martedì 4 settembre 2012

Gli operai della Kemet chiedono il rispetto degli accordi sottoscritti..




Manifestazione delle maestranze Kemet davanti ai cancelli dello stabilimento di Sasso Marconi, questa mattina a partire dalle 9, per protestare contro i ritardi e le inadempienze della proprietà riguardo agli accordi sottoscritti 10 mesi fa.
La mattinata di oggi è stata scelta poiché era in visita allo stabilimento il responsabile americano di tutta la produzione condensatori della multinazionale proprietaria.

Devis Coriambi
La ragione della protesta è stata precisata dal componente della RSU  Devis Coriambi: “Doveva nascere qui  il nucleo di ricerca italiana con l’assunzione di nuovi tecnici e non sta succedendo nulla. Abbiamo sempre ricordato l’impegno aziendale ma è stato inutile. Ci servono, come prevedevano gli accordi, nuove lavorazioni di alto valore aggiunto, ma si delocalizza un’altra linea di Vergato. Non si può procedere creando solo nuovi esuberi  perché è esaurita la possibilità di collocare in quiescenza o utilizzare altre forme di sostegno.  Vogliamo invertire la tendenza e aumentare la ricerca e lo sviluppo poiché il nostro futuro è lì”.

Giordano Fiorani
Con gli operai era presente il segretario generale della Fiom Giordano Fiorani che ha detto: “ C’è una forte preoccupazione per il mantenimento da parte della Kemet degli impegni già definiti. Ci attendiamo l’invito a un incontro con la dirigenza americana”.  Incontro che è poi avvenuto con il responsabile della produzione condensatori presente in stabilimento il quale, deludendo le maestranze, ha ricordato che le risorse sono poche e che i fondi necessari alle innovazioni deve saperle trovare e produrre Kemet Italia.
Maria Grazia Pietroni.
Alla assemblea erano presenti anche Daniela Valorosi coordinatrice Rsu di Vergato e Maria Grazia Pietroni delegata  che hanno descritto ulteriormente le ragioni delle preoccupazioni: “Temiamo che anche il mercato asiatico sia ormai saturo e questo motiva il rallentamento dell’azienda. Fino a pochi mesi fa il settore ‘meccanica’ dello stabilimento di Sasso Marconi aveva addirittura necessità di lavoro straordinario. Ora invece è a semplice regime ordinario.”


L’assemblea si è conclusa con la decisione di richiedere l’apertura del tavolo istituzionale regionale per una verifica sugli accordi sottoscritti e per ottenere l’avvio immediato degli impegni assunti da Kemet. Il 19 prossimo si terrà l’incontro bimestrale per la verifica e il punto sull’attuazione del piano industriale convenuto. Sarà quella, secondo i sindacalisti,  l’occasione per valutare le vere intenzioni della proprietà.

Un gruppo di dimostranti di Vergato.
Il sindaco di Sasso Marconi Stefano Mazzetti, che ha fatto visita al presidio dei lavoratori,  ha commentato: “Sto seguendo con attenzione la situazione. Esiste un accordo firmato tra le parti con impegni precisi da parte di Kemet a garanzia del consolidamento e del rilancio degli stabilimenti italiani. Tale accordo, discusso e controfirmato al Tavolo Istituzionale Regionale, è il punto di riferimento per qualsiasi ragionamento sul presente e sulle prospettive industriali del gruppo Kemet dalle nostre parti”.

Intanto i lavori per la costruzione della nuova sede a Pontecchio nell’area ex Grandi Lavori stanno procedendo. In quella sede dovrebbero trasferirsi tutte le lavorazioni per la realizzazione di particolari per l’industria informatica.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Le varie fasi della presa in giro Kemet :

- Non rispetta gli accordi presi nel 2008 dopo aver utilizzato soldi dei contribuenti Italiani.

- Viene fatto un nuovo accordo con Regione e Sindacati che si lasciano intimorire e illudere dai discorsi persuasivi dei dirigenti Kemet, e vai con altri soldi dei contribuenti Italiani.

- Chiudono lo stabilimento di Monghidoro (nato e costruito per fare condensatori) illudendo i dipendenti con la promessa che questo salverà il loro posto di lavoro. A sua volta la maggioranza degli stessi dipendenti di Monghidoro votano a favore della chiusura (caso più unico che raro), una chiusura che oltre ad essere assurda impoverirà la Montagna in modo decisivo.

