Alla Città Metropolitana l'incarico di provvedere. Approvato l'accordo con Unioni, Circondario imolese e GAL
Istituire il marchio registrato Mela rosa romana, per promuovere e commercializzare il frutto fresco e i suoi derivati alimentari. Con questo obiettivo il Consiglio metropolitano nella seduta di mercoledì 8 febbraio ha approvato all’unanimità lo schema di Accordo fra la Città metropolitana di Bologna, le Unioni Reno Lavino Samoggia, Savena Idice, Appennino bolognese, il Nuovo circondario imolese, il Gruppo Azione Locale (GAL), per la valorizzazione della Mela rosa romana dell’Appennino bolognese.
“La Mela rosa
romana rappresenta un’opportunità di promozione del territorio e di
rilancio dell’economia locale che la Città metropolitana intende cogliere
nell’ambito della propria funzione di sviluppo economico, con particolare
riferimento all’obiettivo di rilancio del territorio appenninico, anche
attraverso la valorizzazione dei suoi prodotti in particolare se connotati da
forte radicamento storico e culturale”, ha commentato durante la presentazione
della delibera Maurizio Fabbri, consigliere metropolitano delegato
alle Politiche per l’Appennino bolognese.
Già in epoca romana la
Mela rosa romana era coltivata in Appennino, portata probabilmente dagli
etruschi e per secoli ha alimentato un fiorente commercio verso la penisola e
l'estero, fino agli anni ’50 del secolo scorso. Il tema è di particolare
interesse anche per la Regione Emilia-Romagna, che nel corso del 2022 ha
cofinanziato con 150 mila euro la realizzazione, nell’ambito del Programma di
Sviluppo Rurale, di un progetto GOI (Gruppi Operativi per l’Innovazione), di
durata biennale, relativo alla valorizzazione della Mela rosa romana. Si tratta
del progetto sperimentale denominato “Organizzazione e valorizzazione
di una filiera di qualità in biologico della Mela Rosa Romana dell’Appennino
bolognese”, presentato da un raggruppamento di soggetti pubblici e privati
di cui fa parte tra gli altri il GAL. Il progetto è finalizzato a mettere a
punto i presupposti per lo sviluppo territoriale di una filiera
produttiva-commerciale, innovativa ed organizzata, dell’antico frutto
appenninico. Il progetto prevede la realizzazione di un marchio
collettivo da depositare ufficialmente, con l’obiettivo di promuovere,
non solo il prodotto fresco, ma anche tutto ciò che viene ottenuto dallo stesso
frutto: marmellate, composte, succhi, frutta cotta, essiccata, aceto,
distillati. Il marchio dovrà riportare la denominazione della varietà e il
richiamo del territorio di coltivazione, cioè l’Appennino bolognese.
“La creazione,
concessione in utilizzo e tutela di un marchio apposito che identifichi il
prodotto “Mela rosa romana” rappresenta per la Città metropolitana
un’opportunità di svolgere il proprio ruolo di coordinamento istituzionale e di
raccordo fra i soggetti attori del progetto e di promozione del proprio
territorio”, ha spiegato ancora Fabbri.
Con l’approvazione
dell’Accordo si dà quindi mandato alla Città metropolitana di istituire un
marchio collettivo apposito denominato Mela rosa romana, da
depositare ufficialmente con l’obiettivo di promuovere il frutto fresco e i
suoi derivati alimentari.
Nell’ambito
dell’Accordo il GAL, si impegna a realizzare un apposito regolamento di uso del
marchio collettivo al fine di consentirne la registrazione da parte della Città
metropolitana. Palazzo Malvezzi si occuperà invece della disciplina della
realizzazione, del deposito e della concessione a terzi in base a specifica
istruttoria condotta sulla base del regolamento redatto dal GAL. La Città
metropolitana sarà l’unico Ente titolare esclusivo del marchio, escludendo, per
tutta la durata dell’accordo, ogni ipotesi di trasferimento o licenza.
(Segnalato da Dubbio)
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