Il sindaco Santoni: "Un presidio fondamentale per il territorio"
La chiusura
imminente della filiale di Intesa Sanpaolo a Pian del Voglio, frazione di San
Benedetto Val di Sambro, ha scatenato una forte mobilitazione tra i cittadini.
La comunità ha lanciato una raccolta firme per scongiurare l’abbandono
dell’ultimo presidio bancario sul territorio, già colpito negli anni scorsi
dalla chiusura degli sportelli nel capoluogo comunale.
La decisione
della banca avrà ripercussioni significative su residenti, imprese, commercianti
e visitatori, privandoli di un servizio essenziale. Il sindaco Alessandro
Santoni, rappresentante dei piccoli comuni in ANCI, si è fatto portavoce della
protesta, diventando il primo firmatario della petizione.
La posizione del sindaco
"Ringrazio
i cittadini per questa dimostrazione di unità – ha dichiarato Santoni –.
Purtroppo, questa situazione accomuna Pian del Voglio a molte altre realtà
italiane che stanno perdendo servizi essenziali. Ho sottolineato ai vertici
della banca che chi ha veramente a cuore un territorio vi investe, non lo
abbandona. Ancora più incomprensibile è il fatto che Intesa Sanpaolo sia un
istituto in salute: se la scelta fosse dettata da difficoltà economiche,
sarebbe più giustificabile. Inoltre, con la chiusura degli sportelli di San
Benedetto, ci era stato assicurato che non sarebbero seguiti altri tagli. Ora,
invece, ci troviamo di fronte a una nuova chiusura".
Un territorio in crescita che non vuole perdere
servizi
Negli ultimi
anni, Pian del Voglio ha attratto nuovi residenti grazie ai numerosi servizi
disponibili: attività commerciali, ristorazione, assistenza sanitaria,
artigiani e tecnici qualificati, oltre alla presenza di due autostrade
strategiche tra Bologna e Firenze. Per chi vive in montagna, la vicinanza ai
servizi di prossimità è fondamentale, e la chiusura della banca rappresenta un
duro colpo.
Oltre alla
perdita di un punto di riferimento storico per la comunità, si temono disagi
per anziani, lavoratori e persone con difficoltà nell’accesso ai servizi
bancari online, che necessitano di un contatto diretto con gli operatori.
La raccolta firme è aperta e i cittadini possono aderire recandosi presso le attività commerciali del paese.
2 commenti:
Una raccolta firme per nazionalizzare Intesa SanPaolo comprese le sue quote BCE, quella no eh!
Un pò alla volta chiuderanno tutte, tutto si farà via homebanking, tutto via denaro elettronico. Che schifo!
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