- Alla posa della prima pietra, dello stabilimento nuovo di Pontecchio, Papignani della CGIL sul Resto del Carlino osanna e santifica Per Loof presidente Kemet, accolto come il salvatore della Patria da autorità, banda, prete a benedire e compagnia cantante.

- Esiste una grave e preoccupante omertà da parte dei giornali e televisioni su queste vicende Arcotronics / Kemet che utilizzano le nostre risorse non come strumento di crescita ma come strumento di distruzione.

- Ora dicono di non riuscire a rispettare gli impegni.

- Ci sarebbero altri innumerevoli fatti accaduti in questa triste vicenda ma mi fermo qui dicendo BASTA!!! BASTA CON QUESTA PRESA IN GIRO!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Mi sono letto tutti gli ultimi articoli riportati su questo sito, ho partecipato a quasi tutti gli incontri fatti nei diversi comuni e sezioni, direi che l'incompetenza e la superficialità, nella gestione della cosa, dimostrata da Regione, Sindacati e Comuni è clamorosa e disarmante! Come ho letto in alcuni commenti precedenti "finirà tutto a taralucci e vino!"
Altro fattore, a mio parere importante, e prendendo come spunto un vecchio proverbio cinese che dice "il pesce comincia a puzzare dalla testa", non è che dentro alla Kemet Italiana ci sono Dirigenti, senza idee, che valgono come il 2 di coppe quando briscola è bastoni?
Un saluto a tutti e grazie al sig. Francesco Fabbriani che ci tiene informati.

Francesco Fabbriani ha detto...

Dopo il tagliente commento delle 13.55 di oggi, venerdì 6 settembre, ho contattato le rappresentanze sindacali e altre persone informate sulla vicenda.
Mi è stato detto che le accuse ai dirigenti di Kemet Italia non sono fondate poichè le scelte strategiche del gruppo vengono prese altrove senza alcun coinvolgimento dei locali.
In particolare la responsabilità sarebbe a carico del dirigente mondiale della Kemet a cui è affidata la gestione del settore 'condensatori film plastico'. E' lui solo, mi hanno detto, cui spetta la scelta di dove avviare la realizzazione di nuove lavorazioni.
In parole povere decide se una nuova lavorazione è assegnata al Portogallo alla Romania o agli stabilimente Kemet in Italia.
Costui ora non destina alla Kemet Italia le lavorizioni di alto valore aggiunto concordate e sottoscritte.

Spero di avere fatto più chiarezza e mi permetto di far notare che la globalizzazione ha generato realtà che hanno lo stesso nome ma non è detto che dialoghino fra loro. Per cui mi par di capire che qualcuno ha sottoscritto un accordo che ora altri non applicano.
Se ho capito male qualcuno mi corregga.

Devis Coriambi ha detto...

Caro Fabbriani lei ha capito molto bene, io sono Coriambi Devis dipendente Arcogtronics/Kemet da 23 anni e ho l'onore di essere delegato sindacale da una decina di anni.Vorrei aggiungere un contributo di ulteriore chiarezza. l'Arcotronics nel 2007 è fallita per problemi finanziari infatti a quel tempo si è ricorsi all'articolo 67 della legge fallimentare vedi http://www.associazionecuratori.it/fallimenti/lfa67.html per evitare la chiusura immediata. Dico questo per capire da dove si è partiti a fare una trattativa che ancora oggi ci trova impegnati.Credo che gli investitori non siano benefattori ma a fronte di un investimento, anche a rischio come Arcotronics di allora, cercano in tutti i modi di creare profitti a volte anche con furberie. Kemet è un grande gruppo attraversata da molti interessi campanilistici tra i vari Top Manager del Board.Altre cose si potrebbero dire ma diventerebbe lungo e noioso, approfitto per ringraziare Lei e il suo blog per l'attenzione che dà al mondo del lavoro.

Anonimo ha detto...

