sabato 21 agosto 2021

Dichiarare il falso, ora conviene

Dichiarare il falso, per avere diritto alle prestazioni sociali e agli aiuti economici, si può. E se poi si viene scoperti non succede proprio niente, basta che ci siano di mezzo minori o situazioni familiari di particolare disagio


di Antonio Ciccia Messina


Dichiarare il falso, per avere diritto alle prestazioni sociali e agli aiuti economici, si può. E se poi si viene scoperti non succede proprio niente, basta che ci siano di mezzo minori o situazioni familiari di particolare disagio: in questi casi si conservano i sussidi economici e le altre prestazioni. Sembra paradossale, ma è proprio così.

È l'effetto della modifica dell'articolo 75 del DdPR 445/2000 apportata dall'articolo 264 del decreto legge 34/2020, che interviene sulla disciplina della decadenza dei benefici ottenuti da una pubblica amministrazione facendo uso di false dichiarazioni sostitutive di certificazioni o di notorietà. Questa è la prassi usuale per ottenere, ad esempio, un sussidio economico o una prestazione di assistenza domiciliare da parte dei servizi sociali comunali. Si compila un modulo autodichiarando di possedere i requisiti, economici e di altra diversa natura, previsti dalla legge e dai regolamenti comunali. Si ottengono i soldi o la prestazione e, poi, l'ente pubblico fa controlli sulle dichiarazioni sostitutive. Se si scoprono false dichiarazioni, ci sono due possibili conseguenze: la sanzione penale e la decadenza dei benefici.

Tutto ciò fino al 19 maggio 2020. Quando entra in vigore la modifica all'articolo 75 del dPR 445/2000 che, anche in caso di falsa dichiarazione fa salvi gli interventi, anche economici, in favore dei minori e per le situazioni familiari e sociali di particolare disagio.

L'effetto della modifica è che alla dichiarazione non veritiera, in due casi, non segue la decadenza dei benefici e, quindi, i soldi sono trattenuti e non devono essere restituiti e non c'è nessun risarcimento da pagare. Il primo caso è la destinazione dell'intervento a favore di minori; il secondo caso è quello delle situazioni familiari e sociali di particolare disagio.

Se il primo è caso è oggettivo, la seconda ipotesi è passibile di letture molto elastiche, non essendoci alcuna definizione vincolante di quale sia il disagio familiare o sociale e di quando questo non sia “ordinario”, ma “particolare”.

Si deve, poi, considerare che tale profili di disagio, per la sua vaghezza, comprendono, se non tutte, quasi tutte le possibili situazioni di tutti coloro che si rivolgono a i servizi sociali comunali.

L'effetto diretto di una norma di questo tipo diventa, di fatto, la inutilità di qualsiasi regolamentazione dei requisiti per ottenere una prestazione sociale sia economica sia di altra natura.

Si consideri, infatti, il caso della contestazione da parte del servizio sociale di avere sottoscritto dichiarazioni non vere, in conseguenza delle quali è stato erogato un sussidio. Ad esempio, il servizio sociale contesta all'utente di avere dichiarato di non avere soldi in banca o altri beni, invece, si scopre che ce ne sono.

L'utente, a questo punto, potrà ribattere che comunque si trova in una posizione di particolare disagio familiare o sociale e la contestazione è neutralizzata. In sostanza è come se tutte le regole, comprese quelle sull'Isee, che prevedono requisiti per accedere a una prestazione sociale abbiano una deroga a favore di soggetti in situazioni particolarmente disagiate.

Segnalato da Dubbio da ItaliaOggi

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sarà un motivo se siamo i pagliacci d'Europa.

antonio ha detto...

Chi sono gli imbecilli ( opportunisti ) che hanno prima proposto la modifica dell'articolo 75 e chi ha votato a favore ?
O sono deficienti o sono con il cervello in ferie; comunque da additare come incapaci di amministrare un paese che vuole essere civile, accogliente e socialmente impegnato ad aiutare i VERI bisognosi.
Chiunque legifera DEVE sempre valutare l'efficacia, l'attuabilità, la coerenza con i principi di solidarietà dei bisognosi e MAI degli impostori. lasciare l'interpretazione al nostro esercito di avvocati azzeccagarbugli, oltre che offensivo è dannoso per la comunità onesta.
Io mi vergogno di tanta incompetenza ed arroganza.

Anonimo ha detto...

Buongiorno ma siamo sicuri che sia sviste ma se invece lo scopo fosse proprio quello ottenuto.