Un
lettore ha inviato l'articolo di R.it:
Anna
Cocchi alle celebrazioni del 25 aprile a Bologna
La
presidente Cocchi: "Ogni iscritto è libero di votare come
crede, però quella è la linea nazionale votata a maggioranza".
Ma nasce la fronda per il sì.
BOLOGNA
- Nella cabina elettorale ognuno è libero di votare come crede ma
"c'è una linea nazionale" e l'Anpi di Bologna parteciperà
alle Feste dell'Unità cui sarà invitata con i suoi banchetti per il
no. E' chiara la posizione della presidente Anna Cocchi, alla guida
dei partigiani bolognesi da un mese. Un messaggio netto sulla riforma
costituzionale del governo Renzi era già arrivata il 25 aprile dal
palco della Festa della Liberazione in piazza Nettuno: lì Cocchi
aveva ribadito la posizione dell'associazione nazionale, a difesa
della Costituzione e contro ogni stravolgimento. Oggi la presidente
torna sul tema e precisa che se le Feste dell'Unità saranno
indirizzate a promuovere il fronte del sì, "se saremo invitati
saremo lì con i nostri tavoli ovviamente a sostenere la linea del
no. Questo è indubbio". "Se invitati, partecipiamo e
ovviamente la nostra linea non cambia", avverte Cocchi: "Se
siamo all'interno di una realtà, di una struttura e complesso che ha
scelto" la strada del sì.
E' pur vero che all'interno dell'associazione qualche malumore per la netta presa di posizione c'è. A chi si trova in disaccordo con la linea nazionale Cocchi manda a dire che "all'interno della cabina elettorale, gli iscritti all'Anpi potranno votare sì e potranno votare no", però c'è una "linea nazionale, che abbiamo assunto e che è uscita non ieri e non dopo l'approvazione del decreto, ma oltre due anni fa ed ha avuto un voto nel direttivo nazionale di 21 favorevoli e tre astenuti, nessuno contrario. Detto questo, "non c'è nessuna costrizione, l'Anpi e' un'associazione libera, democratica e questo vorrei fosse sottolineato e scritto in caratteri cubitali: non si obbliga nessuno".
"Se in questi giorni ci sono state manifestazioni di natura contraria rispetto all'indirizzo nazionale, noi ne prendiamo atto e ringraziamo comunque le persone che con coerenza- afferma Cocchi- scelgono di stare fuori in questo momento dall'Anpi e confidiamo che il nostro impegno, la difesa che stiamo portando avanti tutti insieme, possa anche far ravvedere quelle persone che in questo momento sono indecise rispetto alla posizione dell'Anpi nazionale".
E il malumore interno all'associazione si palesa con una lettera aperta di sette firmatari a favore del sì. "Io voto sì al referendum ma la bandiera dell'Anpi e' anche mia", recita l'appello, rivolto agli altri iscritti che "anche quest'anno, forse per la prima volta con molti dubbi, hanno rinnovato la tessera". Scrivono i promotori: "Noi crediamo nella Costituzione, nei suoi principi e nei suoi valori, ma crediamo anche che sia possibile aggiornarla e che questa riforma, adottata secondo le leggi vigenti da un Parlamento eletto democraticamente, lo faccia in positivo". Questo mentre l'Anpi nazionale ha voluto "schierare la sua organizzazione periferica in modo quasi 'militare', dando mandato di costituire un Comitato per il no in ogni territorio, o di aderire ai Comitati esistenti.
"Non possiamo comprendere né accettare che l'associazione a cui apparteniamo, che proprio per sua natura dovrebbe giocare nel campo della politica 'alta', restando fuori dalle beghe del partitismo e del movimentismo, scelga di arruolarsi in una battaglia dal contenuto e dalle finalità discutibili accanto a destra, antipolitica e populismi vari". Per di più, "adottando una linea coercitiva della liberta' di opinione dei propri iscritti", scrivono Gianluigi Amadei e gli altri iscritti, che chiamano in causa direttamente il presidente nazionale Carlo Smuraglia. "Chiediamo che questa discussione possa essere affrontata in piena democrazia, senza diktat- recita ancora la lettera- evitando di brandire statuti e regolamenti come armi, avendo al primo posto il bene del nostro Paese".