Voglio partecipare a questo dibattito prendendo come spunto l'articolo e i precedenti 4 commenti,

Ci sono molte, troppe contraddizioni :
- Si dice che la Kemet Italia deve risolvere la situazione ma le loro decisioni non contano perchè vengono prese da altri "Il dirigente mondiale della Kemet del settore condensatori film plastico"....e questo chi è?...ha un nome?..oppure siamo tornati ai film di fantozzi?
- Con leggerezza le varie autorità delegate dal popolo e dagli operai trattano accordi con la Kemet senza sapere che alla fine chi decide è un furbo oppure non conta nulla, a mio parere un buon delegato dal popolo si deve accertare chi ha di fronte e i benefattori che si trasformano in furbi (che descrive Denis)devono andare in galera.
- Noi dobbiamo pagare, con le nostre tasse, giochi campanilistici tra i vari Top Manager del Board, tasse che Operai e Imprese locali pagano facendosi un mazzo tanto! per accontentare i giochi di poter di poche persone ben pagate.
- A mio parere, persone ben retribuite come i Dirigenti Kemet locali, Stato, Regione, Sindaci e Alti Dirigenti sindacali,si nascondono dietro la globalizzazione per l'evidente incapacità che hanno a gestire questo periodo di crisi e sono una causa di quest'ultima.
Ci sono tante Aziende in crisi ma tante che senza aiuti sono uscite dalla crisi con idee e con la voglia di fare senza troppe chiacchere come nel caso Arcotronics / Kemet.
Concludo dicendo che siamo stanchi di pagare per dare credito a gente che sta dimostrando di non valere nulla.
Saluti

Anonimo ha detto...

Il governo Monti oltre a risanare il bilancio dello Stato con azioni che tutti conosciamo ha dichiarato guerra agli evasori fiscali, direi giustamente, lo stesso Monti ha definito gli evasori "i furbi", detto questo, in questo blog leggo che il delegato sindacale Denis Coriambi dice che "gli investitori non siano benefattori ma a fronte di un investimento, anche a rischio come Arcotronics di allora, cercano in tutti i modi di creare profitti a volte anche con furberie", da questa importante affermazione mi viene da pensare: quindi i benefattori siamo noi contribuenti onesti che con le nostre tasse permettiamo gli ammortizzatori sociali e altro per tenere in piedi Aziende multinazionali che stanno dimostrando di non essere in grado di risolvere la situazione senza prendersi responsabilità...inoltre chi crea profitto con furberie si evince che sia un furbo cioè quella categoria di persone che il nostro Governo sta attaccando, di conseguenza mi chiedo e chiedo, in questa vicenda la Guardia di Finanza non ha mai fatto controlli?...grazie a chi risponde.
PS: Complimenti a Fabbriani e a questo blog che seguo sempre con interesse.

Devis Coriambi ha detto...

Vorrei puntualizzare che per furberie io intendo interpretazioni fuorvianti di accordi sindacali firmati, altre cose io non ne sono a conoscenza. Aggiungo infine che dialogare con degli anonimi non mi entusiasma.

Anonimo ha detto...

anche se non la entusiasma parlare con gli anonimi faccia uno sforzo pensando che anche questi lavorano e pagano tasse. Tasse e contributi previdenziali che servono ad alimentare gli ammortizzatori sociali.

Pensi, in ultimo, che la Fornero ha dichiarato che non si devono salvare i posti di lavoro ma i lavoratori.

Ergo, salvaguardare il lavoratore con gli ammortizzaori e poi cercare di riqualificarlo per tutt'altro lavoro. Come succede nelle riconversioni industriali.

Esempio felice la cartiera di Lama di Reno.

Chi vuole capire capisca.

Anonimo ha detto...

Quelli della Kemet come tutte le multinazionali sono molto furbe. prendono soldi dallo stato e risparmiano i suoi, con quello che risparmiano illudono che faranno cose, investimenti, innovazione ecc.
Poi dall'altra parte vanno in Macedonia paese dell'est nella quale il governo gli costruirà un bel capannone pur che vada là a gratis.
Se i nostri politici italiani e europei non si mettono in testa di tutelare le aziende, altre aziende finiranno come la vecchia gloriosa Arco, spogliate di tutta la sua conoscenza e poi successivamente abbandonate come una nave in mezzo al mare senza motore, timone e vele.
io credo che finiti gli ammortizzatori questi simpatici americani faranno un bel dietrofront e chiuderanno tutti i siti italiani lasciando la povera gente con un pugno di mosche in mano.....

Anonimo ha detto...

Sono tristemente daccordo con il post del 7 settembre delle 23,43. Il governo Monti "eletto" a salvatore dell'Italia non ha pensato agli italiani che lavorano e che giorno dopo giorno si sono visti "sfilare" da sotto il sedere
migliaia di posti di lavoro perchè non esiste una legge che salvaguarda i Know-How e le industrie italiane piu' o meno storiche, così alla fine la maggioranza dei lavoratori Kemet se non tutti, si ritroveranno a spasso.

Anonimo ha detto...

Meno male che possiamo contare sui politici locali eh?