domenica 28 giugno 2020

Bartolini: 107 positivi, ma non chiude. Il virus entra nel centro migranti

Due dei contagiati dello spedizioniere vivono nell'hub di via Mattei, che ospita 200 persone (16 già in isolamento). Da oggi test a tutti

Da Dubbio

Vivevano nel centro di accoglienza di via Mattei due degli operai contagiati alla Bartolini. Per questo sedici ospiti della struttura, che hanno avuto contatti con i positivi, sono stati isolati e hanno fatto il tampone. Da domenica, annuncia l'Ausl, i controlli si estenderanno a tutti e duecento gli stranieri che vivono all'interno. Il contagio entra così nella più grande struttura di accoglienza nel territorio, dove molti ospiti lavorano con contratti intermittenti (anche solo di un giorno) nella logistica. I due migranti positivi sono stati trasferiti in hotel mentre gli operatori della struttura sarebbero finora tutti negativi.

“E’ un focolaio- commenta
Raffaele Donini, assessore regionale alla Salute- che si avvia ad essere contenuto. Il ché dimostra sostanzialmente due cose: che il nostro sistema sanitario regionale sa come combattere il virus quando si manifesta, ma ci dice anche che nessuno deve pensare che Covid-19 sia un fenomeno che è ormai alle nostre spalle. Al contrario, se da un lato abbiamo più strumenti per combattere il virus, non possiamo certo permetterci adesso comportamenti individuali che non siano in linea con le regole che tutti dobbiamo rispettare. Non rendiamo vani i sacrifici che tanto stanno costando al nostro Paese”

I focolai bolognesi
“Nel caso dei focolai bolognesi - spiega l’assessore
Donini- è stato subito attivato un coordinamento con l'Ausl che ha agito in maniera eccellente, a cominciare dal dottor Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica, mettendo subito in campo le azioni necessarie, sia nel caso del focolaio legato ad un ristorante, sia per quello più noto alla cronaca per entità, legato all'azienda logistica”.

E’ stata infatti effettuata rapidamente un’indagine di
contac tracing con i tamponi, di cui adesso il Servio sanitario dispone in misura largamente sufficiente, per agire su almeno 3 cerchi concentrici di contatti di casi, a partire dalle persone che avevano sviluppato sintomi, e continuando a testare anche familiari e contatti delle persone che abbiamo trovato positive e asintomatiche.

Nella fattispecie, spiega l’Assessorato regionale alla sanità, per il focolaio della azienda logistica sono stati effettuati
328 tamponi, evidenziando 107 positivi, di cui 95 asintomatici e 12 sintomatici, soltanto 2 dei quali ricoverati.

Ieri è stato fatto un controllo presso
l’azienda logistica bolognese per verificare l’osservanza delle misure di sicurezza, in collaborazione tra Medicina del Lavoro e Carabinieri, alla luce di precedenti indagini dell’Ausl, che avevano intimato l’adozione di una serie di prescrizioni per la sicurezza dei lavoratori. Nell’ispezione di ieri si è riscontrata la sostanziale osservanza delle disposizioni e una relazione sarà posta all’attenzione del Comune e del Prefetto.
Per quel che riguarda il
Centro di accoglienza di via Mattei a Bologna, è stato disposto l'isolamento di alcuni casi risultati positivi e l’avvio dell’indagine epidemiologica di tutti gli ospiti.

Più in generale, vista la rilevanza dei focolai nel settore della logistica e dei trasporti a Bologna, la Regione Emilia-Romagna ha subito attivato le rappresentanze datoriali, trovando “piena e totale collaborazione”, che si è manifestata in una iniziativa presso l'
interporto di Bologna: è stato installato un presidio per la misurazione della temperatura corporea agli operatori delle realtà produttive lì presenti, oltre ad azioni di sensibilizzazione alle aziende a tenere più alta la guardia nelle misure di precauzione. Non dimenticando che la Regione ha autorizzato molti laboratori privati abilitati a praticare test sierologici, laboratori ai quali le aziende possono fare riferimento per testare periodicamente i lavoratori, per la sicurezza degli stessi. In caso di esame sierologico positivo agli anticorpi, il sistema sanitario regionale è impegnato ad eseguire i tamponi di controllo entro 24 ore.
 
L'attenzione si sposta anche sul centro di via Mattei. Durante il lockdown il Coordinamento Migranti e associazioni come Avvocato di Strada e Asgi (studi giuridici sull'immigrazione), hanno denunciato l'inadeguatezza degli spazi dei centri di accoglienza, tra bagni in comune e camerate sovraffollate. Ma gli appelli e le lettere aperte inviate alla Prefettura, al Comune e alla Regione sono sempre caduti nel vuoto. "Molti di noi - si legge in una lettera aperta del 12 marzo - lavorano uno accanto all'altro notte e giorno all'Interporto, dove in alcuni magazzini il lavoro è raddoppiato per star dietro alla grande richiesta di merci causata dal panico dell'epidemia. Quando dobbiamo riposare ritorniamo all'affollamento dei centri di accoglienza. In via Mattei viviamo in più di 200 e dormiamo in camerate che ospitano 5 o più persone, spesso anche 10, con letti vicini, uno sopra l'altro. Molte di queste stanze non hanno nemmeno le finestre".

Una vicenda che è finita in tribunale col ricorso presentato da Asgi per chiedere il trasferimento degli ospiti. Il ricorso è stato respinto, Asgi ha presentato reclamo, l'udienza è fissata a luglio. "I fatti purtroppo ci danno ragione - commenta l'avvocata Nazarena Zorzella - E abbiamo notizie che anche in altri centri ci siano ospiti e operatori contagiati".

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