Dalla pagina facebook di Roberto Parmeggiani ( nella foto):
Noto
con curiosità che grandi cooperative stanno approntando servizi di
babysitting da offrire alle famiglie.
Benissino,
è la riorganizzazione dei servizi al tempo dei protocolli covid,
quelli che determinano parametri iper stringenti per chi frequenta i
centri estivi ma che permette al bambino di andare con la/il
babysitter al parco insieme a tanti altri bambini, che poi lo
controlli tu il distanziamento sociale e la tracciabilità del
contagio...
E già questo è alquanto significativo e poco
comprensibile.
Ma tant'è.
L'altro
cortocircuito riguarda la formazione e il ruolo. Pur nel rispetto del
prezioso lavoro di tante e tanti baby-sitter, la professione
dell'educatore è qualcos'altro. È chiaro che in un contesto di
crisi e di mancanza di lavoro, si finisce per accettare di tutto (e
nell'emergenza va benissimo) ma ciò non significa che questo sia ciò
a cui dobbiamo puntare cancellando in un attimo il duro lavoro fatto
per affermare una professionalità specifica.
Prestiamo
attenzione, perchè è un attimo che ciò che mettiamo in atto e
accettiamo in via emergenziale diventi poi la prassi comune.
Se il babysitter può avere anche un ruolo educativo, non vale lo stesso per l'educatore che non può essere ridotto al semplice ruolo di babysitteraggio.
Se il babysitter può avere anche un ruolo educativo, non vale lo stesso per l'educatore che non può essere ridotto al semplice ruolo di babysitteraggio.
Piuttosto,
se dobbiamo guardare al passato, torniamo all'istitutore, almeno era
socialmente valorizzato.
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