di
nonna Gegè
Il
“PRIMA” si riferisce ai tre mesi di look down e il “DOPO”
riguarda la vita di oggi.
All’improvviso
ci siamo trovati relegati in casa e fra lo sgomento per quanto
accadeva all’esterno abbiamo provato ad imbastire giorno per giorno
una nuova vita che ci consentisse di sentirci ugualmente vivi.
Per
tamponare l’ansia che ci assaliva nell’ascoltare e vedere la
televisione abbiamo scavato nel nostro profondo e con il massimo
impegno siamo riusciti a dare un senso a quel pezzo di vita.
L’uomo
è meraviglioso ed ha delle risorse immense e così ogni momento è
stato valorizzato con idee nuove ed avendo tanto tempo a disposizione
anche i piccoli sogni racchiusi da anni in quel “cassetto” sono
riemersi.
Mano
mano passava il tempo le giornate erano così piene e a sera rimaneva
il rammarico di non essere riusciti a completare quei lavoretti o
hobby programmati.
La
stagione è stata bellissima con una primavera anticipata e dalle
finestre semiaperte percepivi il cinguettio degli uccellini e il
ronzio delle api che finalmente potevano danzare indisturbate da un
fiore all’altro per far scorta di polline. Uccellini e api assieme
formavano una colonna sonora armoniosa.
Il
silenzio delle strade deserte, qualche abbaio di cane e quei
rintocchi di campane ci portavano in tempi lontani.
Speriamo
che quel silenzio ci abbia insegnato ad ascoltarci ed a ritrovarci.
La
velocità del fare era svanita, il mondo pareva addormentato ma il
cuore degli uomini non ha mai smesso di pulsare e la parte migliore
di tutti noi è riemersa, il virus ci ha reso uomini uguali con le
stesse paure e le stesse speranze e in particolare con la stessa
fragilità.
Qualcuno
ha paragonato questa pandemia ad una guerra: le guerre iniziano e
finiscono per volontà dell’uomo, le pandemie non accettano
armistizi e se ne vanno quando vogliono e l’uomo di fronte a ciò è
veramente piccola cosa.
La
tecnologia ci ha aiutato a non essere completamente soli e lo
dimostra il fatto che a sera gli smartphone erano bollenti, parevano
ferri pronti per stirare il bucato.
Dalle
soffitte abbiamo recuperato cavalletti per dipingere uno stato
d’animo, le librerie sono state sistemate e magari abbiamo
ritrovato quel famoso libro che volevamo rileggere, anche la
scrittura era consigliata e perché non fare km e km su una vecchia
cyclette ascoltando musica buona?
Le
giornate si sono rincorse e, da queste distrazioni, quel senso di
malinconia veniva un po' dissolto. Una tavolozza di emozioni è il
ricordo che ci porteremo appresso nel tempo.
Ed
ecco il” DOPO”: il mondo non è più lo stesso, noi non siamo più
gli stessi di prima perché qualcosina dobbiamo per forza aver
imparato, innanzitutto che non siamo onnipotenti e che è inutile
padroneggiare sulla terra , ella ci consente di vivere serenamente se
da noi riceve rispetto e amore. Abbiamo anche imparato che nell’era
digitatale l’uomo non può fare a meno della fisicità di un
rapporto vero.
Abbiamo
riscoperto il DESIDERIO: i bambini vogliono tornare a scuola con le
maestre e compagni, la didattica tecnologica non può sostituire la
didattica relazionale.
I
delfini debbono continuare a rimanere nei nostri porti, i balenotteri
debbono potere costeggiare il nostro litorale, le api debbono
continuare a raccogliere polline e le paperelle guadare nei Navigli e
sul Tevere.
- In questo “DOPO” impegniamoci ad aggiustare un po' la nostra vita, accontentiamoci delle piccole cose ed evitiamo di riprendere quella folle corsa verso cieca destinazione. Un moderato cammino ci consentirà di osservare le meraviglie del creato e di ponderare le scelte di vita.
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