E' pur vero che all'interno dell'associazione qualche malumore per la netta presa di posizione c'è. A chi si trova in disaccordo con la linea nazionale Cocchi manda a dire che "all'interno della cabina elettorale, gli iscritti all'Anpi potranno votare sì e potranno votare no", però c'è una "linea nazionale, che abbiamo assunto e che è uscita non ieri e non dopo l'approvazione del decreto, ma oltre due anni fa ed ha avuto un voto nel direttivo nazionale di 21 favorevoli e tre astenuti, nessuno contrario. Detto questo, "non c'è nessuna costrizione, l'Anpi e' un'associazione libera, democratica e questo vorrei fosse sottolineato e scritto in caratteri cubitali: non si obbliga nessuno".
"Se in questi giorni ci sono state manifestazioni di natura contraria rispetto all'indirizzo nazionale, noi ne prendiamo atto e ringraziamo comunque le persone che con coerenza- afferma Cocchi- scelgono di stare fuori in questo momento dall'Anpi e confidiamo che il nostro impegno, la difesa che stiamo portando avanti tutti insieme, possa anche far ravvedere quelle persone che in questo momento sono indecise rispetto alla posizione dell'Anpi nazionale".
E il malumore interno all'associazione si palesa con una lettera aperta di sette firmatari a favore del sì. "Io voto sì al referendum ma la bandiera dell'Anpi e' anche mia", recita l'appello, rivolto agli altri iscritti che "anche quest'anno, forse per la prima volta con molti dubbi, hanno rinnovato la tessera". Scrivono i promotori: "Noi crediamo nella Costituzione, nei suoi principi e nei suoi valori, ma crediamo anche che sia possibile aggiornarla e che questa riforma, adottata secondo le leggi vigenti da un Parlamento eletto democraticamente, lo faccia in positivo". Questo mentre l'Anpi nazionale ha voluto "schierare la sua organizzazione periferica in modo quasi 'militare', dando mandato di costituire un Comitato per il no in ogni territorio, o di aderire ai Comitati esistenti.
"Non possiamo comprendere né accettare che l'associazione a cui apparteniamo, che proprio per sua natura dovrebbe giocare nel campo della politica 'alta', restando fuori dalle beghe del partitismo e del movimentismo, scelga di arruolarsi in una battaglia dal contenuto e dalle finalità discutibili accanto a destra, antipolitica e populismi vari". Per di più, "adottando una linea coercitiva della liberta' di opinione dei propri iscritti", scrivono Gianluigi Amadei e gli altri iscritti, che chiamano in causa direttamente il presidente nazionale Carlo Smuraglia. "Chiediamo che questa discussione possa essere affrontata in piena democrazia, senza diktat- recita ancora la lettera- evitando di brandire statuti e regolamenti come armi, avendo al primo posto il bene del nostro Paese".
2 commenti:
Evviva, anche l'ANPI si e' svegliato!!
Ho lasciato l'Anpi alcuni anni fa e oggi con questa presa di posizione mi si dimostra che ho fatto bene.
L'Anpi, proprio per la sua connotazione e il suo valore, dovrebbe veramente volare più in alto della politica ma si sta comportando, sembra, come vecchi imperialisti che anzichè lasciare libertà di coscienza, come dovrebbe, sembra, voler imporre i le linee da seguire.
Purtroppo questo succede da quando questa Associazione è finita in mano, sembra, alla sinistra piu spregiudicata della vecchia sinistra italiana. sembra non una associazione ma un partito vero e proprio.
Andate avanti così, vedrete che belle cose farete!!!!!
Posta un commento