struttura ci costringe a trasferimenti economicamente impegnativi per il trasporto di particolari pesanti. Oggi il dato è diventato rilevate”. Alla domanda agli operatori se l’approvazione del nuovo ‘piano casa’ da parte della Regione possa portare benefici, si colgono soltanto atteggiamenti scettici. Il comune di Marzabotto ha accolto integralmente il piano casa regionale che consente un aumento del 20 % , per un massimo di 70 mq, della metratura delle case esistenti, con eccezione degli edifici che superano i 350 mq, dei centri storici, degli edifici tutelati o vincolati, di quelli in zona di tutela naturalistica. Consente poi un aumento del 35% , fino a un massimo di 130 mq, in caso vengano integralmente applicati i requisiti di prestazione energetica. . “Le possibilità operative del piano sono limitate e non ci faranno uscire dalla crisi” riferisce Fernanda Formosa titolare dell’immobiliare Stop Hause. “Ora si sta aprendo uno spiraglio poiché stiamo ricevendo richieste di informazione. Una inversione di tendenza”. Anche il tecnico Emiliano Palmieri denuncia per la sua attività un encefalogramma piatto: “Si rivolgono a noi solo coloro che non possono farne a meno, come chi deve formalizzare una sanatoria”. Paolo Fiorani, che opera in carpenteria metallica, ha il morale a terra. “Lavoravo per 18 cartiere. Ora ne sono rimaste in attività solamente due e non si sa per quanto resteranno attive”, riferisce per dare una esempio della sua difficoltà. L’unico che ha le vele gonfie di vento è il falegname Mario Bonetti: “Stiamo procedendo con sufficiente regolarità e con un confronto accettabile rispetto allo scorso anno. Noi sappiamo lavorare anche sull’esistente che è per noi è la principale fonte di introito”.

1 commento:

C.Zecca ha detto...

Pioppe di Salvaro è la rappresentazione lampante del tumore edilizio impazzito privo di ogni parvenza di sostenibilità (manca l'acqua per i consumi spropositati dovuti all'inurbazione di massa degli ultimi anni, portata a furia di autobotti, per gran parte dei mesi dell'anno, dopo anni di campagna battenti la quantità di raccolta differenziata è ad uno stitico 20.99%, il parcheggio della stazione realizzato da poco è già stipato ed esaurito gran parte dei giorni feriali, le fogne sono sottodimensionate...).

Piani irregolatori scellerati hanno venduto territorio e massacrato qualità del vivere dei residenti (che mugugnano, mugugnano e poi continuano a votare i loro sadici amministratori pro interessi di (pochi) terzi), per creare interi paesi dormitorio, Pioppe nello specifico, nei quali le infrastrutture collassano per il carico che si abbatte su di esse.

Proprio in figura (3a dall'alto) c'è dell'edilizia, fatta anche benino, con un certo criterio (buona classe energetica) in un posto nel quale, semplicemente, NON avrebbe dovuto in alcun modo essere stata fatta data l'intensità volumetrica e di superficie già ben oltre la decenza.
Lì sotto, c'era un laghetto, prima e poi un bel campo che dava lavoro e poi un terreno incolto che in quest'epoca, invece di un brutto cantiere, era un mare di splendidi fiori gialli di topinambour.
Una volta.
Ora i residenti stanno da anni "scassati" con cantieri su cantieri, con un degrado continuo della qualità di vita, rumore, polvere, traffico, ruspe, betoniere, rifiuti sparsi ogni dove dalle maestranze edili nelle pause, rifiuti plastici di cantiere spesso inceneriti in campo aperto (in anni passati feci più segnalazioni al 1515 del Corpo forestale dello Stato per questa scellerata usanza spargi diossina) etc.

La lottizzazione insensata della Casella, una proliferazione abnorme di condomini così stipati che neppure in città si vede qualcosa del genere, di decine di appartamenti vuoti comporta anche il crollo del valore dell'edilizia preesistente, con sottrazione - trasferimento continui di valore dalle tasche dei privati a quelle di costruttori - proprietari terrieri - immobiliaristi che lavorano sul nuovo (invenduto) e con una reclusione de facto dei residenti che anche se volessero scappare da questa metastasi cementizia semplicemente non riescono a vendere, a causa della valanga di offerta del nuovo.

A Pioppe, come a Vergato, a Pian di Venola, a Borgonuovo, a Riola, a Marano, si osserva il consumo folle di territorio e i danni che essi procura in ogni manifestazione del vivere, sia esso la semplice carenza di acqua potabile (sprecata a migliaia di metri cubi per la pratica demente sempre più diffusa dei praticelli all'inglese che i nuovi "immigrati" praticano nelle loro nuove casette) il collasso delle strutture per traffico pendolare, l'incompatibilità con attività produttive, l'aumento dei prezzi dei terreni agricoli che sega le gambe alle nuove generazioni interessate a tornare ad un'agricoltura di qualità, la sedazione continua di eco-nomia virtuosa e che da lavoro, anno per anno, come quella agricola, avvelenata dalle attese drogate di rendite edilizie, mesi interi di migliaia di vite umane sprecati in trasferimenti pendolari sempre più lunghi dovuti all'esplosione del traffico automobilistico privato.

La crisi del mercato immobiliare è tardiva: il parco di invenduto è spropositato, il consumo folle del territorio già compiuto (Emilia Romagna 3a peggiore regione in Italia) i problemi creati da questo sviluppo patologico e patogeno rovinano già la vita di molte persone e creano problemi che si sommano ai precedenti, aggravandoli.

La frittata è già stata fatta.
Molto danno comune e molti utili per pochi.
No grazie.

P.S.
Nota bene, a Pioppe è prevista un'altra alluvione lottizzatoria edilizia, nei prati a sud / valle di via Casella, altezza incrocio via del Boscaiolo.
Al peggio non c'è limite.

Stop al consumo di territorio
Campagna Nazionale
www.stopalconsumoditerritorio.it